La BCE pronta ad aumentare il suo programma di acquisti

La Presidente dell'istituto centrale, Christine Lagarde, ha affermato che la BCE è pronta a intervenire nuovamente nel caso in cui le circostanze lo richiederanno
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BCE pronta a nuovi stimoli
La Banca centrale europea potrebbe aumentare il suo Quantitative Easing deciso nella giornata di ieri, per meglio affrontare la crisi scatenata dall'impatto economico del coronavirus.
“Siamo assolutamente pronti a incrementare l'entità dei nostri programmi di acquisto di attività e ad adeguarne la composizione nella misura necessaria e finché le circostanze lo richiederanno”, scrive in un editoriale su La Repubblica la Presidente della BCE, Christine Lagarde. “Esploreremo tutte le opzioni e tutti gli scenari per sostenere l'economia per l'intera durata di questo shock”, aggiungeva.
"L'obiettivo di questo programma temporaneo”, spiegava Lagarde, “è rispondere alla situazione senza precedenti che la nostra unione monetaria sta affrontando”. Il Pepp, sottolinea la presidente della Bce “è disponibile per tutti i paesi e continuerà fino a quando non riterremo conclusa la fase critica del coronavirus".
Inoltre, la Bce si impegna a sostenere "ogni cittadino dell'area dell'euro in questo momento di estrema difficoltà", assicura Lagarde, assicurando “che tutti i settori dell'economia possano beneficiare di condizioni di finanziamento favorevoli, che consentano loro di assorbire questo shock".
Le parole di Lagarde hanno sostenuto i mercati azionari europei in apertura, spingendo i principali indici del vecchio continente a guadagni compresi tra il 3% (Ftse Mib) e il 5% (Dax).
L'opinione degli esperti
L'intervento di ieri della BCE “era necessario”, sottolinea Didier Saint-Georges, managing director e membro del comitato strategico di investimento di Carmignac, rappresentando “una gradita e decisa inversione di tendenza rispetto all'annuncio della scorsa settimana”.
La notizia del Bazooka BCE aveva tranquillizzato le borse, “tuttavia, la risposta è stata meno che euforica, poiché i mercati continuano a preoccuparsi per le ricadute economiche del blocco globale di COVID-19. Il rapporto tedesco dell'IFO ha mostrato il sentiment delle imprese al suo livello più basso dal 1991, con previsioni di una contrazione del PIL del 2° trimestre pari al -6%”, ricorda Boris Schlossberg, analista di BK Asset Managment.
Il timore, dunque, è che il programma di acquisti annunciato ieri “non sarà sufficiente per mettere l'economia europea su una strada sicura, perché si tratta ancora di aggiungere altro debito al sistema, che non aiuterà a stimolare la domanda. A un certo punto, un reale e tangibile 'coordinamento' con le politiche fiscali, a livello nazionale ed europeo, dovrà necessariamente essere messo in atto”, conclude Saint-Georges.
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