Lagarde si sbilancia: “a luglio nuovo rialzo dei tassi”

Lagarde si sbilancia: “a luglio nuovo rialzo dei tassi”

La BCE proseguirà con la sua politica monetaria restrittiva nonostante i tassi abbiano raggiunto i livelli più alti degli ultimi 15 anni, alla luce di livelli inflazionistici ancora lontani dall’obiettivo del 2% fissato dall’istituto centrale.

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Nuovi rialzi dei tassi dalla BCE

La Banca centrale europea non ha ancora terminato il suo compito ed è pronta a proseguire con le sue politiche monetarie seguite nell’ultimo anno e mezzo che hanno portato i tassi ad un livello più alto dal 2008.

A ribadirlo è ancora la Presidente dell’Istituto centrale, Christine Lagarde, nel corso dell’ECB forum on Central Banking 2023 a Sintra, in Portogallo.

L’impatto complessivo degli incrementi dei tassi decisi a partire dallo scorso luglio, pari a 400 punti base, non si è ancora esplicato appieno”, spiegava Lagarde, aggiungendo che “il nostro lavoro non è ancora finito e, escludendo un mutamento sostanziale delle prospettive di inflazione, continueremo a innalzare i tassi a luglio”.

Le due dimensioni

Lagarde ha individuato due dimensioni della politica monetaria della BCE da tenere sotto osservazione durante le politiche monetarie restrittive, in particolare il livello dei tassi e la comunicazione delle decisioni future sulla “durata” attesa del periodo di mantenimento di tale livello aggiunto, con le relative ripercussioni.

Sul livello e sulla durata della politica dei tassi messa in atto dalla BCE, Lagarde ricordava che sono “due le fonti di incertezza”.

In particolare, data la “persistenza dell’inflazione ancora circondata da incertezza”, il livello massimo dei tassi “sarà determinato in base alle circostanze contingenti” e “dipenderà da come evolveranno nel tempo l'economia e le varie forze”, dovendo “essere sottoposto a riesame costante”.

A questo si aggiunge “l’intensità della trasmissione della politica monetaria è circondata da incertezza”, anche perché l’area euro non vive una fase sostenuta di aumento dei tassi dalla metà degli anni 2000 e non ha mai assistito a rialzi così rapidi”.

Livello massimo raggiunto?

Queste condizioni rendono “improbabile che nel prossimo futuro la banca centrale sia in grado di dichiarare con assoluta certezza che il livello massimo dei tassi sia stato raggiunto”, proseguiva Lagarde, ribadendo ancora che “le decisioni della nostra politica monetaria devono essere infatti definite di volta in volta a ogni riunione e continuare a essere guidate dai dati”.

L'inflazione resta ancora “troppo elevata” e “rimarrà prevedibilmente tale per troppo tempo”, anche a causa di una “persistenza” riconducibile alla propagazione dell'inflazione nell'economia in più fasi, poiché diversi operatori economici tentano di trasmettersi i costi a vicenda. Inoltre, Lagarde ha sottolineato che “la tenuta dell’occupazione rispetto alla crescita del PIL”, perché “ci saremmo aspettati che il rallentamento dell'espansione economica nel corso dell'ultimo anno frenasse in certa misura la crescita dell’occupazione. Tuttavia, in particolare negli ultimi tre trimestri, il mercato del lavoro ha registrato risultati migliori”.

Volo di falchi

Le parole di Lagarde arrivano dopo una serie di dichiarazioni dei banchieri europei di stampo ‘hawkish’ che anticipavano quanto detto dalla presidente.

“È molto chiaro per me che abbiamo bisogno di almeno un altro aumento, e questo accadrà credo a luglio”, affermava in una intervista a CNBC Gediminas Simkus, governatore della Banca centrale lituana e membro del consiglio direttivo della BCE.

“Vedendo questo contesto e anche le aspettative del mercato sul percorso dei tassi di interesse e anche data la viscosità dell'inflazione e il rischio al rialzo, non sarei sorpreso di discutere in sede di consiglio direttivo un rialzo anche a settembre”, ha aggiunto il banchiere. Alla domanda se vede una grave decelerazione della crescita economica nella seconda metà dell'anno, Simkus ha risposto: “in realtà no. Entrando negli ultimi trimestri di quest'anno, penso che assisteremo a un miglioramento dell’attività economica dato che l’inflazione sta scendendo, i salari stanno aumentando e il contributo dei consumi avrà un effetto positivo”.

Stessi toni da falco per detto Martin Kazaks, governatore della banca centrale della Lettonia ed esponente del Consiglio direttivo dell’EuroTower, parlando anche lui da Sintra.

Secondo Kazaks, “i mercati sbagliano a prezzare un taglio dei tassi in Eurozona all’inizio del 2024”, in quanto “l’inflazione è ancora molto alta, caratterizzata da forti rischi di persistenza”.

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