La Cina ha fame di chip e Baidu si mette a produrli


Il colosso delle ricerche su Internet studia la creazione di una nuova società per realizzare semiconduttori per programmi di intelligenza artificiale. La notizia manda in orbita il titolo al Nasdaq. Fra i possibili partner le società di investimento americane GGV e IDG Capital. L’appoggio delle autorità di Pechino.


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L’obiettivo è valorizzare le fortissime competenze nella AI

Baidu punta a diversificarsi e si lancia nella produzione di chip. Il colosso cinese delle ricerche su Internet avrebbe avviato colloqui con alcuni investitori per coinvolgerli nella creazione di una nuova società per la produzione di semiconduttori per programmi di intelligenza artificiale. E’ quanto affermano fonti non ufficiali riportate dal sito della Cnbc.

La mossa ha una sua logica perfetta. Baidu, conosciuta anche come la Google della Cina, sta cercando di allargare sempre di più il suo raggio di azione per dipendere meno dalla pubblicità e valorizzare le fortissime competenze interne nel campo dell’intelligenza artificiale (AI). Va in questo senso la recente alleanza con il gruppo Geely, primo produttore cinese di auto: i due hanno varato recentemente una joint-venture per realizzare insieme auto elettriche e Baidu fornirà la tecnologia più avanzata per il sistema di guida autonoma. Inoltre dallo scorso settembre Baidu è presente nel settore biotech con una nuova società controllata.

Al Nasdaq nuovo massimo storico a 313 dollari

La notizia ha spinto in forte rialzo il titolo Baidu al Nasdaq, dove martedì 9 febbraio ha chiuso con un guadagno del 6,6% a 295 dollari, bissato da un altro rialzo del 6% nei primi scambi di mercoledì 10 febbraio a 313 dollari, nuovo massimo storico.

Nel bilancio 2018 di Baidu i ricavi da pubblicità (definiti online marketing services) rappresentavano l’80% delle entrate, quota scesa al 71% nel terzo trimestre 2020.

Va sottolineato che le autorità di Pechino sono sempre più preoccupate per la dipendenza dell’industria cinese dalle importazioni di componenti hi-tech che devono essere acquistati negli Usa, in Giappone e in Corea. Un problema balzato in evidenza nei mesi scorsi con il braccio di ferro fra l’amministrazione Trump e il colosso delle tlc Huawei. Incoraggiato dal governo, recentemente anche un altro colosso dell’economia digitale cinese, Tencent, ha avviato una startup per produrre chip per intelligenza artificiale. E la stessa cosa ha fatto nel 2019 Alibaba.

Fra i clienti sicuramente le industrie dell’automotive

Nella nuova società per i chip Baidu sarà il socio di maggioranza. Fra i possibili partner che potrebbero aderire all’iniziativa ci sono le società di investimento americane GGV e IDG Capital, già molto attive in Cina.

Baidu ha già una divisione interna che si occupa di chip, la stessa che ha disegnato il Kunlun, un processore che opera come acceleratore per processare grandi quantità di dati nelle applicazioni di intelligenza artificiale. Con l’avvio di un’intera azienda dedicata alla produzione di chip, Baidu punta a sfruttare al meglio le possibilità commerciali della sua tecnologia. I potenziali clienti potrebbero essere attivi in molti settori, compresa l’industria dell’auto che in queste settimane sta sperimentando gli effetti negativi a livello planetario di una carenza di chip.

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