La Cina smentisce Trump sui dazi, Wall Street incerta

La Cina smentisce Trump sui dazi, Wall Street incerta

Donald Trump parla di progressi nelle trattative con la Cina ma da Pechino smentiscono e la borsa di New York resta nell’incertezza.

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Incertezza a Wall Street

Future di Wall Street di poco sotto la parità in questa ultima seduta settimanale dopo i balzi arrivati ieri in chiusura di seduta.

Quando manca circa un’ora all’avvio delle contrattazioni ufficiali, il contratto sul Dow Jones cede lo 0,40%, mentre quelli sul Nasdaq e quelli sullo S&P500 scendono di circa lo 0,30%. Il dollaro guadagna nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD scende di circa mezzo punto, a 1,1359, mentre l’oro cede l’1%, a 3.314 dollari l’oncia (future).

Bitcoin in progresso dell’1% (94 mila) e prezzi del petrolio in calo: Brent a 65,90 dollari e greggio WTI scambiato a 62,20 dollari al barile.

Schiarite sui dazi

Sul fronte della guerra commerciale, Bloomberg News ha riportato che la Cina sta valutando la possibilità di sospendere i dazi del 125% su alcune importazioni statunitensi. Ipotesi, però, smentita dal portavoce del Ministero degli Esteri, Guo Jiakun, il quale ha ribadito che la Cina non è in trattative con gli Stati Uniti sui dazi, sottolineando le complessità per gli investitori che seguono le notizie sui rapporti tra Washington e Pechino.

Nonostante le smentite cinesi, Trump ha dichiarato che la sua amministrazione stava dialogando con la Cina. "Trump ha battuto ciglio e sta iniziando a cedere, non seguendo il suo mantra dell'arte dell'accordo”, spiega Colin Graham, responsabile delle strategie multi-asset di Robeco Groep. Nulla, però, è scontato secondo l’esperto: "sappiamo che può cambiare idea e aumentare nuovamente i dazi, quindi questo sembra più un rumore di fondo piuttosto che un segnale".

Intanto, il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha parlato di passi avanti, in particolare per quanto riguarda i colloqui tra USA e Corea del Sud, indicando che le parti potrebbero raggiungere un "accordo d'intesa" sul commercio già la prossima settimana.

"I progressi nelle relazioni tra Stati Uniti e Cina saranno probabilmente lenti e irregolari, ma è possibile un ulteriore flusso di notizie positivo grazie all'annuncio di accordi commerciali con altri Paesi nel breve termine", secondo Hani Redha, gestore di portafoglio multi-asset globale di Pinebridge Investments, che aggiunge: "questo potrebbe essere sufficiente a sostenere i mercati nel breve termine. Almeno fino a quando non arriverà il peggioramento dei dati economici".

Colombe alla Fed

Dal fronte Fed, il membro del consiglio dell’istituto centrale, Christopher Waller, ha dichiarato che sosterrà i tagli dei tassi nel caso in cui i dazi di Trump dovessero danneggiare il mercato del lavoro. Aperture anche dalla presidente della Fed di Cleveland, Beth Hammack, secondo la quale la banca centrale potrebbe intervenire sui tassi già a giugno, se avesse prove chiare sulla direzione dell'economia.

I mercati attualmente propendono per un taglio di un quarto di punto a giugno e per un totale di tre riduzioni da 25 punti base entro la fine dell'anno.

Notizie societarie e pre market USA

Alphabet (+5%): l'attività pubblicitaria di Google, che rappresenta quasi il 75% delle entrate totali dell'azienda, ha registrato un aumento dell'8,5% delle entrate del primo trimestre, raggiungendo i 66,89 miliardi di dollari, battendo le aspettative degli analisti che si aspettavano una crescita del 7,7%, secondo i dati compilati da LSEG.

Intel (-5%): prevede per il trimestre di giugno ricavi compresi tra 11,2 e 12,4 miliardi di dollari, inferiori alla stima media degli analisti di 12,82 miliardi di dollari, secondo i dati compilati da LSEG.

T-Mobile US (-5%): ha aggiunto 495.000 clienti wireless nel primo trimestre, inferiori alle stime di FactSet di 506.400.

SLB (-1%): utile rettificato del 1° trimestre a 72 centesimi per azione, inferiore alle stime di 74 centesimi per azione (dati LSEG).

Lazard (-0,10%): utile netto di 60 milioni di dollari, o 56 centesimi per azione, su base rettificata per il primo trimestre, inferiore ai 67 milioni, o 66 centesimi per azione, dell'anno precedente.

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