Lagarde rassicura: “non possiamo procedere allo stesso ritmo della Fed”


La Presidente della Banca centrale europea ha ammesso il rischio recessione per la zona euro e l’istituto europeo valuterà le conseguenze delle sue scelte in tema di tassi, anche se ha ribadito l’obiettivo della stabilità dei prezzi.


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Ogni banca ha il suo mandato

Il giorno dopo il ‘ciclone’ Federal Reserve che ha mandato al tappeto i mercati, i ‘colleghi’ europei cercano di sottolineare le differenze con l’istituto americano, in particolare sulla velocità della stretta monetaria indicata ieri da Jerome Powell, il quale ha affermato che è ancora “Very premature to talk about a pause”, troppo presto per parlare di una pausa.

Questa mattina la Presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, è intervenuta alla conferenza "Sustainability and Money: Shaping the Economy of the Future”, organizzato dall’istituto centrale della Lettonia.

In quell’occasione, Lagarde ha sottolineato come “ogni banca abbia il suo mandato” da perseguire, e la BCE valuterà le decisioni della Fed e il loro impatto sul contesto globale, ma ha ribadito che i due istituti “non sono uguali”, pertanto “non possiamo procedere allo stesso ritmo e in base alle stesse diagnosi sulle nostre economie”.

Inoltre, ha aggiunto la Presidente, “siamo anche influenzati dalle conseguenze, in particolare attraverso i mercati finanziari e, in misura minore, anche attraverso il commercio, perché chiaramente il tasso di cambio conta e deve essere preso in considerazione nelle nostre proiezioni sull’inflazione”.

Obiettivo stabilità

Lagarde ha ammesso la possibilità dell’arrivo di una recessione tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, seppur “leggera”, anche se questa ipotesi “non è ancora nel nostro scenario base”.

Recessione, però, che “non riteniamo sufficiente a domare l’inflazione e quindi non possiamo semplicemente lasciare che le cose si sistemino da sole”, ha spiegato.

L’obiettivo resta la stabilità dei prezzi, cercando un “tasso di interesse che ci aiuti a raggiungere il nostro target e lo faremo” e la BCE lo farà “usando tutti gli strumenti disponibili nella nostra cassetta degli attrezzi e abbiamo dimostrato di poter essere creativi”

Il percorso, concludeva Lagarde, vedrà le decisioni prese “a ogni incontro”, in particolare cercando “il modo più efficace e appropriato per raggiungere il nostro target” del 2% per l’inflazione.

Evitare la corsa

Nella stessa occasione è intervenuto anche Fabio Panetta, membro del Consiglio direttivo della BCE, auspicando che l’istituto centrale eviti un aumento “troppo veloce” dei tassi di interesse, in quanto “potrebbe danneggiare eccessivamente la crescita economica, i prezzi delle case e i mercati finanziari”.

“Se questi aumenti più consistenti del previsto vengono interpretati come segnali di un tasso terminale più elevato, piuttosto che come una semplice anticipazione della normalizzazione, potremmo avere un impatto più forte sulle condizioni di finanziamento e, in ultima istanza, sull’attività economica”, aggiunto Panetta.

Picco dell’inflazione

Sul livello dei tassi da raggiungere, il consigliere BCE Mario Centeno ha svelato che l’istituto ha “già effettuato gran parte dei rialzi dei tassi necessari per contenere l’inflazione nella zona euro, che dovrebbe raggiungere il suo picco nel trimestre in corso”.

Nel corso di un’intervista, però, Centeno ha sottolineato come sia “molto difficile dire quale sarà il valore massimo dei tassi” nel processo di normalizzazione della politica monetaria in corso. “La BCE è consapevole del fatto che buona parte dello sforzo di politica monetaria che ci si aspettava è già stato compiuto... (ma) è importante che l'inflazione raggiunga il picco”, massimo che dovrebbe essere raggiunto “nel quarto trimestre”, offrendo “un grado molto significativo di prevedibilità alla politica monetaria".

Proseguire i rialzi

Un “ulteriore aumento dei tassi” è auspicato dal Presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, con il fine di “riportare l’inflazione sotto controllo”.

“La Bce non dovrebbe astenersi dall’aumentare ulteriormente i tassi, dobbiamo aumentarli ancora per riportare l'inflazione al nostro obiettivo di medio termine”, ribadiva Nagel durante un evento a Madrid. Tuttavia, il banchiere non ha voluto ipotizzare quando il percorso di aumento dei costi di rifinanziamento si concluderà e ha sottolineato che la zona euro si trova in una situazione diversa da quella degli Stati Uniti.

Guardingo anche Gabriel Makhlout, membro del direttivo BCE, il quale ha confermato la necessità di un ulteriore aumento dei tassi nella prossima riunione di dicembre, anche se ha definito “prematuro” dire se questo rialzo dovrà essere di 50 o di 75 punti base, “o anche qualche altra cifra”.

Infine, una pausa per la fine dell’anno per le strette monetarie è stata esclusa da parte di Martins Kazaks, parte del consiglio direttivo BCE e governatore della banca centrale lettone.

“È chiaro che i tassi di interesse dovranno salire molto di più per riportare l'inflazione al target del 2% del medio termine”, ha detto Kazaks a una conferenza, aggiungendo che, a suo avviso, “non c'è bisogno di fare una pausa a cavallo dell'anno”.

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