La Corte Ue dà ragione a Vivendi e boccia la normativa italiana in materia radiotelevisiva

03/09/2020 11:15
La Corte Ue dà ragione a Vivendi e boccia la normativa italiana in materia radiotelevisiva

La sentenza è arrivata questa mattina: la normativa italiana che ha congelato la partecipazione di Vivendi sotto il 10% è contraria al diritto Ue.

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Mediaset, nuova vittoria dei soci francesi

Vivendi incassa una nuova vittoria nella querelle con Mediaset. Questa mattina è arrivata la sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione europea: la normativa italiana in materia radiotelevisiva viola le regole dell’Unione.

Il riferimento è all’articolo 43 del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (Tusmar) da cui è derivato il congelamento della partecipazione di Vivendi in Mediaset al di sotto del 10% (la società francese è il secondo azionista con il 29% delle quote). «La legge italiana che ha costretto Vivendi a congelare i due terzi della partecipazione del 29% di Mediaset è contraria al diritto dell'Unione europea», si legge in un comunicato della Corte Ue. «Tale disposizione costituisce un ostacolo vietato alla libertà di stabilimento, in quanto non è idonea a conseguire l'obiettivo della tutela del pluralismo dell'informazione».

La Corte Ue si è pronunciata su richiesta del Tar del Lazio a cui Vivendi aveva fatto ricorso per contestare un’ordinanza dell’Agcom in base a cui il gruppo francese aveva due alternative: congelare parte dei diritti di voto in Mediaset o in Telecom Italia (di cui detiene il 24%).

Una nuova grana per la società della famiglia Berlusconi impegnata nella costituzione di una holding olandese per raggruppare le attività del Gruppo in Italia e in Spagna (MediaforEurope). Nei giorni scorsi era arrivata la sentenza del tribunale di Amsterdam che accoglieva l’appello di Vivendi secondo cui la struttura di governance nella nuova realtà sarebbe eccessivamente penalizzante per gli azionisti di minoranza. Sentenza che confermava quanto già precisato da un altro tribunale, quello di Madrid, che a fine luglio aveva dato ragione ai francesi confermando la sospensione per il riassetto internazionale di Mfe.

Il titolo para il colpo e a metà mattina cresce del 2,66%

Il titolo non soffre in Borsa, anzi, a metà mattina corre al 4,65%, passando di mano a 1,57 euro.

Oggi sono stati diffusi anche i risultati di Mediaset España, superiori alle aspettative, «grazie alla vendita di contenuti a piattaforme OTT e altri broadcaster, passati da 7 a 30 milioni nel 1H20, legati alle maggiori produzione in-house effettuate per il lock-down», sottolineano gli analisti di Equita che danno un giudizio reduce con tp 1,5.

La controllata spagnola di Mediaset ha archiviato il primo semestre 2020 con ricavi netti per 375,1 milioni (-22,3% rispetto al periodo di confronto). Il fatturato netto da pubblicità è sceso a 314 milioni (-30,6%), mentre gli altri ricavi sono saliti a 61,1 milioni (da 30,1 milioni). Il semestre si è chiuso con un utile netto di 70 milioni (-45,1% rispetto al periodo di confronto).

Dal lato patrimoniale, al 30 giugno il gruppo presenta un indebitamento finanziario netto di 2,2 milioni (debito netto di 30,2 milioni a fine anno 2019).

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