JP Morgan delude, Wall Street si indebolisce dopo l’IPP

Oggi entra nel vivo la stagione degli utili delle società quotate alla Borsa di New York e i numeri diffusi dalle grandi banche sono risultati contrastanti, mentre i dati sui prezzi alla produzione del mese di giugno hanno mostrato un aumento superiore alle attese.
Future in parità
Le grandi banche tolgono il protagonismo alle big tech con le trimestrali di JP Morgan, Citi e Wells Fargo, in una giornata in cui erano attesi anche i dati sui prezzi alla produzione, risultati superiori alle attese.
Dopo una mattinata trascorsa in parità, i future sul Nasdaq si tingono di rosso (-0,20%) quando manca meno di un’ora all’avvio delle contrattazioni, mentre quelli sullo S&P500 cedono lo 0,10%. In verde i contratti sul Dow Jones (+005%).
I dati sui prezzi alla produzione del mese di giugno sono risultati in aumento a +0,2% su base mensile, tornando così positivi dopo il -0,20% del dato precedente e risultando superiori alle previsioni (+0,1%). Su base annuale, l’indice IPP è risultato in crescita del 2,6%, superiore alle attese (+2,3%) e al numero precedente (+2,4%).
Il dollaro è di nuovo in difficoltà nei confronti dell’euro, anche se il dato sui prezzi ha ridotto il calo e il cross EUR/USD scambia a 1,0877 (+0,10%). L’oro (-0,60%) scambiato a 2.407 dollari l’oncia e il Bitcoin (-2,50%) a 57.356 dollari.
Tesla ancora in calo dopo il crollo di ieri (-8,50%) con una flessione del 2% nel pre market USA di oggi, vista aprire la seduta sotto i 240 dollari per azione.
Le debolezze di JP Morgan
Oggi entra nel vivo la stagione degli utili a Wall Street, con le grandi banche che come sempre danno il via alla pioggia di risultati.
La più attesa era JP Morgan Chase, ma, a dispetto dell’aumento dell’utile netto (+25%), il titolo cedeva l’1,5% nel pre market, in quanto l’incremento era dovuto in gran parte ad un accordo con Visa che ha aggiunto 8 dei 18 miliardi complessivi. Escludendo questi guadagni, la principale banca USA avrebbe riportato 13,1 miliardi. Altro elemento debole comunicato dalla banca è stato quello legato all’utile sui prestiti (margine di interesse netto), sceso dell’1% per il secondo trimestre consecutivo.
JPMorgan, tuttavia, mantiene le sue previsioni di reddito da interessi netti per l'intero anno pari a 91 miliardi di dollari, esclusi i ricavi da negoziazione, equivalente ad un incremento del 2% rispetto al dato dello scorso anno.
Nelle parole del Ceo, Jamie Dimon, c’è stato spazio per valutare i rischi futuri. “Mentre le valutazioni di mercato e gli spread creditizi sembrano riflettere una prospettiva economica piuttosto favorevole, continuiamo a essere vigili sui potenziali rischi estremi”, riferendosi alle tensioni geopolitiche e alle persistenti forze inflazionistiche, aggiungendo anche un’inflazione e tassi di interesse che potrebbero “rimanere alti di quanto previsto dal mercato”.
Le previsioni sulla stagione degli utili
In base ai dati LSEG pubblicati oggi, gli utili del secondo trimestre delle società dello S&P 500 dovrebbero essere aumentati del 10,1% rispetto all'anno precedente, in accelerazione rispetto alla crescita dell'8,2% del primo trimestre, anche se risulta in leggero calo rispetto al +10,4% previsto all'inizio di aprile.
Tra le previsioni ottimistiche, Nvidia a maggio ha previsto ricavi trimestrali superiori alle stime, mentre Microsoft ad aprile ha previsto ricavi da cloud intelligente per lo più superiori agli obiettivi di Wall Street.“C’è ottimismo per quanto riguarda la stagione degli utili”, spiega Peter Tuz, presidente di Chase Investment Counsel a Charlottesville, in Virginia, evidenziando soprattutto l'aumento delle stime da parte di alcune delle aziende che operano nel campo dell'intelligenza artificiale.
Notizie societarie e pre market USA
JP Morgan Chase (-1,5%): utili nel secondo trimestre per 18,15 miliardi di dollari, o 6,12 dollari per azione, rispetto a 14,47 miliardi, o 4,75 dollari per azione, dello scorso anno.
Citi (+3%): utile netto del trimestre salito a 3,2 miliardi di dollari, ovvero 1,52 dollari per azione, superiore ai 2,9 miliardi di dollari, o 1,33 dollari per azione, dell’anno precedente.
Wells Fargo (-5%): ricavi netti da interessi per il secondo trimestre a 11,92 miliardi di dollari, inferiori alla stima media degli analisti di 12,12 miliardi (dati LSEG).
Bank of New York Mellon (+2%): utile netto per il secondo trimestre a 1,52 dollari per azione, in aumento rispetto a 1,31 dollari dell'anno precedente.
AT&T (-2%): ad aprile sono stati scaricati illegalmente i dati di circa 109 milioni di account di clienti contenenti registrazioni di chiamate e messaggi dal 2022.
Fastenal (+4%): utile trimestrale rettificato di 51 centesimi per azione per il trimestre conclusosi a giugno, inferiore allo stesso trimestre dell'anno scorso, quando la società aveva riportato un EPS di 52 centesimi. L'aspettativa media di dieci analisti per il trimestre era di un utile di 51 centesimi per azione, mentre Wall Street si aspettava risultati compresi tra 50 e 52 centesimi per azione.
ASP Isotopes (-18%): lanciata ieri un’offerta di azioni senza rivelare l'entità dell'operazione con lo scopo di utilizzare i proventi nella costruzione di impianti in Sudafrica e Islanda, secondo il prospetto depositato presso la SEC.
Raccomandazioni analisti
Tesla
UBS: da ‘neutral’ a ‘sell’ e prezzo obiettivo alzato da 147 USD a 197 dollari.
Amazon
Jefferies: ‘buy’ e target price sempre a 235 dollari.
Pfizer
Goldman Sachs: ‘buy’ e prezzo obiettivo confermato a 31 dollari.
Jefferies: ‘buy’ e target price fermo a 32 dollari.
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