La Fed lascia invariati i tassi di interesse. Covid-19 detta la ripresa

Ieri la banca centrale Usa nella ha confermato il sostegno all’economia fino alla fine dell’anno. Preoccupazioni per il dato sul Pil atteso per oggi. Per gli esperti il calo sarà fra il 32 e il 35% annualizzato.
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Fed: sostegno all’economia “fino a quando ce ne sarà bisogno”
Ieri la Federal Reserve ha confermato il sostegno all’economia Usa «fino a quando ce ne sarà bisogno». Non ci sono state sorprese nel corso della conferenza stampa di Jerome Powell, presidente della banca centrale statunitense, al termine di due giorni di riunione del Fomc (il comitato che decide la politica monetaria Usa). Powell non solo ha confermato gli stimoli di liquidità e i tassi di interesse compresi tra lo 0 e lo 0,25%, ma ha anche chiesto al congresso di velocizzare i negoziati sui piani di stimolo.
Oggi, alle 14,30 italiane, è atteso il dato sul Pil del secondo semestre Usa. Secondo gli esperti potrebbe essere in calo tra il 32 e il 35% annualizzato: una prospettiva drammatica. Il calo generalizzato dell’economia statunitense (e mondiale) è legato all’inasprirsi della crisi Covid-19. Ieri gli Stati Uniti hanno superato la soglia di 150mila morti e si confermano il Paese più colpito dalla pandemia.
La decisione sui tassi di interesse e la prospettiva di nuove iniezioni di liquidità (nei giorni precedenti la banca centrale aveva annunciato l’estensione del piano di prestiti di emergenza alle imprese) hanno portato il listini di Wall Street a chiudere in positivo (Dow Jones a +0,6%, S&P500 +1,24% e Nasdaq + 1,24%).
Big tech alla sbarra
L’andamento positivo delle Borse Usa ha contribuito a mantenere in territorio positivo anche i titoli dei Big tecnologici. Ieri si è tenuta (via streaming) l’audizione degli amministratori delegati di Amazon, Apple, Alphabet e Facebook davanti all’Antitrust della Commissione Giustizia della Camera Usa. Jeff Bezos, Tim Cook, Sundar Pichai e Mark Zuckerberg hanno dovuto rispondere per oltre cinque ore alle richieste di chiarimenti sulle loro pratiche commerciali ed alle accuse di essere spietati monopolisti. Le piattaforme in questione hanno ormai una capacità economica e di influenza capillare in grado di incidere anche sulla politica, e sono cresciute di circa il 35% dall’inizio dell’anno in parallelo allo sviluppo della pandemia.
Ma a fine giornata, tutti i titoli delle quattro compagnie erano saliti: Amazon dell’1,11%, Facebook dell’1,38%, Alphabet dell’1,45% e Apple ha segnato +1,92%.
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