La statistica: la recessione da Covid è stata la più breve della storia Usa


La contrazione dell’economia americana è durata solo due mesi, ma è stata violentissima. Fra marzo e aprile 2020 annullati 22 milioni di posti di lavoro, come se fosse stata cancellata l’intera economia italiana. Oggi mancano all’appello ancora 6,8 milioni di posti di lavoro.


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Una frenata così veloce che non meriterebbe l’etichetta di recessione.

La recessione da Covid patita dagli Stati Uniti è stata la più breve nella storia dell’economia americana. Infatti, è durata solo due mesi: da febbraio ad aprile 2020. Questa affermazione, che contrasta con il profondo e prolungato malessere degli operatori economici, è certificato da un report diffuso ieri dal National Bureau of Economics Research.

Finora il record di brevità (sei mesi) lo aveva avuto la recessione che aveva colpito gli Usa fra il gennaio e il luglio del 1980. E se ci si attenesse rigidamente alla definizione di recessione fornita dallo stesso Bureau, ci sarebbe da dubitare che la pandemia ne abbia generato una. Infatti, si legge che la recessione è un declino dell’attività economica “che dura più di pochi mesi”.

Ma la violenza della frenata dell’economia nel 2020, con la brusca caduta dell’occupazione e della produzione, è stata tale che non c’è il minimo dubbio che passerà alla storia come recessione.

Come mostra il grafico che riportiamo qui sotto (realizzato da Business Insider), nel solo mese di aprile 2020 l’economia americana ha perso 20,6 milioni di posti lavoro, con una perdita complessiva di oltre 22 milioni di posti fra marzo e aprile. E’ come se in due mesi fosse stata cancellata l’intera economia italiana (23 milioni di posti lavoro). Ad aprile dell’anno scorso il tasso di disoccupazione Usa schizzò al 14,8%, dal 3,5% di febbraio.

In due mesi cancellati oltre 22 milioni di posti di lavoro.

Dall’estate 2020 l’economia americana sta lentamente riprendendosi. Allo stato attuale, però, il totale degli occupati in America (escluso il settore agricolo) è ancora inferiore di 6,8 milioni di persone rispetto a febbraio 2020, prima dello scoppio della pandemia. A giugno 2021 il numero degli occupati è cresciuto di 850mila unità e il tasso di disoccupazione è al 5,9%, ancora più alto rispetto al periodo pre-Covid.

Come sottolinea il National Bureau of Economics Research, l’economia americana continua a crescere, ma la velocità della ripresa non è paragonabile con la violenza del crollo subito e, soprattutto, i periodi di espansione non sempre significano che l’attività economica è robusta.

Alla luce di questi dati, sembra assennato l’orientamento della Fed che non vuole alzare i tassi di interesse e ridurre gli stimoli monetari alla crescita. Per le Borse, una preoccupazione in meno.

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