“La rivoluzione AI durerà 20 anni, Asia protagonista”

“La rivoluzione AI durerà 20 anni, Asia protagonista”

Raj Ganguly, cofondatore di B Capital, vede nell’intelligenza artificiale un superciclo destinato a durare almeno due decenni. Non solo Silicon Valley: India e Cina guideranno lo sviluppo di applicazioni AI-native pronte a conquistare i mercati occidentali

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Siamo solo all’inizio di un ciclo straordinario

Secondo Raj Ganguly, cofondatore e Ceo della società di venture capital B Capital, l’intelligenza artificiale non rappresenta una semplice ondata di innovazione tecnologica, ma l’inizio di un vero e proprio superciclo che potrebbe estendersi per i prossimi 15 o 20 anni. In un’intervista a Cnbc l’investitore ha detto: “Siamo solo all’inizio, forse al terzo o quarto anno di questo ciclo straordinario, ma l’impatto che avrà sul mondo sarà enorme e toccherà ogni aspetto della vita quotidiana e dell’economia globale”.

Con il termine superciclo si indica in genere un periodo prolungato di crescita costante, capace di ridisegnare interi mercati. L’AI, sottolinea Ganguly, non solo modificherà radicalmente il modo in cui vengono sviluppati farmaci o gestiti i processi produttivi, ma influenzerà anche in profondità il mercato del lavoro, portando con sé trasformazioni di lungo periodo.

Tre grandi cambiamenti

Ripercorrendo oltre vent’anni di esperienza nel settore tecnologico, Ganguly individua tre grandi discontinuità.La prima riguarda Silicon Valley, che con l’avvento dell’AI generativa è tornata protagonista in grande stile. Se in passato la regione rappresentava quasi il 90% dell’ecosistema tecnologico mondiale, oggi la sua quota si è ridotta a meno della metà. Un ridimensionamento relativo, ma che evidenzia la crescente centralità di altre aree geografiche.

Il secondo cambiamento è legato alla democratizzazione degli strumenti di sviluppo. L’intelligenza artificiale permette infatti a singoli imprenditori di avviare progetti senza disporre di grandi capitali o di un team di programmatori: grazie agli strumenti generativi è possibile costruire e codificare senza possedere competenze tecniche avanzate.

Il terzo elemento riguarda la direzione della prossima ondata innovativa: se la fase precedente era dominata da aziende consumer come Amazon o Meta, il prossimo decennio sarà guidato dal cosiddetto deep tech – AI, semiconduttori avanzati, sanità digitale e tecnologie per il clima. Si tratta di settori in cui la tecnologia penetra in ambiti finora meno toccati dalla digitalizzazione, con effetti trasformativi ben oltre il consumo individuale.

Il ruolo dell’Asia

Una delle convinzioni più forti di Ganguly riguarda la geografia dell’innovazione. Se fino a pochi anni fa si pensava che India e Cina si limitassero a copiare modelli statunitensi, oggi, osserva il manager, la realtà è opposta: “Dall’Asia arrivano esempi di innovazione fondamentale”.

In particolare, l’India si sta affermando come hub per lo sviluppo di applicazioni AI-native, capaci di interfacciarsi con qualsiasi large language model. Secondo Ganguly, alcune di queste società diventeranno leader anche nei mercati occidentali nei prossimi cinque anni, ribaltando l’assunto che l’innovazione debba nascere necessariamente negli Stati Uniti. Non a caso, ricorda, app come TikTok o WeChat nate in Cina sono ormai studiate e replicate in tutto il mondo, compresi gli stessi Stati Uniti.

Tra entusiasmo e rischio bolla

La corsa agli investimenti nell’intelligenza artificiale è già partita: da quando, nel novembre 2022, OpenAI ha lanciato ChatGPT con il supporto di Microsoft, le grandi aziende hanno iniettato miliardi di dollari nello sviluppo della tecnologia. Anche Goldman Sachs ha parlato di un “nuovo superciclo” in cui l’AI sarà il fattore determinante.

Eppure, Ganguly mette in guardia da eccessivi entusiasmi: il mercato dell’AI presenta tratti “frothy”, ovvero surriscaldati. “È probabile che siamo in una fase di bolla – riconosce – perché molti pensano che in cinque anni l’AI cambierà il mondo. Ma la realtà è che queste trasformazioni richiedono sempre più tempo di quanto ci si aspetti”.

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