Intesa San Paolo: bene la trimestrale nonostante i tassi ai minimi


Boom di ricavi dalle attività di trading. Confermati i target di fine anno. L’a.d. Messina: “Miglior risultato dal 2008”


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Pieno di utili per Intesa San Paolo

Conti sopra le attese e confermata la generosa politica di dividendi. Intesa San Paolo fa il pieno di utili nonostante la forte pressione sui margini.

Il terzo gruppo per capitalizzazione a Piazza Affari ha archiviato i primi nove mesi dell’anno con un utile netto di 3,3 miliardi, in crescita del 9,9% rispetto allo stesso periodo del 2018. Nel solo terzo trimestre l'utile è salito del 25,3% a 1,04 miliardi (-14% rispetto al secondo trimestre del 2019), superando i 927 milioni stimati dal consensus degli analisti. Nei nove mesi i proventi operativi netti si sono attestati a 13,6 miliardi (-0,8%), con interessi netti a 5,3 miliardi (-5%) e commissioni nette a 5,87 miliardi (-2,3%). In calo del 2,5% a 6,76 miliardi i costi operativi, per un rapporto cost/income (costi sui ricavi) sceso al 49,8%.

Come atteso, bene le commissioni da trading, mentre prosegue la pulizia delle sofferenze che ha già raggiunto l'80% del target 2021.

Trimestrale batte le attese

Risultati trimestrali migliori delle previsioni e «pienamente in linea con gli obiettivi», che hanno consentito di confermare ancora una volta il target di un utile 2019 superiore ai 4 miliardi del 2018 e il pagamento di un dividendo in contanti pari all’80% dell’utile.

Guardando l’andamento dei mercati finanziari da inizio anno, lo spaccato dei conti non sorprende. Spicca l'andamento delle diverse voci di ricavo, +24% delle attività e passività finanziarie valutate al fair value, pari a 1,57 miliardi grazie soprattutto all'andamento delle attività di trading e tesoreria, che hanno fatto segnare un risultato di 986 milioni rispetto ai 541 dello scorso anno. Passando ai dati trimestrali, i proventi operativi netti sono cresciuti del 5,7% a 4,5 miliardi, con interessi netti a 1,7 miliardi (-5,6%) e commissioni nette a 1,99 miliardi (+1,6%). In aumento dell'1% a 2,3 miliardi i costi operativi, per un rapporto cost/income migliorato al 50,7% (dal 54,1% del settembre 2018).

L'andamento della gestione

Le rettifiche nette su crediti sono diminuite del 14,6% a 473 milioni nel trimestre e del 17,7% a 1,4 miliardi nei nove mesi.

Quanto agli aggregati patrimoniali, i finanziamenti verso la clientela sono saliti dello 0,4% rispetto a fine 2018 a 395 miliardi. Il totale delle attività finanziarie da clientela si attesta a 951 miliardi (+4,3%), con raccolta diretta bancaria a 427 miliardi (+2,8%). I crediti deteriorati pesano per il 7,6% degli impieghi totali al lordo delle rettifiche e per il 3,6% al netto. Intesa ricorda di aver ridotto lo stock di Npl di circa 20 miliardi dal dicembre 2017 e di circa 33 miliardi dal settembre 2015. Rispetto a fine 2018 il calo è del 13,3%. Nei primi 21 mesi del Piano di impresa 2018-2021 è stato così raggiunto l'80% del target di riduzione complessivo. Il costo del rischio annualizzato è pari nei nove mesi a 47 punti base. Il coefficiente Cet1 calcolato applicando i criteri transitori validi per il 2019 è pari al 14% (dal 13,5% di fine 2018), tenendo conto di 2,65 miliardi di dividendi maturati nei nove mesi.

Osservando i risultati per area di business, nei nove mesi la Banca dei Territori ha ottenuto un utile di 1,3 miliardi (+13,4%), la divisione Corporate e investment banking ha guadagnato 1,5 miliardi (+1,3%), le international subsidiary banks 564 milioni (+4,3%), il Private banking 673 milioni (+0,4%), l'Asset management 344 milioni (+0,6%) e le attività assicurative 495 milioni (-8,3%).

Per quanto riguarda l'intero esercizio, Intesa conferma che «nel 2019 è atteso un aumento del risultato netto rispetto al 2018, conseguente a una crescita dei ricavi, una continua riduzione dei costi operativi e un calo del costo del rischio». Ribadita anche la politica di dividendi per l'esercizio 2019, che prevede la distribuzione di un dividendo cash corrispondente a un payout ratio dell'80% del risultato netto

Miglior risultato dal 2008

L’a.d. Carlo Messina ha spiegato che si tratta del miglior risultato dal 2008 e di aver già raggiunto l'82% dell'utile dello scorso anno, quando la banca aveva registrato 4,05 miliardi di euro.

Intanto i crediti deteriorati lordi sono scesi di 5 miliardi nei primi nove mesi 2019, di 33 miliardi dal settembre 2015 e di 20 miliardi dal dicembre 2017, realizzando, secondo quanto riporta Intesa , nei primi 21 mesi del piano di impresa 2018-2021, già l'80% dell'obiettivo di riduzione previsto per l'intero quadriennio. Lo stock di crediti deteriorati (che nel terzo trimestre 2019 non include più i crediti classificati come inadempienze probabili oggetto di cessione a Prelios) sono scesi a settembre rispetto a dicembre 2018 del 13,3% al lordo delle rettifiche di valore e del 13,9% al netto. L'incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi a settembre 2019 è è stata del 7,6% al lordo delle rettifiche di valore e al 3,6% al netto. Intesa  ha erogato nei nove mesi 32 miliardi di nuovo credito a medio-lungo termine a famiglie e imprese, riportando in bonis nel frattempo 15mila aziende.

Intesa accelera, anche con i tassi bassi

L'ad Messina oggi ha spiegato che "i tassi di interesse bassi sono favorevoli alla nostra attività di wealth management, così come lo spread in calo". E ha poi aggiunto che "la divisione del gruppo dedicata all'asset management sta lavorando intensamente per convertire in risparmio gestito i circa 240 miliardi di risparmi degli italiani presenti nei nostri conti sotto forma di risparmio amministrato e depositi a vista. I primi risultati positivi sono già visibili nel terzo trimestre e le prospettive sono ancora più positive", ha aggiunto il manager.

"Dopo sedici trimestri consecutivi di calo dal picco del 2015, lo stock dei crediti deteriorati è stato ridotto di 33 miliardi lordi, al livello più basso dal 2009", ha ripreso Messina, specificando che "abbiamo raggiunto questo significativo obiettivo senza alcun costo per i nostri azionisti. Dalla creazione di Intesa Sanpaolo  non era mai accaduto che nei primi nove mesi dell'anno si registrasse un flusso di crediti deteriorati così basso, un risultato che riflette la nostra capacità di gestire in maniera proattiva i crediti e la qualità delle nostre aziende clienti, attualmente molto più solide e profittevoli rispetto a quanto non fossero prima della crisi del 2008".

Dopo i conti gli analisti di Keefe, Bruyette & Woods hanno scritto che i risultati sono solidi su ricavi e capitale, visto che il Cet 1 ratio pro-forma al 14,2% si confronta con attese per il 13,9%, mentre il trading è stato del 51% oltre le aspettative probabilmente, suppongono i broker, per l'apporto positivo della raccolta fondi nel trimestre.

RBC Capital Markets e Citi hanno sottolineato l'utile migliore delle attese per il 12%, migliori commissioni anche sotto il profilo del trading e margini in linea.

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