La sterlina resta ai minimi degli anni '80 e la Banca d'Inghilterra promette misure di sostegno

Non si ferma il crollo della valuta britannica tra le preoccupazioni per il coronavirus con gli investitori che si rivolgono al dollaro
Indice dei contenuti
Un calo storico per la sterlina
Prosegue il forte calo della sterlina, sprofondata come nemmeno era accaduto nelle settimane successive al referendum sulla Brexit. Il pound, infatti, arriva a toccare quota 1,14 nei confronti del dollaro e 0,90 verso l'euro, scendendo a livelli minimi degli anni '80.
Restano anche sul Regno Unito le preoccupazioni circa le conseguenze sull'economia dell'impatto da coronavirus, con il governo britannico che per molto tempo aveva sottovalutato. Mentre il virus si espande anche in Gran Bretagna, finalmente il primo ministro Boris Johnson prendeva sul serio la situazione, parlando di “un esecutivo di guerra”, dunque pronto a fare il possibile per arginare il coronavirus.
La Banca d'Inghilterra promette sostegno
Anche per cercare di mettere un freno alla caduta della valuta britannica, il governatore della Banca d'Inghilterra, Andrew Bailey, ha affermato che “ogni misura ragionevole è sul tavolo”.
Tra i provvedimenti che l'istituto centrale potrebbe mettere in campo ci sonotaglio dei tassi di interesse a zero, un nuovo quantitative easing o anche la stampa di moneta da assegnare alle famiglie.
“Abbiamo un kit di strumenti molto ampio, non escludo nulla”, affermava Bailey in riferimento a queste misure, aggiungendo, però, di “non interpretare questo come se noi stessimo per farlo”.
Analisi e previsioni degli esperti
Tra le ragioni di questa corsa verso il basso della sterlina ci sono diversi fattori. “La sterlina è penalizzata da una combinazione di scommesse sul dollaro, considerato un investimento sicuro, di vendite generalizzate sugli asset a livello globale e di liquidazioni di posizioni lunghe”, spiegano gli analisti di Mizuho Bank.
Il recupero, però, appare lontano e secondo Thomas Flury e Dean Turner, analisti di UBS, “la valuta del Regno Unito tornerà sui valori normali quando si sarà ristabilizzata l’economia globale”. Un recupero, aggiungono, condizionato dal futuro della stessa Gran Bretagna, e che potrebbe arrivare solo nel caso in cui “non avrà in futuro problemi economici significativi dovuti all’epidemia”.
Tra le sfide che dovrà affrontare il Regno Unito, infatti, resta la la Brexit, in quanto il periodo di transizione che durerà fino a dicembre 2020 “potrebbe terminare senza essere riusciti a concludere gli accordi necessari”. Il coronavirus, inoltre, “potrebbe far slittare la scadenza”, concludono Flury e Turner.
La Finestra sui Mercati
Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!
