Inflazione USA in leggero calo a maggio, Wall Street si accende

Inflazione USA in leggero calo a maggio, Wall Street si accende

Il dato sui prezzi negli Stati Uniti ha mostrato una diminuzione non attesa dagli analisti, elemento valutato dal mercato come un aumento delle possibilità di settembre come data per un possibile taglio dei tassi di interesse della Federal Reserve.

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I dati sull’inflazione USA

“Buone notizie, l'inflazione sta diminuendo!” negli Stati Uniti, annunciano da Bloomberg subito dopo la diffusione del dato sull’inflazione, evento più importante di questa settimana e che potenzialmente può influire sulle future scelte della Federal Reserve in tema di politica monetaria, anche se alla fine della riunione di oggi non sono attese novità.

I numeri mostrano un IPC del mese di maggio su base annuale diminuito (+3,3%) rispetto al dato precedente (+3,4%), risultando inferiore anche alle previsioni (+3,4%), dopo l'impennata al 3,5% registrata a marzo, ma comunque ancora lontano dal 3,1% registrato a gennaio. Su base mensile la crescita si è azzerata, mentre le previsioni erano per un +0,1% dopo il +0,3% precedente.

Si riduce anche il dato ‘core’, quello che esclude gli elementi più volatili quali energia ed alimentari, scendendo così a +3,4%, mentre le previsioni indicavano un +3,5% e quello precedente si era attestato a +3,6%.

La reazione dei mercati

L’entusiasmo per il calo dell’inflazione spinge in alto i future sui principali indici di Wall Street e quelli sul Nasdaq guadagnano circa l’1%. In scia quelli sul Dow Jones (0,70%) e quelli sullo S&P500 (+0,80%).

Il dollaro sbanda nei confronti dell’euro, spingendo la coppia EUR/USD a 1,0819, riprendendosi dopo un inizio settimana in calo a seguito delle conseguenze dei risultati delle elezioni europee.

In calo anche i rendimenti dei titoli di Stato, con il biennale sceso del 2,70% al 4,7% e il decennale (-2,80%) al 4,28%.

L’analisi

“A prima vista questi numeri rafforzano la narrazione della disinflazione...” evidenzia Enda Curran di Bloomberg, mentre il suo collega Chris Anstey spiega che “questo è effettivamente il primo mese di buoni rapporti sull’inflazione, anche se abbiamo bisogno di un altro paio di buoni rapporti come questo che rimetterebbero davvero settembre in gioco per un taglio del tasso della Fed”.

Il calo dei prezzi “dimostra che la politica monetaria sta avendo l’effetto desiderato e porta l’economia un passo avanti verso l’obiettivo della Fed del 2%”, secondo Richard Flynn di Charles Schwab UK, pertanto se “l’inflazione dovesse scendere in modo consistente nei prossimi mesi, i banchieri centrali dovrebbero essere convinti a ridurre finalmente i tassi di interesse”.

La diffusione del dato, infatti, fa tornare sopra il 70% le previsioni dei trader circa un primo taglio dei tassi a settembre, secondo quanto indicato dallo strumento FedWatch di CME Group, quando nelle scorse settimane era sceso anche sotto il 50%.

Previsioni sulla Fed

Il secondo appuntamento clou di oggi e della settimana sarà la decisione della Federal Reserve sulla sua politica monetaria al termine dei due giorni di meeting, attesa per le ore 20 italiane.

Il comitato di politica monetaria (FOMC) dell’istituto centrale dovrebbe lasciare intatti i suoi tassi di interesse all’interno del range compreso tra il 5,25% e il 5,50%, oltre a mantenere la sua impostazione restrittiva e la politica dei tassi ‘higher for longer’ (più alti a lungo).

Il FOMC, dunque, ribadirà la necessità di centrare al più presto l'obiettivo di ridimensionamento dell'inflazione e di non aver fretta di tagliare i tassi di interesse, a conferma della inedita strategia del ‘wait and see’.

Il doppio mandato della Fed comprende la soddisfazione di due condizioni, ovvero la piena occupazione e la stabilità dei prezzi, pertanto tra i dati più osservati c’è quello sul mercato del lavoro, che la scorsa settimana ha sorpreso molto positivamente il mercato confermando la forza dell’economia statunitense.

Allo stato attuale, i mercati scontano una probabilità maggiore di un taglio dei tassi a settembre ed un nulla di fatto nelle riunioni di giugno e luglio. Più incerto un secondo taglio dei tassi a novembre, il secondo prima della fine dell'anno, che sconta i forti dati occupazionali usciti la scorsa settimana.“I dati a breve termine non sono stati particolarmente incoraggianti per un taglio dei tassi da parte”, spiega Jason Simpson, Senior Fixed Income Etf Strategist di SPDR ETF – State Street Global Advisors, aggiungendo che “la filosofia della Fed è chiara: vuole essere sicura che l'inflazione non ricominci a salire. È quindi probabile che la dipendenza dai dati sia uno dei temi trattati nei commenti sulla decisione della banca centrale”.

Notizie societarie e pre market USA

GameStop (-5%): ha completato ieri un'offerta azionaria ‘at-the-market’ delle sue azioni per raccogliere circa 2,14 miliardi di dollari lordi.

Oracle (+8%): prevede una crescita dei ricavi per l'anno fiscale 2025 a due cifre, superiore alle stime degli analisti che prevedevano una crescita del 9%, grazie alla forte domanda di servizi cloud basati sull'intelligenza artificiale.

FedEx (-0,20%): ha annunciato un piano di riduzione della forza lavoro in Europa tra i 1.700 e i 2.000 dipendenti nelle funzioni di back office e commerciali.

Paramount Global (-2%): il suo maggiore Shari Redstone ha chiuso le trattative con Skydance Media di David Ellison stroncando la potenziale vendita della sua quota di controllo.

Rentokil Initial (+16%): l'investitore Trian Fund Management di Nelson Peltz ha acquisito una partecipazione significativa nell'azienda britannica.

Raccomandazioni analisti

Tesla

JP Morgan: ‘sell’ e prezzo obiettivo invariato a 115 dollari.

GameStop

Wedbush: ‘sell’ e target price diminuito da 13,50 USD a 11 dollari.

NIKE

Goldman Sachs: ‘buy’ e target price ridotto a 118 USD dai 120 dollari precedenti.

Oracle

UBS: ‘buy’ e prezzo obiettivo incrementato da 150 USD a 160 dollari.

Goldman Sachs: ‘neutral’ e target price alzato da 130 USD a 137 dollari.

Boeing

Goldman Sachs: ‘buy’ e target price fermo a 243 dollari.

Baidu

Zephirin: ‘buy’ e prezzo obiettivo diminuito da 114 USD a 122 dollari.

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