La Fed tiene aperta la porta a un taglio dei tassi

Nella prima giornata di audizione davanti al Congresso, il numero uno della banca centrale americana, Jerome Powell, parla di “sostegno all’economia”. Volano gli indici americani.
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Powell al Congresso
L’imminente sforbiciata ai tassi d’interesse americana non è ancora decisa, ma il numero uno della Fed, Jerome Powell tiene viva la possibilità, dopo che i dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti avevano fatto presagire un rinvio.
Ieri è infatti cominciata la due giorni di audizione di Powell davanti al Congresso, con lo stesso presidente della Banca Centrale Usa che non si è sbilanciato.
Powell ha spiegato che i membri della Fed sono pronti a considerare un taglio del costo del denaro e che l'istituto centrale agirà in modo appropriato per sostenere l'economia.
Powell ha anche sottolineato la presenza di rischi per l’economia degli Stati Uniti derivanti dalla guerra commerciale del Presidente Trump e da un rallentamento globale.
Un discorso che suggerisce che un taglio ai tassi potrebbe avere luogo alla prossima riunione della Fed, più avanti in questo mese.
Federal Budget
Il bilancio federale statunitense si trova su una "strada insostenibile". È questo un altro dei punti su cui Powell ha insistito davanti al Congresso.
Il numero uno della Fed ha spiegato che, con l'aumento del debito pubblico, gli Stati Uniti "finiscono per pagare di più sugli interessi rispetto a cose che servono, come ad esempio l'istruzione”.
L'indebitamento "è usato per consumi attuali" e dunque "viene scaricato sulle generazioni future" ha sottolineato Powell.
Wall Street
A Wall Street, il discorso di Powell ha fatto volare Nasdaq Composite e S&P 500, che hanno fatto registrare nuovi record, con l’indice tech che ha sfondato il tetto degli 8.200 punti, mentre quello delle 500 società a maggiore capitalizzazione è volato oltre quota 3.000.
Un segnale che gli investitori americani vedono come certo e imminente il taglio dei tassi da parte della Fed.
Europa e Italia
Al contrario, le borse europee non hanno percepito la scossa che si attendeva. Con Francoforte che perde mezzo punto percentuale e Parigi e Londra ferme intorno alla parità, Milano è stata la migliore, chiudendo con uno +0,73%.
Per l’Italia, buone notizie anche per quanto riguarda lo spread, calato a 203,9 punti, nonostante le stime della Commissione Europea sull’andamento dell’economia dell’Ue vedano ancora il nostro Paese all’ultimo posto.
Stime che vedono la crescita dell’Italia ferma allo 0,1% contro una media europea dell’1,2%
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