Iveco, terzo rialzo della guidance 2023

La società ha comunicato i risultati del terzo trimestre dell’anno in corso e alla luce di numeri definiti “solidi” e delle positive prospettive future, ha aumentato le sue previsioni di Ebit adjusted, anche se il titolo ha aperto in negativo a Piazza Affari.
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La trimestrale di Iveco
Trimestrale “solida” e terzo rialzo della guidance 2023 per Iveco, spinta dall’incremento di ricavi e utili grazie a migliori prezzi.
In particolare, il gruppo ha chiuso il terzo trimestre dell’anno in corso con una crescita di 54 milioni di euro per l’utile netto adjusted rispetto allo stesso periodo 2022 e arrivando così a 84 milioni di euro, con un risultato diluito per azione adjusted salito di 0,28 euro.
Crescita anche per i ricavi consolidati, saliti del 6,7% a 3,76 miliardi e i ricavi netti, saliti a 3,671 miliardi grazie ad un +5,8% messo a segno nel periodo.
Ebitd ajusted di 213 milioni, in aumento di 112 milioni rispetto al terzo trimestre 2022, con un margine del 5,7%, mentre quello rettificato si attesta a 180 milioni rispetto ai 164 milioni previsti dal consensus fornito dalla stessa società.
La società ha inoltre comunicato che il prossimo Capital Market Day si svolgerà il 14 marzo 2024.
Rialzo della guidance 2023
Alla luce dei numeri diffusi questa mattina, Iveco ha deciso il rialzo della guidance per l’anno in corso “sulla base della solida performance del terzo trimestre, delle attuali prospettive del settore, di un portafoglio in evoluzione e dell'assenza di segnali di livelli insoliti di cancellazione ordini”.
Nel dettaglio, l'Ebit adjusted consolidato è previsto in rialzo tra 870 e 900 milioni di euro (rispetto alla precedente stima tra 750 e 800 milioni di euro) e i ricavi netti delle attività industriali sono previsti in crescita tra l'8% e il 9% rispetto al 2022 (prima dal 5% all'8% rispetto al 2022).
L’Ebit adjusted delle attività industriali viene ora stimato con una crescita tra 770 e 800 milioni di euro (in rialzo tra 650 e 700 milioni la precedente guidance).
Confermate, invece, le spese generali, amministrative e di vendita delle attività industriali a circa il 6% dei ricavi netti, così come la liquidità netta delle stesse attività a circa 2 miliardi di euro, incluso il riacquisto di azioni e le transazioni straordinarie già comunicate.
Infine, gli investimenti delle attività industriali sono attesi in rialzo al 20% circa rispetto al 2022 (prospettive finanziarie precedenti: in rialzo del 15% circa rispetto al 2022).
Calano le consegne di veicoli industriali e autobus
Per il prossimo anno, Iveco risulta “sulla buona strada per ridurre il livello degli ordini su basi più sane, preparandosi all'apertura degli ordini per il Model Year 2024, con 25 settimane di produzione già vendute per i veicoli commerciali leggeri e circa 20 settimane sia per i veicoli medi sia per i veicoli pesanti”, pertanto, “il rapporto tra ordini e fatturato per i veicoli industriali a livello globale è di 0,73 alla fine del terzo trimestre 2023”, spiega la nota.
Inoltre, le consegne di veicoli industriali e autobus sono diminuite dell’8% su base globale, con la sola Europa stabile rispetto al terzo trimestre 2022 (con i veicoli medi e pesanti in crescita del 13% e gli autobus in crescita del 18%, compensati da minori consegne per i veicoli leggeri rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente).
“Nonostante la maggior parte dell'inventario del nostro canale contenga già ordini da parte dei clienti finali, abbiamo rallentato la consegna di nuovi veicoli alla nostra rete poiché abbiamo riscontrato tempi di consegna piuttosto lunghi e legati alla capacità presso diversi allestitori in tutta Europa. Ciò ha portato ad un livello piuttosto elevato di scorte finite - e ad un assorbimento di liquidità a livello di Gruppo - che esauriremo nel corso del quarto trimestre 2023 e del primo trimestre 2024”, spiega Gerrit Marx, amministratore delegato di Iveco.
A Piazza Affari, intanto, il titolo Iveco scambia subito in negativo e arriva a cedere oltre il 5% nella prima mezz’ora di scambi, toccando un minimo di 7,482 euro, per poi essere sospesa dalle contrattazioni a 7,5 euro.
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