La flemma della Fed spegne Wall Street


La banca centrale avverte che non c’è alcuna fretta di arrivare al taglio dei tassi. In calo, dopo le affermazioni di uno degli alti dirigenti, le azioni e le obbligazioni.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in ribasso, future del Dax di Francoforte -0,6%.Borsa di Hong Kong in ribasso del 3%. I prezzi delle case in settanta città della Cina hanno registrato in dicembre un calo dello 0,45% rispetto a novembre, quando erano scesi dello 0,37%. Quella dello scorso mese è la flessione più forte da febbraio 2015.

Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle consiglia di puntare sull’oro: protegge più del bitcoin ed è adorato dalle banche centrali.


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Argomentando in modo misurato sulle condizioni quasi ottimali del contesto macroeconomico, il membro del board dei governatori della Federal Reserve, Christopher Waller ha affermato ieri pomeriggio che in questo memento, non ci sono ragioni per correre ad abbassare il costo del denaro. A suo avviso un taglio dei tassi potrebbe arrivare nel corso dell’anno, nel caso l’inflazione dovesse continuare a scendere, ma non c’è alcuna urgenza di agire, come qualche volta in passato è avvenuto. Meglio procedere in modo “metodico”, ha detto il membro nominato da Donald Trump nel 2020 in un intervento al Brooking Institute di Washington. Il mercato non si aspetta per nulla una banca centrale composta e flemmatica, al contrario, i future danno un’altissima probabilità a una corsa al taglio tassi nel corso dell’anno, con il primo già in marzo. Le parole di Waller hanno quindi indebolito le aspettative più estreme, portando a un declino di azioni e obbligazioni. Il Treasury Note a dieci anni si è riportato sopra il 4%, al 4,05% dal 3,93%. L’S&P500 ha perso lo 0,4%. Il Nasdaq ha chiuso in calo dello 0,2%. Il tema dell’intelligenza artificiale resta caldissimo. Advanced Micro Devices ha chiuso in rialzo dell’8%, Nvidia del 3%.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in ribasso, future del Dax di Francoforte -0,6%.

ASIA/CINA

L’Hang Seng di Hong Kong perde il 3% e tocca i minimi da fine 20022. Shanghai Composite -1%.

Il Pil della Cina è cresciuto del 5,2% su base annua nel 2023, a fronte di previsioni del 5,3%, centrando uno dei risultati più bassi degli ultimi decenni al netto del periodo della pandemia del Covid-19, anche se al di sopra del "circa 5%" dell'obiettivo governativo. Lo riferisce l'Ufficio nazionale di statistica, confermando il dato anticipato ieri dal premier Li Qiang durante il suo intervento al World Economic Forum di Davos. La popolazione cinese si è contratta nel 2023, per il secondo anno di fila, a causa della brusca fiammata di ritorno del Covid-19 e delle difficoltà accusate su scala nazionale dall’economia. Secondo i dati diffusi dall'Ufficio nazionale di statistica, la popolazione si è attestata a 1,409 miliardi di persone, con un calo di oltre due milioni di unità rispetto alla fine del 2022, anno del primo calo dal 'Grande balzo in avanti' degli inizi degli anni '60 voluto da Mao Zedong, alla base della 'grande carestia’.

I prezzi delle case in settanta città della Cina hanno registrato in dicembre un calo dello 0,45% rispetto a novembre, quando erano scesi dello 0,37%. Quella dello scorso mese è la flessione più forte da febbraio 2015.

"Le misure di allentamento a Pechino e Shanghai hanno riscaldato le le vendite, ma l'effetto complessivo si è rivelato peggiore del previsto", ha dichiarato Chen Wenjing, direttore della ricerca China Index Holdings. "Il punto cruciale è che la domanda rimane fiacca e la fiducia vacillante sul reddito delle famiglie fiducia sul reddito delle famiglie impedisce agli acquirenti di aggiungere leva finanziaria”.

Il petrolio è in lieve calo nonostante la guerra serpeggiante tra Mar Rosso e Golfo Persico. Brent a 77,5 dollari il barile.

Si rifà vivo il dollaro, spingendo l’euro sui minimi dell’ultimo mese.

Oro ieri in ribasso a 2.028 dollari l’oncia.

L’ORO PROTEGGE PIU’ DEL BITCOIN E DEI BOND

Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments affermava ieri in una nota che la discesa dei tassi d’interesse, rappresenta “un sostegno prezioso per il prezzo dell’oro”. Ma accanto a queste considerazioni finanziarie, ce ne sono altre ugualmente importanti. “I motivi che hanno finora incentivato la fuga di capitali e la priorità della sicurezza potrebbe rimanere ancora saldi e validi” nel corso di questo 2024 segnato da conflitti bellici e instabilità in alcune parti del mondo. Bell segnala inoltre che i governi occidentali si sembrano voler usare i beni sequestrati ai soggetti russi nel corso del 2022 per ricostruire l’Ucraina quando la guerra sarà finita. “Quando inizieranno i negoziati per un accordo di pace, capire come e chi gestirà le spese sarà fondamentale. Un dibattito che metterà in luce la vulnerabilità degli asset finanziari convenzionali”.

L’economisti ricorda che gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno congelato ben 350 miliardi di dollari delle riserve della Banca Centrale russa. La forza sorprendente del prezzo dell’oro nel corso del 2022, potrebbe riflettere la fuga di capitali verso questo bene rifugio da parte di banche centrali, personalità politiche e individui facoltosi, timorosi di poter subire un simile destino in futuro. Le sanzioni contro la Russia sono infatti senza precedenti per portata e impatto e hanno coinvolto non solo la banca centrale ma anche quasi 2.000 individui ed enti a cui sono stati congelati gli asset.

Bell ammette che non c’è soltanto oro, “ci sono sicuramente altri modi per proteggere i propri asset dal congelamento. Alcuni potrebbero pensare ai bitcoin, ma l’oro ha dimostrato la sua sicurezza, stabilità e valore per oltre un millennio. I bitcoin hanno ancora molta strada da fare per raggiungere un simile livello”.

TITOLI

Enel ha lanciato con successo un sustainability-linked bond da 1,75 miliardi di euro in due tranche, nel mercato Eurobond.

Unicredit ha rinviato al 4 febbraio dall'1 febbraio la data del Cda sui risultati del quarto trimestre, che saranno presentati al mercato il 5 febbraio.

Mediobanca. Delfin ha venduto lo 0,06% del capitale mantenendo così invariata la sua quota appena sotto il 20% per bilanciare l'effetto del buyback avviato il 13 novembre. È diventata operativa Mediobanca Premier, la banca del gruppo specializzata nella gestione del risparmio e degli investimenti delle famiglie italiane.

Illimity. Moody’s ha assegnato alla banca il rating issuer di lungo termine Ba1 con outlook stabile.

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