Inflazione USA in leggera crescita a febbraio


Il dato dell’IPC diffuso oggi mostra il permanere delle pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti, raffreddando ulteriormente le attese di un prossimo taglio dei tassi della Fed a breve, ma Wall Street accelera al rialzo prima del suono della campanella di New York.


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Poche sorprese all’inflazione USA

Inflazione maggiore del previsto che affievolisce le speranze di un taglio dei tassi di interesse più vicino per la Federal Reserve.

I dati comunicati oggi, in particolare, indicano che l’IPC del mese di febbraio è aumentato dello 0,4% dopo il +0,3% di gennaio, mentre su base annuale è salito al +3,2%, leggermente sopra le previsioni (+3,1%) e al dato precedente (+3,1%).

Escludendo le componenti volatili di prodotti alimentari ed energetici (inflazione ‘core), i prezzi al consumo sono aumentati del 3,8% nei 12 mesi fino a febbraio, quando le attese erano per un +3,7%, rispetto ad un aumento del 3,9% di gennaio. Su base mensile ha confermato il dato precedente (+0,4%) e ha superato le previsioni (+0,3%).

Cambia il tono del FOMC

Torsten Slok, analista di Apollo, evidenzia come i dati mostrino che “l’inflazione ha iniziato a muoversi lateralmente e rimane ben al di sopra del target di inflazione del 2% della Fed. Ciò significa che la Fed manterrà i tassi più alti più a lungo”.

Prima del rapporto diffuso dal Bureau of Labour Statistics (BLS) statunitense, Stephen Stanley di Santander US Capital Markets aveva indicato che un aumento dell’indice dei prezzi al consumo core dello 0,4% “avrebbe costretto a un sostanziale cambiamento di tono nella riunione del FOMC della prossima settimana”.

Alla luce “dell’incerto rapporto sull'indice dei prezzi al consumo di gennaio le attese per quello di oggi erano aumentate in relazione ai tempi dei tagli dei tassi della Fed”, spiegava Will Hobbs, responsabile del settore multi-asset del Regno Unito presso Barclays Private Bank & Wealth Management. “Il punto importante per gli investitori non è quando inizieranno i tagli, ma quanto in profondità arriveranno la Fed e le altre banche centrali. Torneremo ai livelli negativi visti nell'ultimo ciclo economico, o è in serbo una nuova normalità?”, si chiede Hobbs.

Secondo il FedWatch Tool del CME, i trader vedono una probabilità del 70% che il primo taglio dei tassi avvenga a giugno, in leggero aumento rispetto al dato precedente (60%).

La reazione di Wall Street

Dopo una mattinata passata appena sopra la parità, i future sui principali indici acceleravano e quelli

sul Nasdaq arrivavano a guadagnare lo 0,80%, seguiti da quelli sullo S&P500 (+0,60%) e da quelli sul Dow Jones leggermente dietro (+0,30%).

L’aumento dei future rappresenta una sorpresa per Ira Jersey, strategist dei tassi di Bloomberg Intelligence, la quale ritiene che “il mercato sembrava attendersi un risultato peggiore per l’inflazione”, anche se ritiene che i dati “garantiscano un rally sostenuto da quelli livelli”.

Il dollaro continuava a cedere nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD veniva scambiata a 1,0941.

Tra gli altri asset, l’oro si allontanava ancora dai suoi massimi storici scendendo sotto quota 2.180 dollari l’oncia, mentre il Bitcoin restava intorno quota 72 mila dollari.

Notizie societarie e pre-market USA

Oracle (+12%): ha dichiarato di essere pronta a fare un annuncio congiunto con NVIDIA e ha battuto le stime per gli utili trimestrali grazie al boom della domanda di Intelligenza Artificiale generativa.


Meta (+0,80%): ieri crollo del 4% dopo che l’ex Presidente degli USA (e nuovamente candidato), Donald Trump, aveva definito Facebook un “nemico del popolo”.


MicroStrategy (+5%): ha aggiunto altri 12 mila Bitcoin dopo i 3 mila acquistati nei giorni scorsi a seguito di un aumento di capitale complessivo di circa 800 milioni di dollari


Kohl's (-3%): previsto un utile annuo per azione compreso tra 2,10 e 2,70 dollari, il cui punto medio è inferiore alla stima media degli analisti di 2,61 dollari (dati LSEG).


Heritage Insurance (+22%): utile nel quarto trimestre di 1,15 dollari per azione, superiore alle attese degli analisti di 46 centesimi (dati LSEG).


On Holding (-11%): prevede nel 2024 ricavi netti di almeno 2,25 miliardi di franchi svizzeri (2,57 miliardi di dollari), al di sotto della stima (LSEG) di 2,33 miliardi.


Southwest Airlines (-6%): ridotti da 79 a 46 il numero dei jet 737 MAX previsti da Boeing a causa dei ritardi nella produzione.


Regulus Therapeutics (+65%): in uno studio in fase iniziale, la sua terapia per la malattia policistica renale autosomica dominante (ADPKD) ha mostrato una risposta positiva nei pazienti.


Alaska Air Group (-0,20%): ha previsto una perdita trimestrale rettificata per azione compresa tra 55 centesimi e 45 centesimi per azione, rispetto all'aspettativa media degli analisti di una perdita di 1,18 dollari per azione (dati LSEG).

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