La guerra dei dazi colpisce la Cina che reagisce: vietati computer stranieri negli uffici pubblici

I pessimi dati sulle esportazioni fanno scattare il campanello d'allarme per la Cina nella settimana ce potrebbe vedere l'entrata in vigore di nuove tariffe in caso di mancato accordo con gli USA
Indice dei contenuti
La reazione cinese ai dati sull'export
La diffusione dei dati sulla bilancia commerciale continua a mettere paura alla Cina, con le esportazioni verso gli Stati Uniti che hanno portato i cinesi ad alcune decisioni col fine di dare impulso alle tecnologie locali.
Secondo quanto scrive il Financial Times, infatti, la Cina ha ordinato l'eliminazione di computer e software dalle istituzioni pubbliche e agli uffici governativi, attraverso un piano graduale che punta a tagliare il 30% di tecnologia entro il prossimo anno, proseguendo con un altro 50% nel 2021 e il restante 20% per il 2022.
Colpite le grandi società USA
A farne le spese della decisione potrebbero esserci alcuni giganti dell'informatica proprio statunitensi, quali Hp, Dell e Microsoft.
Secondo gli esperti di Jefferies, il datto economico potrebbe arrivare fino a 150 miliardi di dollari all'anno, cifra corrispondente ai ricavi prodotti da queste società in Cina, comprensivi del settore privato.
I dati macroeconomici
L'export cinese ha visto un calo dell'1,1% su base annua, con le esportazioni verso gli Stati Uniti che sono crollate del 23%, segno evidente delle conseguenze che la guerra commerciale sta avendo sul paese asiatico.
Per la prima volta da aprile, invece, aumentano le importazioni, segnando un +0,3% su base annua, dato che ha sorpreso gli analisti che si attendevano un calo dell'1,4%. La bilancia commerciale, inoltre, ha visto un surplus pari a 38,73 miliardi di dollari, dato minore rispetto alle previsioni che arrivavano fino ai 44,50 miliardi di dollari.
Settimana decisiva per l'entra in vigore di nuovi dazi
In questo difficile contesto per la Cina, domenica 15 dicembre potrebbero scattare l'aumento dei dazi sulle merci importate dagli Stati Uniti verso il gigante asiatico, in caso di mancato accordo tra le due parti.
L'amministrazione Trump potrebbe applicare il 15% su altri 160 miliardi di merci, mentre la Cina potrebbe far salire al 7,5% l'aliquota su un totale di 50 miliardi di dollari di merci importate dagli Usa.
Da Pechino, il ministro del Commercio, Ren Hongbin, ha affermato di augurarsi il raggiungimento di un'intesa “il prima possibile”, parlando nel corso di una conferenza stampa.
La Finestra sui Mercati
Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!
