Lagarde non molla: “presto altri rialzi dei tassi” da parte della BCE


La presidente dell’istituto centrale ribadisce di essere concentrata nella lotta all’inflazione attraverso politiche monetarie restrittive, altrimenti l’economia potrebbe ricevere “un danno ancora maggiore”.


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Nuove strette monetarie

La Banca centrale europea prosegue per la sua strada e il prossimo futuro vedrà ancora nuove strette monetarie, con il ‘solito’ obiettivo di riportare l’inflazione nel target stabilito del 2% rispetto al dato di agosto, risultato nell’eurozona superiore al 9%.

A ribadirlo è stata la presidente dell’istituto centrale europeo, Christine Lagarde, intervenuta oggi ad una conferenza dell'Atlantic Council a Francoforte, avvisando dell’arrivo “di diversi ulteriori rialzi dei tassi di interessi nei prossimi meeting”, in quanto “non siamo ancora al livello neutrale dei tassi”.

“Il ritorno alla stabilità dei prezzi è la missione della BCE”, insisteva Lagarde, ricordando come l’obiettivo “primario” della BCE “non sia causare una recessione, ma ristabilire la stabilità dei prezzi ed è quello che dobbiamo fare”, altrimenti “ci sarà un danno per l’economia ancora maggiore”.

Lo Spread si impenna

Le parole di Lagarde hanno infiammato nuovamente lo Spread tra btp e bund, portandolo a 259 punti (3,56%), ai massimi da due anni, con il rendimento del decennale italiano arrivato a toccare il 4,87%.

Con il dollaro sempre più forte, Lagarde ha definito i Treasury americani “la forza del mercato USA”, sottolineando come la BCE non possieda questo strumento e che gli eurobond sarebbero di “aiuto” alla moneta unica e un sostegno al mercato europeo.

L’unico strumento simile ai Treasury sono le emissioni della Commissione europea fatte per finanziare il Next Generation Eu, “ma è stato fatto solo ad hoc per la pandemia”, aggiungeva Lagarde.

Il cielo pieno di falchi

Questa mattina, intanto, il ‘cielo’ della BCE si riempiva nuovamente di ‘falchi’, viste le dichiarazioni del governatore della banca centrale slovacca, Peter Kazimir, nel corso di una conferenza stampa.

Se la BCE ha già alzato i tassi di 125 punti base nelle ultime due riunioni, il ritmo di inasprimento più rapido mai registrato, l’istituto “potrebbe dover aumentare i tassi di altri 75 punti base il mese prossimo”, dichiarava Kazimr.

Stessi toni ‘hawkish’ da parte di Olli Rehn, capo della banca centrale finlandese: “è opportuno prendere una decisione su un altro significativo aumento dei tassi, che sia di 75 o 50 punti base o qualcos'altro”, senza spiegare cosa possa comportare “qualcos’altro”.“Fino all'inizio di quest'anno ero favorevole al gradualismo, ma per il momento è più probabile che ci sia un'azione decisa e anticipata”, ha detto il banchiere alla Reuters, considerato un moderato all'interno del Consiglio direttivo.

Per quanto riguarda i tempi, Rehn si è detto favorevole al raggiungimento dell’intervallo del tasso neutrale (il tasso al quale non viene stimolata e nemmeno limitata la crescita economica) “entro Natale” e, “una volta raggiunto questo traguardo, vedremo se è il caso di passare in territorio restrittivo”.

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