Intesa Sanpaolo, Oddo BHF alza il target price
La banca torinese è vista dagli esperti in una posizione win/win rispetto all’atteso taglio dei tassi da parte della Banca centrale europea, mentre da Jefferies ritengono che il sell-off della scorsa settimana offre un punto di ingresso sul settore bancario italiano.
Oddo BHF sceglie Intesa Sanpaolo
Intesa Sanpaolo convince gli analisti di Oddo BHF che alzano il loro target price sulla banca guidata da Carlo Messina, portandolo da 4,2 a 4,4 euro, con rating outperform. Secondo gli esperti, dunque, l’istituto torinese ha ancora spazio per salire, considerando i 3,485 euro di questa mattina (+0,70%), nonostante il forte rialzo del titolo in questo 2024, già in crescita di oltre il 30% rispetto ai livelli di inizio anno (2,406 euro).
“Grazie al suo modello di business focalizzato sul potenziale di crescita dei risparmi di lungo termine (asset management/wealth management, assicurazione) in Italia, Intesa Sanpaolo è in una posizione win/win rispetto all'attesa normalizzazione dei tassi di interesse”, spiegano dal broker.
“Abbinato al suo bilancio forte e all'efficienza operativa, questo dovrebbe alimentare la credibilità del piano sul capitale del gruppo e della sua interessante politica di remunerazione dei soci, che non è ancora adeguatamente scontata dai prezzi del titolo”, aggiungono gli analisti di Oddo le cui stime sul 2024-2026 si posizionano di un 5% al di sopra del consenso.
Jefferies punta sulle banche italiane
Anche da Jefferies continuano a raccomandare l’acquisto del titolo Intesa Sanpaolo, con prezzo obiettivo a 4,1 euro alzato in occasione dei conti trimestrali quando avevano incrementato anche le loro stime (+1%) per il 2024 e per il biennio 2025-2026 (+4-5%) alla luce del maggiore margine di interesse e di più alti ricavi assicurativi e da commissioni grazie ai migliori conti del primo trimestre e al positivo outlook. Ora Jefferies si posiziona del 4% sopra il consensus in termini di Eps sul periodo 2024-2026.
Ma gli esperti sono positivi su tutto il settore bancario italiano, in considerazione della loro sensibilità allo spread Btp/Bund scesa “in modo consistente rispetto alle crisi passate e ora è tra zero e 20 punti base su un allargamento del differenziale di 100 pb” che li porta a parlare di “Banche italiane – spread (in)sensivity”, titolo del loro report sul comparto.
La ridotta sensibilità, evidenziano, “è spiegata da un ammontare limitato di bond condizionati da cambiamenti del fair value” e, “sulla base della sensibilità media, l'impatto sui ratio Cet1 delle banche italiane di un allargamento di 20 punti base dello spread sul decennale Btp/Bund è “moderato, 2 pb in media” e dunque i cali dopo le elezioni europee della scorsa settimana dei titoli del comparto sono stati “eccessivi”.
Secondo gli esperti, il sell-off post elezioni offre un punto di ingresso sulle banche italiane, pertanto restano ‘buy’ anche su Unicredit (top pick), Bper Banca, Credem e Banca Mediolanum.
Infine, raccomandazione di acquisto anche per 22 analisti del consensus di Bloomberg, con un target price medio di 41, euro e un potenziale rendimento a 12 mesi del 20,7%.
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