Juventus stordita anche a Milano dopo la penalizzazione in campionato


La penalizzazione di 15 punti in campionato per i bianconeri viene accolta tra le vendite a Piazza Affari in quanto pongono in dubbio la qualificazione della squadra alla Champions League, mentre restano i rischi per il futuro viste le vicende aperte sugli accordi tra società e calciatori in tema di stipendi.


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Juventus a picco

Lunedì di passione per il titolo Juventus, oggi impegnato ad affrontare la prima seduta di Piazza Affari dopo la sentenza che aveva decretato 15 punti di penalizzazione in campionato per la squadra di calcio.

Questa mattina le azioni bianconere non erano riuscite a far prezzo in apertura ed entravano in contrattazione solo intorno alle 9:40, per poi affondare con -10% a circa 0,29 euro.

Importanti i volumi dopo un’ora di scambi, pari a 15 milioni di titoli a fronte di una media a 30 giorni di oltre 12 milioni.

Le vendite, sottolinea alla Reuters un trader, rappresentano una “reazione umorale degli investitori”, nonostante “le chances per qualificarsi alla Champions ci sono e teoricamente potrebbe ancora farcela”.

Di certo non ha aiutato il pareggio di ieri contro l’Atalanta in campionato che ha fatto scivolare la Juventus al nono posto in campionato.

La decisione

La penalizzazione da scontare nel corso della stagione in corso è stata decisa dalla Corte Federale di Appello della Figc nell’ambito del processo sulle plusvalenze nei trasferimenti dei calciatori, in corso da diversi mesi, inibendo per 16 mesi dalle attività in ambito FIGC il Direttore Sportivo della società, Federico Cherubini, con richiesta di estensione in ambito UEFA e FIFA.

La società bianconera ha comunicato di essere in attesa della pubblicazione delle motivazioni e ha preannunciato la proposizione di ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport nei termini del Codice di Giustizia Sportiva.

Ieri, inoltre, la società ha comunicato la nomina di Francesco Calvo, già Chief of Staff della società, quale Chief Football Officer, a riporto del Chief Executive Officer, Maurizio Scanavino.

Gli altri rischi

I guai per la Juventus potrebbero non essere terminati, in quanto “ha altri procedimenti pendenti che potrebbero portare ad ulteriori decisioni sulla società ed il management uscente”, ricordano da WebSim, mentre recentemente il presidente di Juventus Andrea Agnelli ha rassegnato le dimissioni da tutte le cariche in Juventus e dal CdA di Exor e Stellantis.

A pesare sul futuro c’è il capitolo ‘manovre stipendi’ relativo agli anni 2020 e 2021, quelli del Covid, nel corso dei quali la società e un buon numero dei suoi giocatori avevano concordato una riduzione dei compensi.

La decisione, però, potrebbe nascondere alcuni accordi non trasparenti e fuori dai canali contrattuali consentiti, come la ‘carta Ronaldo’, violando le Norme Organizzative Interne Federali (NOIF) per intese non depositate in Lega e in Federcalcio fra il club e i giocatori.

Nel caso venissero riscontrate colpevolezze, potrebbero rischiare anche gli agenti e gli stessi calciatori della Juventus.

A questo si aggiunge un potenziale rischio che riguarda le decisioni della UEFA, la Federcalcio europea, per ora solo spettatrice delle vicende ma che in futuro potrebbe addirittura decidere una esclusione dei bianconeri dalle competizioni europee.

Impatto su Exor

La mancata partecipazione della Juventus alla Champions League per il prossimo anno avrebbe un impatto negativo anche per Exor, la ‘cassaforte’ della famiglia Agnelli e azionista di maggioranza dei bianconeri con il 63,8% del capitale.

La Juventus “rappresenta circa il 2% del NAV di Exor con un valore di mercato di circa 546 milioni di euro”, calcolano da WebSim, ma per il momento “rimane intenzionata a mantenere la maggioranza della Juventus”.

Pertanto, dalla sim mantengono la raccomandazione ‘interessante’ sul titolo Exor, con target price di 100 euro, mentre oggi ad Amsterdam le azioni della società restano intorno la parità a 71,90 euro.

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