Iveco crolla in Borsa del 18%, dopo una trimestrale deludente

Nel secondo trimestre, il gruppo brucia cassa al posto di generarla. L'a.d. conferma gli obiettivi ma il mercato preferisce aspettare i numeri. Equita meno ottimista sull'evoluzione degli ordini.
Al mercato non è proprio andato giù che la società, nel periodo aprile-giugno, sia riuscita a bruciare cassa per 98 milioni, quando il consensus stimava una generazione di 38 milioni. Ma secondo gli analisti di Equita ci sarebbe dell’altro: l’attesa di un portafoglio ordini deludente.
Il nuovo ceo non ci sta, conferma i target e conta su un pieno recupero della generazione di cassa per fine anno, con miglioramenti attesi già nel terzo trimestre.
Guardiamo i conti
Il gruppo che produce veicoli commerciali, da quelli leggeri a mezzi medi e pesanti passando da modelli per cantieri ad autobus urbani e interurbani e veicoli antincendio, fuoristrada per la difesa e la protezione civile ha chiuso il secondo trimestre con 3,9 miliardi di euro di ricavi consolidati, in diminuzione del 5% rispetto al secondo trimestre 2023.
Tre i motivi essenziali del calo, diminuzione delle vendite in Europa, un mix di prodotti sfavorevole, con maggiore vendita di quelli a minor fatturato, e un effetto cambio negativo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, parzialmente compensati dal miglioramento dei prezzi.
Nonostante il calo dei ricavi, i margini sono migliorati e l'utile netto adjusted ha toccato i 182 milioni di euro, in aumento di 15 milioni rispetto al secondo trimestre 2023.
Effetto positivo anche a livello di eps, ovvero di utile per azione, che sale a 0,63 euro, + 0,02 euro rispetto al secondo trimestre 2023.
L'Ebit adjusted del trimestre è stato pari a 295 milioni di euro, in diminuzione di 16 milioni di euro rispetto al secondo trimestre 2023, con un margine del 7,5%, che risulta in linea con l'anno precedente.
Contestualmente, l'Ebit adjusted delle attività industriali è sceso a quota 264 milioni di euro, in diminuzione di 12 milioni di euro su base annua, con un margine del 6,9% (+10 punti base) per effetto di prezzi costantemente migliori compensati principalmente da minori volumi e da un impatto negativo dei cambi.
A livello di singole aree di attività, la divisione Truck (veicoli commerciali) ha registrato un calo dei ricavi del 10% a 2,56 miliardi di euro, mentre l'Ebit adjusted è pari a 190 milioni di euro, in diminuzione di 35 milioni di euro rispetto al secondo trimestre 2023, principalmente per effetto di minori volumi, mix negativo, e un impatto negativo dei cambi, parzialmente compensati da migliori prezzi.
Migliore la performance di Iveco Bus: +22% a livello dei a 612 milioni di euro, con un Ebit adjusted a 32 milioni raddoppiato dai 16 dello stesso periodo di un anno fa, trainato da maggiori volumi, migliore mix e migliori prezzi e un margine del 5,2%.
Bene anche Iveco Defence con 285 milioni di euro di ricavi (+29,5% anno su anno), con l'Ebit adjusted in aumento di 8 milioni a 28 milioni di euro.
L'unità Powertrain evidenzia, invece, una contrazione delle entrate del 13,7% a 980 milioni di euro, con l'Ebit adjusted in linea con il secondo trimestre 2023 a 65 milioni.
L'unità Financial Services, infine, ha registrato un aumento delle entrate del 21,4% a 142 milioni di euro, con un Ebit contestualmente in calo di 4 milioni a 31 milioni di euro e un portafoglio gestito di 7,929 miliardi di euro alla fine del trimestre, incluso quello delle joint venture non consolidate.
Gli oneri finanziari del gruppo si sono ridotti a 49 milioni di euro, contro 82 milioni di euro nel secondo trimestre 2023, una diminuzione ascrivibile, in particolare, a un impatto più contenuto del costo delle coperture in Argentina e di un miglioramento dell'impatto della contabilità per iperinflazione argentina.
La delusione, come dicevamo arriva dal fatto che la società ha bruciato cassa nel periodo al posto di generarla. Il free cash flow delle attività industriali del gruppo risulta negativo per 98 milioni di euro, contro il risultato positivo per 135 milioni di euro nel secondo trimestre 2023. Secondo la società l’ impatto negativo è solo temporaneo legato agli sforzi per garantire la qualità e la rapidità nel mettere a disposizione i prodotti del Model Year 2024.
La liquidità disponibile al 30 giugno 2024 si è ridotta a 4,17 miliardi di euro, in calo di 508 milioni rispetto al 31 marzo 2024. È stata inoltre "confermata la previsione sulla generazione di free cash flow industriale per l'anno 2024 tra 350-400 milioni di euro", ha precisato la cfo Anna Tanganelli.
Ceo ottimista
Il nuovo amministratore delegato, Olof Persson nella sua prima conference call con gli analisti ha confermato i target del piano industriale
"La mia nomina a CEO di Iveco non porterà ad alcuna modifica alla strategia presentata al Capital Markets Day di marzo 2024, con i singoli percorsi delle business unit che sono tutti confermati nella loro interezza".
La conferma della guidance "si basa sul solido inizio dell'anno e sull'evoluzione del portafoglio ordini, e include una visione ancora prudente sul secondo semestre del 2024, in particolare sulle dinamiche dei prezzi nel quarto trimestre", ha detto Persson. Il margine EBIT rettificato è confermato in crescita su base annua nei settori Difesa, Autobus e Powertrain. Inoltre, è confermata la generazione di FCF (generazione di cassa -free cash flow) industriali per l'anno fiscale 2024, mentre il livello di liquidità disponibile rimarrà solido, in linea con gli obiettivi a medio e lungo termine.
La società ha spiegato che gli ordini Model Year 2024 stanno arrivando bene, con ottimi riscontri da parte dei clienti e con le consegne che prenderanno slancio nell'ultima parte dell'anno.
Parlando dell'andamento del business, il numero uno di Iveco ha detto che il portafoglio ordini nel settore degli autocarri alla fine del trimestre era a "un livello che considereremmo più normale, con circa 13 settimane di produzione già vendute per i veicoli commerciali leggeri e circa 9-10 settimane per i veicoli medi e pesanti". Se si considera la nostra business unit Autobus, "il portafoglio ordini copre tutto il 2024 e ora si estende fino al 2025, con la prima metà del prossimo anno completamente coperta". In Difesa, "abbiamo già rivelato che il nostro portafoglio ordini - riferito solo agli ordini già finanziati dai clienti - copre sostanzialmente l'intero fatturato per il periodo del piano aziendale, con un solido potenziale di rialzo nel back-end del nostro piano".
A una domanda sulla divisione Difesa, il CEO ha sottolineato che fa parte del nuovo piano e la società è "molto soddisfatta con profittabilità, backlog e future opportunità". Per quanto riguarda l'M&A, vista la taglia inferiore di Iveco rispetto ai concorrenti, Persson ha sottolineato di non essere contrario, ma che il gruppo sta puntando sulle partnership: "è una strategia ben pensata e appropriata per noi".
Opportunità sul titolo
Se avesse ragione il nuovo a.d., che si tratta solo di un calo una tantum della gestione di casa, di fatto un anticipo sul piano di lancio dei modelli 2024, allora il calo di oggi potrebbe rappresentare un’occasione di acquisto. Non siamo però così ottimisti e crediamo che per riconquistare la fiducia del mercato la società dovrà presentare dei numeri convincenti, quindi il recupero del titolo potrà arrivare solo se ci saranno indicazioni confortanti nei prossimi mesi sulla generazione di cassa.
Ci aspettiamo che già da domani arrivino una raffica di tagli di raccomandazioni sul titolo da parte degli esperti. Poi saranno i numeri e non le parole a dire se il nuovo a.d. aveva ragione o meno.
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