Lagarde: “Non ho idea di quanto dovranno salire i tassi

Se la BCE non ha idea di quanto debbano crescere i tassi per ridurre l’inflazione, nè tantomeno se questo porterà il sistema economico in recessione, diventa difficile capire quale possa essere la soglia di acquisto/vendita sui mercati che consenta il corretto rapporto tra rischio e rendimento.
A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso CFO Sim
In uscita oggi alle 11:00 l’inflazione dell’Europa YoY di novembre (stima 10,4% contro 10,6% di ottobre), alle 14:15 è la volta degli occupati ADP USA di novembre (stima 203k contro 239 di ottobre), alle 14:30 la revisione del PIL USA del 3Q22 (stima 2,7% contro 2,6% reso noto il 27 ottobre scorso) e alle 15:45 il PMI Chicago di novembre (stime 47 punti contro 45,2 di ottobre).
Ieri la fiducia delle imprese Europee di novembre è risultata peggiore della stima (-2 punti contro -0,5 stimato e -1,2 punti di ottobre), ma la fiducia dei consumatori è risultata in linea con le attese a -23,9 punti, ma in miglioramento rispetto a -27,5 punti di ottobre. Leggermente migliore delle stime anche la fiducia dei consumatori USA di novembre (100,2 punti contro 100 atteso), ma in calo rispetto ai 102,2 punti di ottobre. I dati sono coerenti con le attese di una possibile recessione.
Nessuna novità di rilievo all’audizione della Lagarde al Parlamento europeo di lunedì scorso. Si è infatti limitata a ribadire che i prossimi aumenti dei tassi di interesse continueranno a dipendere dai dati. Chi si aspettava indicazioni su quanto a lungo i tassi potessero rimanere in una situazione di squilibrio per contrastare l’inflazione è rimasto deluso. La Lagarde ha detto l’ennesima ovvietà, ribadendo che la misura dei tassi e la velocità dell’aumento, dipenderanno dalle prospettive economiche aggiornate (aspettiamo quindi che la BCE le aggiorni), dalla persistenza degli shock, dalla reazione delle aspettative salariali e di inflazione e dalla valutazione della trasmissione dell’orientamento di politica monetaria (aspettiamo le valutazioni della BCE).
Aggiungendo che quanto a lungo e quanto in alto dovranno salire i tassi “non è qualcosa su cui ho un'idea". La Lagarde ritiene che i tassi di interesse debbano essere abbastanza alti (il che non significa nulla) per raggiungere il target di medio termine di inflazione al 2%.
Per contro, ha lanciato ai governi Europei un monito a perseguire politiche fiscali che dimostrino il loro impegno a ridurre gradualmente gli elevati indici del debito pubblico (e qui sono d’accordo), lasciando chiaramente intendere che al momento la politica monetaria restrittiva e quella fiscale espansiva non remano nella stessa direzione.
Per l’economia significa un rischio crescente di inflazione persistente (più volte abbiamo sottolineato che l’inflazione è un razzo a salire e una piuma a scendere), mentre per i mercati significa volatilità che si mantiene sui livelli mediamente elevati degli ultimi mesi.
Se la BCE non ha idea di quanto debbano crescere i tassi per ridurre l’inflazione, nè tantomeno se questo porterà il sistema economico in recessione, diventa difficile capire quale possa essere la soglia di acquisto/vendita sui mercati che consenta il corretto rapporto tra rischio e rendimento. Se si guarda al breve termine (difficile conciliare il breve con l’investimento azionario consapevole), la strategia migliore nella fase attuale è quella dello stock picking.
Se guardiamo invece al medio/lungo termine, tra le numerose incertezze, abbiamo però una certezza: gli investimenti 2021-27 del Quadro Finanziario Pluriennale che prevede investimenti di 1.211 miliardi di euro e quelli 2021-23 (ma forse 2024) del NGeu per 807 miliardi. Dove saranno investiti? Di seguito le stime della Commissione Europea:
La forte certezza è quindi che entro il 2027 le imprese Europee dei settori sopra riportati, saranno beneficiate da oltre 2.000 miliardi di euro di investimenti destinati a cambiare per sempre (almeno quella è la speranza) il volto dell’Europa.
Se guardiamo al medio periodo (2024) e prendiamo in esame i soli investimenti previsti dal NGeu, questi sono i settori che ne beneficeranno direttamente:
- la ricerca e l'innovazione, portate avanti con il programma Orizzonte Europa;
- le transizioni climatiche e digitali eque, attraverso il Fondo per una transizione giusta e il programma Europa digitale;
- la preparazione, la ripresa e la resilienza, attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza, rescEU e un nuovo programma per la salute, EU4Health;
- la modernizzazione di politiche tradizionali, come la politica di coesione e la politica agricola comune, per massimizzare il loro contributo alle priorità dell'Unione;
- la lotta ai cambiamenti climatici, a cui verrà riservato il 30% dei fondi europei, la più alta percentuale di sempre per il bilancio dell'UE;
- la protezione della biodiversità e la parità di genere
Va da se quindi che gli investimenti debbano guardare alle imprese dei settori beneficiati.
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