Bicicletta e tassi contro il caro prezzi: la ricetta delle Lagarde


La Lagarde ieri ha consigliato ai francesi di andare in bicicletta e oggi affronta l'inflazione con il taglio dei tassi. Quali impatti per il mercato?


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Ieri, Christine Lagarde ha invitato i francesi a usare di più la bicicletta, oggi il numero uno della Fed alzerà i tassi. Ma cosa c’entrano bicicletta e tassi di interesse insieme per combattere l’inflazione?

Da tempo scriviamo che le banche centrali hanno le armi spuntate nei confronti di questa tipologia di inflazione, che è fortemente legata al prezzo delle materie prime e poco alla domanda. Alzando i tassi di interesse le banche centrali, dalla Federal Reserve alla Bce, alla Banca d’Inghilterra ecc, vanno ad aumentare il costo del denaro e a ridurre la quantità di moneta in circolazione, con mutui più cari, finanziamenti più onerosi che incidendo sulla domanda di beni e servizi, porteranno a un rallentamento economico e dunque, si spera, a un calo dei prezzi.

Il grafico sotto mostra come questa inflazione abbia poco a che fare con la domanda.

In particolare, in questo grafico di Allianz Research su dati Refinitiv, si evince come la componente della domanda sull’inflazione incide poco con dinamiche diverse tra Usa ed Europa. Negli Stati Uniti il 30% in Europa per la metà.

L’Europa è molto più sensibile al prezzo dell’energia e ai coli di bottiglia, lato forniture, che in parte risentono anche del caro energia.

Energia quanto mi costi

In quest’ottica, dunque, è da leggere l’intervento della Commissione Europea verso un tetto ai prezzi dell’energia. Domani si incontreranno i rappresentati del settore energia dei vari Paesi europei (alcuni Stati hanno un ministero specifico altri no) per decidere su un tetto al prezzo dell’energia. Le indiscrezioni parlando di un tetto a 200 euro a Mwh. L’Obiettivo è quello di tassare e trasferire gli extraprofitti ai settori altamente energivori per abbassare le bollette.

Ieri, in un’intervista a Radio 24, Davide Tabarelli ricordava come il prezzo dei future sul gas scambiati in Olanda sono fuori controllo, o meglio il mercato non funziona più. Schizzati sopra i 300 mwh ora viaggiano sui 200, con prezzo che per le aziende italiane hanno sfiorato i 500 mwh ad agosto in bolletta mentre, ricordava l’intervistatore i costi per produrre 1 mwh con l’idroelettrico sono pari a 10 euro, con il solare 30-35 mwh, con l’eolico 40-45 mentre si raggiungevano i 160 euro mwh con il nucleare passando per circa i 100 del carbone.

Gli effetti sul Pil

Parlando degli effetti della guerra dell'energia sul Pil dell’eurozona, oggi Antonio Tognoli di Integrae Sim ricorda, che “secondo l’analisi di tre economisti del MES, uno stop totale del gas russo ad agosto porterebbe ad esaurire le riserve nei paesi dell’euro già a fine anno e porterebbe una recessione dell’1,7% medio del PIL dell’eurozona e del 2,5% in Germania e in Italia. Con una riduzione dei consumi del 15%, come da piani della EU, l’impatto sui paesi euro sarebbe dell’1,1%”

L’Italia è in quintultima posizione in Europa per autonomia energetica, con una quota del 22,5% contro il 39% medio, ma sta crescendo a tassi molto importanti e potrebbe raggiungere il 58% entro il 2030, in anticipo sugli obiettivi europei.

Da tenere sotto osservazione oggi

Euro/dollaro: un rialzo dei tassi in area euro sopra i 100 punti base (inatteso) farebbe scattare l’euro, un rialzo sui 50 confermerebbe la sua debolezza.

Ricordiamo che nel pomeriggio Powell potrebbe confermare la sua politica da “falco” sostenendo il biglietto verde. Dalla Lagarde non ci aspettiamo un intervento da “falco”.

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