L’Ocse riduce le previsioni di crescita per l’Italia

L’Organizzazione ha ridotto anche le sue previsioni per il Pil mondiale a causa dei rischi derivanti dall’inasprimento della guerra commerciale che potrebbero avere un impatto negativo anche sugli stessi Stati Uniti.

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Previsioni Ocse sull’Italia

La guerra commerciale ridurrà la crescita economica mondiale, compresa quella dell’Italia. Sono le ultime previsioni dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) che, per quanto riguarda il nostro Paese, l’Ocse ha tagliato allo 0,6% l’aumento del Prodotto Interno Lordo per quest’anno, dal precedente +0,7%.

L’organizzazione segnala che l’Italia ha riportato progressi migliori del previsto per quanto riguarda il risanamento dei conti pubblici, in particolare sul deficit del 2024 calato 3,4% del Pil, dal 7,2% del 2023, 0,4 punti percentuali al di sotto di quanto preventivato dallo stesso Governo.

Quest'anno il disavanzo dovrebbe calare al 3,1% del Pil e nel 2026 al 2,8%, riportandosi quindi al di sotto della soglia del 3% stabilita dal Patto di stabilità e di crescita della UE. In discesa anche il debito pubblico che inizierà a limarsi rispetto al PIL già da quest'anno, al 135% a fronte del 135,3% del 2024, e proseguirà su questo sentiero anche nel 2026 con un 134,5%.

Nuovo calo atteso anche per il tasso di disoccupazione, al 6,1% quest'anno (a fronte del 6,5% cui era calato nel 2024), livello che dovrebbe essere mantenuto anche per tutto il 2025. Oggi, intanto, è stato diffuso il dato di aprile 2025, risultato del 5,9% su base mensile, inferiore al 6,1% precedente e previsto dagli economisti.

Il rapporto Ocse prevede che le esportazioni italiane siano destinate a ristagnare quest’anno a causa dell’inasprimento delle politiche commerciali, mentre gli investimenti potrebbero essere sostenuti da un’accelerazione dell’attuazione del PNRR, con un impatto positivo sull’occupazione nel medio termine.

Per sostenere gli standard sui livelli di vita più a lungo termine, lo studio raccomanda all'Italia di migliorare le opportunità di formazione per giovani ma anche per i lavoratori più anziani, in modo da migliorare le capacità professionali e adattarle alle richieste del mercato del lavoro.

Rischi per la crescita

“I rischi per la crescita restano orientati al ribasso, a causa dell'incertezza generata dagli sviluppi delle politiche commerciali globali”, scrive l’Ocse nel capitolo dedicato all’Italia del nuovo outlook, sottolineando il fatto che “nuove restrizioni commerciali o misure di ritorsione, o una debolezza più prolungata della domanda nell'area euro, potrebbero portare a una contrazione delle esportazioni più marcata del previsto”. L'incertezza “potrebbe indurre le imprese a ridurre più del previsto i propri piani di investimento e assunzione e le famiglie a limitare i consumi per accrescere i risparmi precauzionali”.

In positivo, "una quota maggiore dei progetti di investimento pubblico finanziati attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza potrebbe essere realizzata nel 2025 e 2026 rispetto alle attese".

La crescita globale

Andando al di là dell’Italia, l’Ocse ha ridotto le sue previsioni sul Pil mondiale al 2,9% per il 2025 e per il 2026, rispetto al 3,3% dello scorso anno.A marzo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico prevedeva una crescita del 3,1% quest'anno e del 3% l'anno prossimo. Le nuove stime, si precisa nel rapporto, presuppongono che i livelli tariffari in vigore a metà maggio restino invariati, nonostante i ricorsi legali in corso.

Per quanto riguarda l'inflazione, le nuove stime sono un incremento annuo nelle economie del G20 del 3,6% nel 2025 e del 3,2% nel 2026. A marzo previsto un +3,8% nel 2025 e un +3,2% nel 2026. Per le economie Ocse atteso +4,1% e +,3,2%.

“Le prospettive globali stanno diventando sempre più complesse”, scrive l’Ocse, spiegando che “aumenti sostanziali delle barriere commerciali, condizioni finanziarie più restrittive, un indebolimento della fiducia di imprese e consumatori e una maggiore incertezza politica avranno effetti negativi significativi sulle prospettive di crescita, qualora dovessero persistere. L'aumento dei costi del commercio, in particolare nei Paesi che stanno introducendo dazi, spingerà anche al rialzo l'inflazione, sebbene tale effetto sarà parzialmente compensato dal calo dei prezzi delle materie prime”.

"L'economia globale è passata da un periodo di crescita resiliente e inflazione in calo a un percorso più incerto dove la persistente incertezza sta gravando sul commercio e sugli investimenti, indebolendo la fiducia di consumatori e imprese e peggiorando le prospettive di crescita", affermava il segretario Generale dell'Ocse, Mathias Cormann, presentando a Parigi il nuovo economic outlook

"Le nostre ultime stime”, proseguiva Cormann, “mostrano che i governi devono collaborare attraverso il dialogo per affrontare le potenziali sfide al sistema commerciale globale in modo positivo e costruttivo, mantenendo i mercati aperti e preservando i benefici economici di un commercio globale basato su regole per la concorrenza, l'innovazione, la produttività, l'efficienza e, in definitiva, la crescita".

Le previsioni per aree

A livello di aree, l'Ocse ha previsto per gli Stati Uniti un +1,1% di crescita quest'anno e un +1,6% il prossimo, ipotizzando, ai fini dei calcoli, che i dazi in vigore a metà maggio rimangano tali per il resto del 2025 e del 2026. Per quest'anno, le nuove previsioni segnano un taglio considerevole: l'organizzazione in precedenza aveva previsto che la prima economia mondiale sarebbe cresciuta del 2,2% nel 2025 e dell'1,6% nel 2026.

Per l'eurozona si attende un +0,7% quest'anno e un +1,7% il prossimo, mentre per la Cina un +4,3% quest'anno e un +4,5% il prossimo.

Il rallentamento sarà concentrato principalmente negli Stati Uniti, in Canada e in Messico, mentre per la Cina e altre economie si prevede una revisione al ribasso più contenuta. "La crescita del commercio globale è destinata a rallentare in modo significativo nei prossimi due anni dopo un marcato anticipo delle spedizioni in vista degli aumenti tariffari previsti e l'incertezza dovrebbe continuare a frenare gli investimenti delle imprese".

"Anche i rischi sono aumentati significativamente” e “c'è il rischio che il protezionismo e l'incertezza delle politiche commerciali aumentino ulteriormente e che vengano introdotte altre barriere commerciali. Secondo le nostre simulazioni, ulteriori dazi ridurrebbero ulteriormente le prospettive di crescita globale e alimenterebbero l'inflazione, frenando ulteriormente la crescita globale", conclude l’Ocse.

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