Intesa e Unicredit puntano sul consolidamento. Bancari sugli scudi
Nel fine settimana è arrivato il rilancio di Isp su Ubi banca, con l’aggiunta di una componente cash di 0,57 euro per azione all’Ops su Ubi (1,7 azioni Intesa per ogni azione Ubi). Secondo i rumors anche Unicredit si muove sulla scacchiera italiana: nelle scorse settimane i vertici della banca hanno tenuto degli incontri con Banco Bpm, all’orizzonte un consolidamento di Unicredit in Lombardia e Nord Est.
Bancari italiani in fermento
Il settore bancario italiano conferma il fermento degli ultimi mesi. Nel fine settimana è arrivato il rilancio di Intesa Sanpaolo su Ubi banca mentre, secondo indiscrezioni di stampa, Unicredit starebbe esplorando ipotesi di aggregazione con un rivale italiano: nel mirino ci sarebbe Banco Bpm.
Immediata in apertura di settimana la reazione dei titoli a Piazza Affari. Ubi guida il listino con un guadagno del 12,73% a quota 3,68 euro. In rally anche il titolo Banco Bpm in crescita del 7,80% a 1,5 euro mentre l’indice di settore a metà mattina sale dello 0,99%. Dopo un’apertura di seduta poco mossa, il titolo Intesa guadagna lo 0,72% a metà mattina, mentre Unicredit si attesta poco sopra la parità (0,07%).
Il rilancio di Intesa su Ubi
Intesa Sanpaolo ha aumentato il corrispettivo dell’offerta su Ubi Banca con una componente cash di 0,57 euro per azione oltre allo scambio di 1,7 azioni della stessa Intesa Sanpaolo per ogni azione Ubi apportata all’offerta. L’Ops ora esprime una valorizzazione pari a 4,824 per ciascuna azione di Ubi Banca e, secondo gli analisti, incorpora un premio del 44,7% rispetto al prezzo dell’azione Ubi Banca (calcolato al 14 febbraio al momento del lancio dell’Offerta). La mossa di Ca’ de Sass ha spostato gli equilibri dell’offerta e determina nuove crepe nelle resistenze degli azionisti del fronte del no. Equita questa mattina ha portato il giudizio sul deal da “attraente” a “irrinunciabile”.
Dopo l’annuncio da parte del sindacato degli azionisti bresciani (8% di Ubi), anche la Fondazione Cr Cuneo (6%) e Banca del Monte di Lombardia (5%) hanno dichiarato che aderiranno all’offerta di Intesa Sanpaolo.
Unicredit, ipotesi di aggregazione
Ieri il quotidiano il Messaggero ha riportato di un incontro tra Jean-Pierre Mustier, ad di Unicredit, e l'ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, e di un altro meeting tra i presidenti delle due banche, Cesare Bisoni e Massimo Tononi. Gli incontri risalgono a tre settimane fa ed entrambi gli istituti hanno preferito non commentare.
L’ipotesi riguarderebbe un consolidamento di Unicredit in Lombardia e nel Nord Est, dove Banco Bpm è presente con numerose filiali e, a differenza della mossa di Intesa su Ubi, l’approccio Unicredit-Bpm si configura come “friendly”. Le ipotesi sono rivolte a un riassetto di Unicredit con la creazione di una sub-holding italiana in cui confluirebbero le partecipazioni estere; le filiali italiane (2.700) continuerebbero a fare riferimento alla holding e da lì potrebbe passare l’aggregazione dei 1.750 sportelli Bpm.
Banco Bmp è corteggiato anche da Bper e Monte dei Paschi (che entro il prossimo anno diventerà orfana della partecipazione pubblica) e un progetto accarezzato dal Tesoro sarebbe proprio quello di una fusione tra Piazza Meda, Bper e Monte dei Paschi.
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