L’inflazione USA non si allenta: verso un altro rialzo da 75 punti

Il dato sui prezzi negli Stati Uniti conferma la resistenza dell’attuale livello dei prezzi, spingendo in rosso i future di Wall Street sulle attese di una nuova importante stretta monetaria della Federal Reserve.
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Il dato sull’inflazione
I prezzi rallentano ma non quanto ci si aspettava, consolidando così le attese di un prossimo rialzo di 75 punti da parte della Federal Reserve.
Questa, l’estrema sintesi del dato sull’inflazione negli Stati Uniti diffuso oggi, appuntamento fondamentale di questa settimana e propedeutico per la prossima riunione della Federal Reserve.
Nel dettaglio i prezzi nel mese di agosto negli USA sono aumentati dell’8,3% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, al di sotto all’8,5% del mese precedente ma oltre l’8,1% previsto.
Su base mensile, l’inflazione si attesta allo 0,1% rispetto al mese precedente, risultando superiore sia al dato di luglio (+0%), sia a quello delle attese (-0,1%).
Inoltre, il ‘core rate’, ovvero i prezzi depurati dalle componenti più volatili come cibo ed energia, il più osservato dalla Fed, è aumentato dello 0,6% su base mensile rispetto allo 0,3% del mese precedente e al +0,3% atteso.
La reazione dei mercati
Dopo una mattina trascorsa in crescita di oltre mezzo punto, i future di Wall Street scendono bruscamente dopo il dato sui prezzi, influenzati dal consolidamento di un ampio rialzo dei tassi da 75 punti a settembre.
I più penalizzati sono i future sul Nasdaq, in crollo del 2%, seguiti da quelli dello S&P 500 (-1,35%) e del Dow Jones (-1,20%).
In crescita il dollaro rispetto all’euro, con la coppia EUR/USD che passa da 1,014 precedente al dato a 1,0053.
Le previsioni sui tassi
Il dato odierno sui prezzi verrà analizzato dalla Federal Reserve per decidere sull’entità della stretta monetaria da effettuare nella prossima riunione del 20-21 settembre.
L’ultimo sondaggio Reuters indicava 44 economisti su 72 attendersi un altro incremento da 75 punti base, mentre un’ampia maggioranza prevede tassi fermi per un periodo più lungo una volta raggiunto il picco.
“Le banche centrali devono recuperare terreno se vogliono combattere seriamente l’inflazione”, sottolineano gli analisti di Bank of America, i quali hanno da poco rivisto al rialzo le loro previsioni sui tassi dopo i toni da falco di queste settimane.
In particolare, la banca prevede che i tassi di interesse nominali potrebbero chiudere l’anno tra il 4,00% e il 4,25%. Inoltre, i tassi di interesse reali dovrebbero raggiungere un picco del 3% nella prima metà del 2023 e scendere al 2,50% entro la fine del prossimo anno.
Più cauta Credit Suisse, secondo la quale il probabile collasso dell’inflazione costringerà la Federal Reserve a cambiare nel breve periodo i suoi piani monetari.
La sterzata, prevede lo strategist della banca svizzera Jonathan Golub, dovrebbe arrivare prima di quel che il mercato si attende.
Principali notizie mercato USA
Oracle: ha chiuso il trimestre con un utile per azione rettificato di 1,03 dollari, pochi centesimi sotto le aspettative del consensus, penalizzato dal cambio (8 centesimi). Ricavi aumentati del 45% a 3,6 miliardi di dollari.
Peloton: il presidente e co fondatore, John Foley, lascia il suo posto al membro del consiglio d'amministrazione, Karen Boon.
Relay Therapeutics: ieri ha venduto 11,3 milioni di azioni a 26,50 dollari, con uno sconto dell'8% rispetto all’ultima chiusura (28,80), per un totale di 300 milioni di dollari.
Labs PBC: ieri ha alzato le sue previsioni sul fatturato per l’anno fiscale 2023 a 182-190 milioni di dollari da 177-187 milioni di dollari. Inoltre, ha comunicato un fatturato superiore alle stime nel secondo trimestre e una perdita rettificata inferiore alle previsioni.
Rent the Runway: ha tagliato le sue previsioni di fatturato per il 2022 e annunciato un piano di ristrutturazione finalizzato alla riduzione dei costi.
Akero Therapeutics: il suo farmaco Efruxifermina ha dato buoni risultati in fase di sperimentazione per il trattamento della steatoepatite non alcolica pre-cirrotica.
Raccomandazioni analisti
Oracle
Jefferies: ‘neutral’ e aumento del target price a 85 USD dagli 80 precedenti.
Credit Suisse: ‘buy’ e prezzo obiettivo resta a 115 dollari.
JP Morgan: ‘buy’ e target price a 84 dollari.
Adobe
BMO: ‘neutral’ e target price aumentato a 435 dollari dai precedenti 420 USD.
Mizuho: ‘neutral’ e prezzo obiettivo ridotto a 440 USD dai 480 dollari precedenti.
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