La sorpresa delle banche centrali pesa ancora a Wall Street

08/06/2023 13:15
La sorpresa delle banche centrali pesa ancora a Wall Street

I rialzi dei tassi di interesse decisi dalla banca centrale canadese e da quella australiana spingono indeboliscono le speranze di una pausa nella politica monetaria ultra-restrittiva messa in atto dalla Federal Reserve.

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Wall Street poco mossa

Future di Wall Street fermi prima dell’avvio ufficiale delle contrattazioni, indebolita dalle sorprese provenienti dall’Australia e dal Canada in tema di tassi di interesse e in previsioni delle future scelte della Federal Reserve.

Il contratto sul Nasdaq cede lo 0,20% a circa un’ora dal suono della campanella, mentre ‘ballano’ intorno la parità quelli sul Dow Jones e sullo S&P500.

Oggi erano attesi alcuni dati sul lavoro e le richieste iniziali di disoccupazione nella settimana conclusasi al 3 giugno sono risultate 261 mila, oltre le attese degli analisti (235 mila) e quelle della settimana precedente (233 mila), portando la media di 4 settimane a 237 mila dalle 229 mila precedenti.

Sorpresa dalle banche centrali

La sorpresa del rialzo dei tassi di interesse da parte della Reserve Bank of Australia è stata ‘copiata’ dall’istituto centrale del Canada, stupendo così i mercati con un rialzo da 25 punti base, ai massimi da 22 anni (al 4,75%), e inducendo gli operatori a ridurre le aspettative di uno stop agli aumenti da parte della Federal Reserve nel corso del prossimo meeting previsto per il prossimo 14 giugno.

Secondo Tapas Strickland, responsabile dell'economia di mercato presso NAB, “i passi compiuti dalla BoC e dalla RBA significano che i dati sull'inflazione statunitense di martedì saranno fondamentali per decidere se la Fed aumenterà i tassi questo mese o effettuerà una pausa.

L’estate dovrebbe vedere almeno un altro rialzo dei tassi Fed secondo il consensus, ma non c’è certezza se questo avverrà la prossima settimana o a luglio e secondo lo strumento FedWatch CME un aumento a giugno è previsto al 35,6% rispetto al 22% di ieri.

Oltre il 90% degli economisti interpellati da Reuters (78 su 86) prevede tassi fermi a giugno al 5,00-5,25%, ma più di un terzo, tuttavia, prevede che la Fed alzerà i tassi almeno un'altra volta quest'anno.

Previsioni sui tassi di interesse

Nel frattempo, i rendimenti del Treasury a 10 anni sono tornati sopra il 3,8%: “il tema principale è il crollo delle obbligazioni e la consapevolezza che la pausa nei cicli di rialzo dei tassi delle banche centrali non significhi la sua fine”, secondo Kit Jukes, stratega di Société Generale.

“Stiamo sicuramente rivedendo al rialzo le aspettative sui tassi”, ha aggiunto, spiegando che gli operatori stanno anche mettendo in discussione l’opinione, da tempo sostenuta, che la Fed terminerà il suo ciclo di rialzo dei tassi ben prima della Banca centrale europea.

“Il nostro punto di vista rimane che la Fed farà una pausa a giugno, ma lascerà la porta aperta per un rialzo a luglio, mantenendolo dipendente dai dati, e alla fine non crediamo li aumenterà il prossimo mese”, ha dichiarato Mohit Kumar, stratega di Jefferies.

“La BoC sostiene il nostro punto di vista secondo cui l’inflazione rimarrebbe appiccicosa più a lungo di quanto auspicato dalle banche centrali, il che escluderebbe qualsiasi taglio nel 2023”, conclude Kumar.

Fiammata del gas

Torna al centro dell’attenzione il gas, alla luce dell’attuale nuovo rally che ha portato il contratto TTF di Amsterdam a toccare i 29 euro per Mw/h a seguito di un rialzo dell’8% che porta a +24% la performance da inizio settimana.

Seppur lontano dal picco massimo di 300 euro toccato lo scorso anno, secondo Goldman Sachs il movimento di queste ore è derivato da “il pesante posizionamento short del mercato”, visto che “non c’è stato alcun cambiamento nei fondamentali del gas europeo o mondiale”.

Per questo motivo, GS avvisa che è “importante sottolineare che il sistema rimane vulnerabile a eventi imprevisti che possono far aumentare gli equilibri del gas a livello internazionale”.

La banca americana collega la questione del gas con quanto accaduto al vertice OPEC+ di Vienna nel weekend, quando l'Arabia Saudita ha avvisato di un possibile taglio alla produzione di greggio pari ad un milione di barili al giorno, andando contro altri partecipanti al cartello.

In questo senso, spiegano da Goldman, “anche se il greggio si fosse mosso più in alto, il legame fondamentale tra i prezzi del petrolio e del gas europeo si è indebolito notevolmente nel corso degli anni”.

"Sebbene esistano contratti di GNL indicizzati al petrolio, la flessibilità degli acquirenti di cedere volumi di GNL contrattualizzati per acquistare contratti spot non è abbastanza ampia o immediata da sostenere in modo significativo le offerte del mercato del GNL spot. Anche se lo fosse, questo passaggio non cambierebbe il volume totale di GNL disponibile per le consegne in Europa”, spiegano da GS.

Notizie societarie e pre-market USA

Meta Platform (-0,7%): un rapporto ha dichiarato che la piattaforma Instagram della società viene utilizzata per vendere contenuti sessuali di minori.

GameStop (-20%): licenziato il CEO del gruppo, Matthew Furlong.

Adobe (+2%): offrirà Firefly ai grandi clienti aziendali, il suo strumento di intelligenza artificiale per la generazione di immagini.

Lucid Group (+2%): ha annunciato di essere pronta ad entrare nel mercato cinese sia con auto importate che prodotte localmente.

REV Group (+19%): alzate le previsioni di utile per l’esercizio 2023 a 120-135 milioni di dollari, rispetto ai 110-130 milioni di dollari previsti in precedenza.

HashiCorp (-20%): tagliate le previsioni di fatturato per l’anno fiscale 2024 a un range di 564 milioni di dollari - 570 milioni di dollari, rispetto al precedente range di 591 milioni - 595 milioni di dollari.

Raccomandazioni analisti

Apple

Wedbush: ‘buy’ e prezzo obiettivo aumentato da 205 USD a 220.

Netflix

JP Morgan: ‘buy’ e target price incrementato da 380 USD a 470 dollari.

Boeing

Goldman Sachs: ‘buy’ e prezzo obiettivo invariato a 291 dollari.

Walmart

Tigress Financial: ‘buy’ e target price alzato da 176 USD a 182 dollari.

Oracle

UBS: ‘neutral’ e prezzo obiettivo da 110 USD a 90 dollari.

Macy’s

UBS: ‘sell’ e target price ridotto da 12,75 a 12 dollari.

Campbell Soup

Jefferies & Co.: ‘neutral’ e prezzo obiettivo al ribasso da 60 USD a 52 dollari.

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