La corsa a investire su OpenAI: pronte Apple, Nvidia e Microsoft


La startup che ha creato ChatGPT sarebbe valutata fino a 100 miliardi di dollari e il suo bot guidato dall’Intelligenza Artificiale avrebbe già raggiunto i 200 milioni di utenti settimanali attivi.


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In fila per OpenAI

Tutti la vogliono, vedremo se qualcuno farà davvero il grande passo. Per il momento, si tratta solo di voci e indiscrezioni ma sembra che OpenAI, la società madre di ChatGPT, faccia gola ai grandi colossi tecnologici che stanno investendo nell’Intelligenza Artificiale.

In fila ci sarebbero Apple e Nvidia, già in trattative per investire in OpenAI nell’ambito di una operazione di raccolta fondi e pronta a mettere sul piatto fino a 100 miliardi di dollari, secondo quanto riportano il Wall Street Journal e Bloomberg. Cifra che rappresenterebbe un grosso passo avanti per la società in quanto solo lo scorso anno la startup guidata da Sam Altman era valutata 86 miliardi. L’elenco delle interessate comprende anche altre protagoniste dell’AI, ovvero Microsoft, già principale investitore nella società con oltre 13 miliardi e proprietaria del 49% della startup.

La raccolta sarebbe guidata da Thrive Capital, società statunitense di venture capital con sede a New York City, attiva negli investimenti in software e Internet, che sta investendo circa 1 miliardo di dollari, come riportava a inizio settimana Bloomberg.

La forza di OpenAI

Il grande interesse per OpenAI è stato innescato nel 2022 dal lancio di ChatGPT ed ora le aziende di tutti i settori sono spinte ad investire nell'AI per stare al passo con la concorrenza e acquisire quote di mercato. Ne è un esempio la stessa Apple, la cui strategia prevede l’inserimento dell’AI nei suoi iPhone dover aver incorporato ChatGPT nei suoi dispositivi.

Ieri la startup ha annunciato di aver superato quota 200 milioni di utenti attivi settimanali, il doppio rispetto a quanto dichiarato lo scorso novembre da Altman. Importante anche i numeri della diffusione di ChatGPT tra le principali società statunitensi, in particolare quelle comprese nella Fortune 500, ovvero l’elenco annuale pubblicato dalla rivista Fortune che classifica le 500 maggiori aziende del Paese in base al fatturato: il sistema di OpenAI sarebbe diffuso tra il 92% di queste imprese, sempre secondo quanto dichiarato da OpenAI.

Altro obiettivo raggiunto dalla startup sarebbe legato a GPT-4o mini, modello di AI di piccole dimensioni a basso costo e che mira a rendere la tecnologia AI più accessibile e meno dispendiosa dal punto di vista energetico. L’uso di questo strumento sarebbe raddoppiato dal momento del suo lancio avvenuto a luglio.

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