La Cina a muso duro: stop a Nvidia, avanti con Alibaba

Secondo il Financial Times, Pechino avrebbe vietato alle big tech locali di acquistare chip da Nvidia. Il provvedimento rafforza i campioni locali dell’intelligenza artificiale. Valutazioni a sconto e investimenti miliardari fanno tornare gli investitori sul tech cinese.
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Escalation nella contrapposizione tecnologica tra Stati Uniti e Cina
La notizia riportata dal Financial Times ha scosso il mercato: secondo fonti vicine al dossier, l’autorità cinese per il cyberspazio avrebbe ordinato ad alcune delle maggiori società tecnologiche del Paese, tra cui Alibaba e ByteDance, di interrompere test e ordini dei chip RTX Pro 6000D di Nvidia, processori progettati appositamente per aggirare le restrizioni imposte da Washington sull’export di semiconduttori avanzati verso la Cina.
L’indicazione rappresenterebbe un’ulteriore escalation nella contrapposizione tecnologica tra Stati Uniti e Cina. Prima di questo divieto, diverse aziende cinesi avevano manifestato l’intenzione di acquistare decine di migliaia di unità del nuovo chip. Ora Pechino sembra intenzionata a “tagliare il cordone” con i fornitori americani, privilegiando soluzioni domestiche.
Le motivazioni di Pechino
Secondo Bloomberg, le autorità cinesi avrebbero motivato la decisione con il crescente livello di sofisticazione dei chip prodotti localmente. La Cina, insomma, ritiene di poter sviluppare la propria intelligenza artificiale senza dover dipendere da forniture soggette a limitazioni politiche. “Meglio pagare il prezzo adesso che rischiare di restare ostaggio di tecnologie che possono essere bloccate a piacimento dagli Stati Uniti”, ha commentato Vey-Sern Ling, managing director di Union Bancaire Privée, sentito da Bloomberg.
Non mancano, tuttavia, interpretazioni di natura tattica. Lo stesso Ling ipotizza che il divieto possa costituire anche una mossa nelle trattative commerciali tra Pechino e Washington.
La reazione del mercato
Gli investitori hanno immediatamente reagito alla notizia. Nel pre-market USA, il titolo Nvidia ha perso l’1,2% a 172,7 dollari, dopo una crescita del 30% da inizio anno. Si tratta di un segnale di nervosismo, anche se la performance complessiva del colosso di Santa Clara rimane brillante, sostenuta dalla leadership globale nei chip per intelligenza artificiale.
Sul fronte opposto, Alibaba ha registrato un nuovo rialzo. A Wall Street il titolo ha chiuso ieri a 162,2 dollari (+2,6%) e nel pre-market odierno avanza ancora del 2,1% a 165,6 dollari. La performance da inizio anno è impressionante: +91%.
Alibaba protagonista dell’AI cinese
Il colosso dell’e-commerce guidato da Daniel Zhang si sta trasformando in un attore sempre più rilevante nel settore dei semiconduttori. Secondo Bloomberg, China Unicom, il secondo operatore di telefonia mobile del Paese, ha scelto i chip T-Head di Alibaba per alimentare il proprio nuovo data center nella provincia del Qinghai.
Le unità progettate da Alibaba, marchiate dalla divisione Pingtouge, sono già considerate competitive con le soluzioni di Huawei e Cambricon, storici protagonisti locali. Un video diffuso dalla tv di Stato CCTV ha mostrato rack di server nei data center con i loghi di Alibaba Cloud, Unicom e dell’Accademia delle Scienze cinese, confermando l’integrazione della tecnologia nei progetti nazionali.
Il gruppo di Hangzhou ha annunciato investimenti per 380 miliardi di yuan (53,5 miliardi di dollari) in tre anni dedicati alle infrastrutture AI. L’obiettivo è chiaro: ridurre la dipendenza da Nvidia e costruire un ecosistema tecnologico pienamente cinese.
Le valutazioni in Borsa: USA vs Cina
La crescente attenzione verso il tech cinese trova conferma anche nelle valutazioni di mercato. Secondo Charu Chanana, chief investment strategist di Saxo Markets, “con valutazioni inferiori a quelle statunitensi, gli investitori stanno ricominciando a prestare attenzione” al settore.
I numeri parlano chiaro: l’indice Hang Seng Tech tratta a 20,5 volte gli utili futuri, contro le 27 volte del Nasdaq 100 e le 37 volte dei Magnifici Sette (dati Bloomberg). Sul fronte dei singoli titoli, Nvidia viene scambiata a un P/E 2026 di 39x, mentre Alibaba a 21,3x. Uno sconto di quasi il 50% che, come nota Chanana, non può passare inosservato ai grandi investitori internazionali.
La Cina sembra determinata a costruire un’autonomia tecnologica solida, mentre i campioni locali come Alibaba colgono l’occasione per scalare posizioni. Per gli investitori internazionali si apre dunque un nuovo fronte: la rivalutazione del comparto tech cinese, che potrebbe offrire potenziale di crescita a sconto rispetto ai competitor statunitensi.
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