IPC negli USA negativo per la prima volta dal 2020

Il dato sull’inflazione di giugno diffuso oggi è risultato inferiore alle previsioni, aprendo le porte ad un taglio dei tassi di interesse della Federal Reserve a giugno.
Indice dei contenuti
Inflazione cala più delle attese
Si raffredda ancora l’inflazione negli Stati Uniti, risultando inferiore anche alle previsioni e rafforzando le aspettative di tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve entro la fine dell’anno.
I dati comunicati oggi hanno mostrato un rallentamento dei prezzi al consumo nel mese di giugno su base annuale, saliti del 3%, meno del 3,1 previsto dagli analisti e del precedente 3,3%. Mensilmente, il dato è risultato negativo dello 0,1%, inferiore al +0,1% previsto e al 0% precedente: per la prima volta da maggio 2020 l’IPC ‘principale’ mensile scende al di sotto dello 0%.
Inferiori alle attese anche sul dato ‘core’ annuale, risultato a +3,3% rispetto al +3,4% previsto, mentre mensilmente è calato a +0,1% dal +0,2% precedente (+0,2% previsto).
In programma oggi anche i dati sulle richieste iniziali di disoccupazione della settimana terminata il 6 luglio, risultate 222 mila, inferiori alle 236 mila previste e dato precedente (239 mila).
La reazione di Wall Street
Dopo la mattinata passata in parità, i future sui principali indici aumentano i propri guadagni, in particolare per quanto riguarda i contratti sul Nasdaq (+0,30%) e sullo S&P500 (+0,20%), mentre il Dow Jones resta in parità.
“I future azionari non stanno aumentando molto, ma bisogna tener presente che hanno raggiunto una sequenza di massimi record nelle ultime sessioni. L'S&P 500 ieri era già in rialzo di oltre il 3% dall'inizio di luglio”, scrive.
Il dollaro si schianta nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD guadagna oltre mezzo punto percentuale, a 1,0888, trascinando con sé l’oro, in crescita dell’1% a 2.400 dollari l’oncia. Sale anche il Bitcoin (+1,20%), oltre i 59 mila dollari.
L’analisi degli esperti
Il PCE Core è da molti considerato l’indicatore dell’inflazione maggiormente tenuto in considerazione dalla Federal Reserve nelle sue decisioni di politica monetaria e dopo la diffusione dei dati di oggi i derivati sui Fed Fund scontano una probabilità dell’84,5% di un taglio dei tassi a settembre, in netto rialzo dal 72,4% che mostrava precedentemente, secondo i dati del FedWatch di CME Group.
“L’economia negli Stati Uniti si è indebolita e con una conseguente bassa inflazione”, spiega Gregory Faranello, responsabile del trading e della strategia dei tassi statunitensi per AmeriVet Securities. Si tratta di “uno scenario positivo per la Fed e le nostre aspettative sono per dati più favorevoli nei prossimi mesi sia per l’occupazione che per l’inflazione, il che dovrebbe indurre la Fed a iniziare ad abbassare i tassi, anche se lentamente e con cautela”.
“La lettura molto debole dell’IPC di giugno – inferiore anche al rapporto ‘veramente buono’ di maggio, per prendere in prestito le parole del presidente della Fed Jerome Powell – ha evidenziato due potenti forze disinflazionistiche: gli affitti immobiliari e i prezzi delle automobili. Questi due settori dovrebbero ridurre l’inflazione nel tempo, anche se gradualmente a causa di alcuni impulsi compensativi nel settore assicurativo”, scrive Anna Wong di Bloomberg Economics, che aggiunge “insieme all’evidenza di un mercato del lavoro in rapido raffreddamento, i dati sull’inflazione di giugno dovrebbero rafforzare la fiducia della Fed sul fatto che sia quasi giunto il momento di tagliare i tassi”.
“Prima della riunione del FOMC del 17-18 settembre sono previsti altri due rapporti sull’inflazione e sull’occupazione e ci aspettiamo che invochino una narrazione simile. La nostra previsione è che la Fed inizi a tagliare i tassi in occasione della riunione del FOMC del 17-18 settembre”, prevede Wong.
Nel vivo la stagione degli utili
Dopo l’antipasto di oggi con PepsiCo, domani entrerà nel vivo la stagione delle trimestrali, momento che viene tradizionalmente identificato con la pubblicazione dei risultati di alcune delle principali banche statunitensi quali JP Morgan, Citigroup, Wells Fargo e Bank of New York Mellon, tutte attese prima dell’apertura di Wall Street.
Secondo FactSet, la crescita degli utili su base annuale dovrebbe attestarsi sull’8,8%, segnando il più grande incremento dal 1° trimestre 2022. Su base settoriale, 8 su 11 comparti dovrebbero registrare una crescita degli utili su base a/a. Di questi, 4 sono attesi con un incremento a due cifre (servizi di comunicazione, assistenza sanitaria, information technology ed energia). A registrare una crescita negativa dei profitti rimangono 3 settori, in primis quello dei materiali.
Guardando invece ai ricavi, è attesa una crescita del 4,6% a/a. Solamente il comparto dei materiali è visto con un fatturato in diminuzione. Per l’intero anno, le attese sono per un incremento degli utili dell’11,2%.
Notizie societarie e pre market USA
Apple (-0,20%): la Commissione Ue ha accettato la sua offerta per aprire ai rivali l'accesso alla tecnologia ‘tap and go’ sugli iPhone utilizzata per i pagamenti senza contatto, rispondendo così alle preoccupazioni sollevate di Bruxelles in materia di concorrenza.
PepsiCo (-1%): ricavi netti per 22,50 miliardi di dollari nel secondo trimestre da 22,32 miliardi di dollari dell'anno precedente, inferiori alle stime degli analisti di 22,57 miliardi (dati LSEG).
Citigroup (-1%): ha ricevuto una multa dalla Federal Reserve de all’Office of the Comptroller of the Currency per 136 milioni di dollari per non aver fatto “sufficienti progressi nel risolvere problemi nella gestione dei dati degli utenti individuati nel 2020”
Pfizer (+3%): annunciato l’avvio per la seconda metà del 2024 di alcuni studi su una versione rielaborata, a rilascio unico giornaliero, della sua pillola sperimentale contro l'obesità, il danuglipron.
Delta Air Lines (-8%): previsto un utile rettificato tra 1,70 e 2 dollari per azione nel trimestre che termina a settembre, inferiori alle aspettative degli analisti di 2,05 dollari (dati LSEG).
Alcoa Corp (+2%): ricavi preliminari per il secondo trimestre compresi tra 2,85 e 2,93 miliardi di dollari, al di sopra delle stime di Wall Street di 2,80 miliardi.
Costco Wholesale (+2%): aumenterà le quote di iscrizione annuali per la prima volta in sette anni per i suoi clienti statunitensi e canadesi, a partire dal 1° settembre.
Intuit (+0,20%): licenzierà circa 1.800 dipendenti, il 10% della sua forza lavoro, per concentrarsi sul suo software di preparazione delle tasse alimentato dall'Intelligenza Artificiale e su altri prodotti finanziari.
WD-40 Company (+11%): ricavi cresciuti del 9% su base annua a 155 milioni di dollari superiori ai 145,8 milioni del consensus (dati LSEG).
La Finestra sui Mercati
Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!
