L'euro inizia la settimana con delle perdite
Con l'aumento dei posti di lavoro negli Stati Uniti, il rapporto EUR/USD è riuscito a chiudere una settimana all’insegna del rialzo, intorno al livello di 1,06. Si tratta di un mercato che potrebbe essere un po' in ipervenduto ma, probabilmente, i tassi d'interesse in America rimarranno alti, considerato anche i dati relativi ai Non-Farm Payrolls che sono stati molti più di quanto previsto.
Questa settimana, l'attenzione degli investitori e dei mercati si rivolgerà all'inflazione statunitense ed al contenuto dei verbali dell'ultima riunione della Federal Reserve.
La produzione industriale tedesca è diminuita ad agosto dello 0,2%, dopo il -0,6% rivisto di luglio e al di sotto della stima di consenso. Si tratta del quarto calo consecutivo, che indica un ciclo negativo prolungato del settore produttivo. Nonostante gli ordini di fabbrica siano aumentati del 3,9% in agosto, le prospettive rimangono difficili. Il settore manifatturiero è chiaramente in fase di contrazione, con il PMI manifatturiero di settembre a 39,6 (il livello 50 separa la contrazione dall'espansione).
La Germania, tradizionalmente la locomotiva dell'eurozona, è rimasta piatta nel secondo trimestre e potrebbe essersi contratta nel terzo. L'economia tedesca, così come altri Paesi dell’area EU, è schiacciata dagli alti tassi di interesse, dalla debolezza dei consumi e dal calo delle esportazioni.
Sebbene i dati in arrivo dagli USA e dalla Germania non garantiscano che assisteremo a un rimbalzo dai livelli attuali, dovrebbe almeno servire da avvertimento per i venditori: i compratori potrebbero acquistare questi minimi nella speranza di un eventuale rally - che presuppone un dollaro USA e rendimenti obbligazionari più deboli.
Nonostante la BCE abbia avvertito che i tassi potrebbero rimanere alti più a lungo per allentare l'inflazione, i timori di tassi elevati più a lungo potrebbero alimentare le preoccupazioni per l'impatto che ciò potrebbe avere sull'economia dell'eurozona: con l'economia dell'eurozona che già mostra segni di debolezza, è probabile una recessione o almeno un rallentamento economico prolungato si verifichino nel prossimo trimestre. Il mercato si concentrerà probabilmente sul momento in cui la BCE potrebbe iniziare a ridurre i tassi di interesse, esercitando una maggiore pressione sull'euro.
Se i dati dovessero indicare che l'economia dell'eurozona sta toccando il fondo, il quadro potrebbe essere leggermente più positivo per l'euro. Tuttavia, dato che è probabile che la BCE inizi a tagliare i tassi l'anno prossimo prima della Fed, la coppia EUR/USD potrebbe faticare a ottenere guadagni significativi.
Graficamente il trend rimane ribassista. La perdita di area 1,06 USD ha portato la coppia EUR/USD a testare la trendline in area 1,048 USD, che ha fatto da supporto insieme ad area 1.052 USD.
Possibile un rimbalzo fino ad area 1,06 USD, a ritestare il supporto statico, la cui rottura e mantenimento potrebbe portare il cambio verso area 1,08 USD. La perdita di area 1,05 USD potrebbe spingere EUR/USD verso area 1,035 USD.
Su timeframe giornaliero i prezzi sono sotto la EMA 200.
Su timeframe giornaliero: 3 indicatori tecnici su 18 sono rialzisti, 8 ribassisti e 7 neutrali.
Su TF orario, EUR/USD è a caccia di un rimbalzo ma il trend principale rimane in mano ai venditori
Il cambio EUR/USD dopo aver mantenuto trendline e supporto a 1,04527 USD, si riporta nei pressi di 1,0525 USD che, in questo momento, funge da supporto. Il suo mantenimento potrebbe portare il cambio verso 1,058 USD e 1,0636 USD
Come scritto nell’articolo precedente, nel brevissimo, i traders potrebbero valutare di aprire posizioni long EUR solamente al di sopra di 1,0809 USD. Sotto il livello di 1,0809 sarebbero da privilegiare posizioni short EUR.
Su timeframe orario: 4 indicatori tecnici su 18 sono rialzisti, 4 sono ribassisti e 10 neutrali.
I 3 oscillatori utilizzati dal nostro sistema su TF orario indicano una tendenza neutrale/leggermente rialzista.
Su TF orario EUR/USD rimane a ridosso della EMA a 200 periodi.
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