La notte che può decidere il futuro dell’AI (e di Wall Street)

29/10/2025 12:45
La notte che può decidere il futuro dell’AI (e di Wall Street)

Questa sera Microsoft, Alphabet e Meta aprono la stagione delle trimestrali delle Big Tech, seguite domani da Amazon e Apple. Per tutti gli investitori la domanda che conta è se l’intelligenza artificiale produce già valore. La risposta sarà più importante dei tassi della Fed.

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La resa dei conti dell’intelligenza artificiale

È arrivato il momento della verità per la rivoluzione dell’intelligenza artificiale. Questa sera, dopo la chiusura di Wall Street, Microsoft, Alphabet e Meta presenteranno i risultati dell’ultimo trimestre, offrendo agli investitori un test decisivo: capire se la corsa all’AI, alimentata da capitali giganteschi e da un entusiasmo quasi senza precedenti, stia davvero producendo valore economico tangibile.

Come sottolinea Bloomberg, l’attenzione dei mercati è tale che le cifre di queste tre società conteranno più della decisione della Federal Reserve sui tassi d’interesse, attesa anche essa per oggi. Da mesi la direzione del bull market americano è trainata dalle promesse dell’AI. Ora è tempo di misurare i risultati.

L’AI, cuore del rally di Wall Street

Negli ultimi tre anni l’intelligenza artificiale è diventata la spina dorsale del rally tecnologico. I cinque colossi del digitale — Microsoft, Alphabet, Meta, Amazon e Apple — valgono insieme circa un quarto dell’S&P 500, e gli investitori guardano a loro per capire se la nuova ondata di innovazione possa sostenere ancora le quotazioni.

Le stime raccolte da Bloomberg Intelligence indicano che le quattro società più impegnate sull’AI (Microsoft, Alphabet, Meta e Amazon) investiranno complessivamente l’anno prossimo 420 miliardi di dollari in spese per infrastrutture e sviluppo, contro i 360 miliardi dell’anno in corso: un aumento di quasi il 17%, che fotografa l’accelerazione in atto.

“Il vero interrogativo della settimana”, spiega Matt Stucky di Northwestern Mutual Wealth Management, “è la dimensione degli investimenti. Se la spesa continuerà ad aumentare, sarà un segnale di fiducia strutturale, non di euforia passeggera”.

Microsoft, Alphabet e Meta: tre modi di scommettere sull’AI

==> Per Microsoft, che negli ultimi mesi ha integrato l’AI generativa in Office, Bing e Azure, la posta in gioco è altissima. Gli analisti, unanimemente positivi (57 “Buy” dai 57 broker che coprono il titolo), si attendono che il legame strategico con OpenAI cominci a riflettersi con chiarezza nei conti del cloud. Con la decisione di OpenAI di diventare una società for profit, Microsoft è diventata il secondo azionista del creatore di ChatGPT con una quota del 27%, valutata 135 miliardi di dollari.

Sul titolo Microsoft, salito del 28% da inizio anno e scambiato a 542 dollari, il consensus degli analisti indica un target price medio di 621 dollari, pari a un upside del 14%.

==> Alphabet, invece, arriva ai conti con aspettative altissime. È il titolo dei “Magnificent Seven” che ha corso di più nella seconda metà dell’anno, (+52% da giugno), grazie soprattutto alla sentenza favorevole dei primi di settembre che ha stabilito che la società madre di Google non sarà costretta a cedere il browser Chrome né il sistema operativo Android, come chiedeva il Dipartimento di Giustizia statunitense (DoJ). Una sentenza che, pur riconoscendo l’abuso di posizione dominante nel mercato della ricerca online, ha escluso le misure più drastiche.

In questi mesi Alphabet ha lavorato molto per l’integrazione dell’AI in Google Search e nel cloud. Gli analisti prevedono un utile per azione di 2,26 dollari, +7% sul trimestre precedente, e ricavi oltre 85 miliardi, in aumento del 14%. La media dei target price (263 dollari) è in linea con la quotazione attuale.

==> Meta, da parte sua, sta utilizzando l’intelligenza artificiale per ottimizzare la pubblicità, migliorare la produttività interna e rilanciare il progetto del metaverso, ora ridefinito come piattaforma “AI-first”. Sul titolo, quotato oggi a 751 dollari (+28% dall’inizio dell’anno), il consensus degli analisti esprime un target price medio di 868 dollari, con un upside del 15%. Mark Zuckerberg ha scelto di investire pesantemente in data center e modelli di linguaggio proprietari, nella convinzione che il ritorno arriverà in termini di engagement e margini pubblicitari.

Gli investitori vogliono prove, non promesse

Finora i benefici dell’AI si sono concentrati nei servizi cloud, dove Microsoft e Alphabet restano leader. Una crescita deludente in questi segmenti potrebbe incrinare la fiducia nella “AI trade”. “Il mercato — spiega Shaon Baqui di Janus Henderson — vuole segnali concreti di monetizzazione: clienti che pagano per servizi basati sull’AI, abbonamenti premium, nuove licenze. Anche prove aneddotiche contano, purché mostrino un utilizzo reale della tecnologia”.

Valutazioni sostenibili, ma la prova è nei numeri

Nonostante i forti rialzi, le valutazioni non appaiono eccessive. Alphabet tratta a 27 volte gli utili attesi per l’esercizio in corso, Meta a 26 volte e Microsoft a 34 volte, in calo dai picchi estivi. L’indice S&P500 esprime un P/E medio di 23 volte.

“Il mercato — ricorda David Lefkowitz di UBS — oggi premia la spesa in innovazione, riconoscendole un valore di lungo periodo. Ma per mantenere il rally serve che gli investimenti inizino a produrre ritorni misurabili”.

Domani toccherà ad Amazon e Apple chiudere la settimana più densa della stagione delle trimestrali. In totale, queste cinque società determinano ormai la direzione dei mercati globali più della stessa Fed. Se dai conti emergerà che l’intelligenza artificiale non è solo una promessa, ma un motore di profitti, il bull market avrà trovato un nuovo carburante.

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