Italia, segnali contrastanti dai dati sulla fiducia di novembre

Il nuovo aggiornamento sulla fiducia di novembre delinea un quadro divergente per l’economia italiana, con famiglie più caute e imprese che mostrano un miglioramento diffuso nella maggior parte dei settori. Il giudizio composito evidenzia un Paese che fatica a riallineare la domanda con la dinamica dell’offerta, mentre l’industria sembra avviarsi verso una lenta normalizzazione.
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Consumi e manifattura
La prima lettura sui consumatori propone uno scenario meno equilibrato del previsto. Come osserva Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING, il peggioramento dell’umore delle famiglie è netto e riporta l’indice ai livelli più bassi da maggio 2025, con percezioni deteriorate sia sulla situazione economica generale sia su quella personale. Il dato più rilevante è la crescente preoccupazione per il mercato del lavoro, un elemento che continua a frenare la propensione alla spesa. La contrazione degli indicatori relativi all’opportunità di risparmiare e all’acquisto di beni durevoli rivela un irrigidimento dei bilanci familiari e una maggiore cautela, dinamica che suggerisce come la domanda interna resterà un fattore debole nel contributo al PIL del quarto trimestre.
Un quadro molto diverso emerge dal settore industriale. Secondo l’analisi di Pizzoli, la fiducia delle imprese manifatturiere migliora per il quarto mese consecutivo, toccando il punto più alto da luglio 2023 grazie al rafforzamento dei portafogli ordini, sia domestici sia esteri. Anche le scorte di prodotti finiti risultano in calo, un segnale che testimonia il ritorno graduale di una dinamica più fisiologica tra domanda e offerta. Cresce inoltre la produzione attesa, anche se senza impatti visibili sulle prospettive occupazionali. La fase di stagnazione sembra quindi alle spalle, ma un’accelerazione più robusta arriverà solo quando si vedranno gli effetti della spinta fiscale tedesca, elemento considerato decisivo per la domanda europea di beni italiani.
Costruzioni, servizi e il quadro complessivo
Il settore delle costruzioni mostra una lieve eterogeneità. Pizzoli sottolinea che la fiducia resta elevata nella componente residenziale e nell’ingegneria civile, mentre registra un rallentamento nei lavori specializzati. È un quadro che rimane comunque compatibile con una solidità complessiva del comparto, sostenuto dalla continuità dei progetti infrastrutturali finanziati dal fondo di resilienza. Sorprende positivamente la tenuta della domanda residenziale, che sta assorbendo in modo migliore del previsto la progressiva riduzione degli incentivi collegati al superbonus, evitando contraccolpi eccessivi su nuove iniziative e cantieri.
Sul fronte dei servizi si osserva un ritorno di fiducia dopo alcuni mesi di debolezza. Come evidenzia Pizzoli nella nota, l’indice raggiunge il punto più alto da gennaio 2025, sostenuto da un deciso miglioramento nei servizi turistici e in quelli rivolti alle imprese. Unico elemento in controtendenza è il calo dell’informazione e comunicazione, settore che appare maggiormente esposto alle oscillazioni cicliche. Nel complesso, la fase di affaticamento vista nei primi mesi del 2025 sembra essersi esaurita, con un contributo potenzialmente positivo alla crescita del quarto trimestre.
La sintesi dei dati indica un’economia che procede a velocità differenziate. Nell'analisi di Pizzoli, dal lato dell’offerta emerge un modello più bilanciato, con la manifattura che torna a sostenere i servizi dopo un lungo periodo di fragilità. Dal lato della domanda, invece, consumi ancora deboli e investimenti solidi definiscono una dinamica sbilanciata, ma comunque coerente con un rimbalzo marginalmente positivo del Pil nella parte finale dell’anno. Le previsioni di base di ING puntano su una crescita media dello 0,5% nel 2025, scenario che richiederà un ulteriore consolidamento nel 2026 per evitare una ripresa troppo fragile.
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