L’Opec+ cambia strategia e lascia ferma la produzione

L’Opec+ cambia strategia e lascia ferma la produzione

I Paesi dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori del Petrolio e i suoi alleati (Russia) hanno confermato la decisione del 2 novembre 2025 di fermare l’aumento di output di greggio relativa ai mesi di gennaio, febbraio e marzo 2026.

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Petrolio in crescita

Prezzi del petrolio in crescita del 2% dopo la decisione dell’Opec+ di mantenere i suoi piani di sospensione degli aumenti di produzione nel corso del primo trimestre dell’anno.

I future sul Brent salgono a 63,60 dollari e i contratti sul greggio WTI si portano sulla soglia dei 60 dollari al barile. Entrambi i contratti avevano chiuso in territorio negativo venerdì scorso per il quarto mese consecutivo ma si tratta comunque dei minimi dell'anno, con le quotazioni che si avviano a chiudere il 2025 in calo di oltre il 16%.

Le decisioni dell’Opec+

I Paesi dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori del Petrolio e i suoi alleati (Russia) hanno confermato la decisione del 2 novembre 2025 di fermare l’aumento di produzione relativa ai mesi di gennaio, febbraio e marzo 2026. La decisione rappresenta un cambio di strategia dopo i vari aumenti di output che avevano caratterizzato la seconda parte del 2025.

Il ritorno alla produzione di 1,65 milioni di barili al giorno “potrebbe avvenire parzialmente o completamente, a seconda delle condizioni di mercato, in modo graduale”, si legge nella nota pubblicata dall’Opec. I Paesi “continueranno a monitorare e valutare attentamente le condizioni di mercato”, prosegue l’organizzazione “e, nel loro continuo impegno a sostenere la stabilità del mercato, hanno ribadito l'importanza di adottare un approccio cauto e di mantenere la massima flessibilità per continuare a sospendere o annullare gli ulteriori aggiustamenti volontari della produzione, inclusi gli aggiustamenti volontari precedentemente implementati per i 2,2 milioni di barili al giorno annunciati a novembre 2023".

I produttori Opec+, inoltre, terranno riunioni mensili per esaminare le condizioni di mercato, la conformità e la compensazione e la prossima riunione è fissata per il 4 gennaio 2026.

Il meccanismo di flessibilità

L’Opec+ ha inoltre confermato il mandato al Comitato di monitoraggio, da riunire ogni due mesi, con l’assistenza del Segretariato Opec, che si occupa di esaminare attentamente le condizioni del mercato petrolifero globale e i livelli di produzione.

Con questa decisione, i membri Opec approvano il meccanismo flessibile per la valutazione della capacità produttiva massima sostenibile per i singoli Stati, da utilizzare quale riferimento per definire i livelli di produzione nel 2027.

Il meccanismo “potrebbe certamente portare a disaccordi tra i membri, con alcuni paesi desiderosi di garantire basi di produzione più elevate", spiegano gli analisti di ING, “ma, almeno per ora, appiana le divergenze fra l'Arabia Saudita, che punta ad aumentare la produzione, ed i Paesi del cartello che non riescono a produrre di più e vorrebbero prezzi più alti come Nigeria ed Angola”. Il cartello ha infine ribadito l'importanza di garantire piena conformità alle decisioni assunte ed aderire al meccanismo di compensazione e si è dato appuntamento per il 7 giugno 2026.

Restano le incertezze geopolitiche

La decisione arriva in un contesto caratterizzato dalle questioni geopolitiche. La prima riguarda il conflitto tra Russia e Ucraina: le diplomazie statunitensi ed europee continuano a lavorare per trovare un accordo per una pace che, se dovesse arrivare, potrebbe portare nuovo petrolio sui mercati con la fine delle sanzioni alla vendita di petrolio russo.

La seconda viene dal Sudamerica, dopo che Donald Trump ha dichiarato che "lo spazio aereo sopra e intorno al Venezuela dovrebbe essere considerato chiuso”. Quest'ultimo episodio potrebbe alimentare una nuova incertezza nel mercato petrolifero dato che la nazione sudamericana è un importante produttore di greggio.

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