Le banche centrali intimoriscono ancora Wall Street

Dopo le decisioni della Fed e della BCE della scorsa settimana, i timori di future scelte restrittive sui tassi di interesse sono stati aumentati oggi dalla Banca centrale giapponese.
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Wall Street incerta
Apertura di seduta attesa intorno la parità a New York, sulla stessa scia dei ribassi arrivati nelle ultime due settimane.
Ieri il Dow è sceso di 163,85 punti (-0,50%), lo S&P 500 ha ceduto 34,89 punti (-0,91%), il Nasdaq Composite ha chiuso in ribasso di 159,38 punti (-1,49%).
Trend che potrebbe proseguire oggi, visto il calo di mezzo punto per il future sul Nasdaq e dello 0,20% per quello S&P500, mentre i contratti sul Dow Jones restano inchiodati intorno la parità quando manca meno di un’ora dal suono della campanella.
Sembrano permanere, dunque, le preoccupazioni per il peggioramento dell’outlook economico globale e per la volontà delle banche centrali di proseguire con politiche monetarie restrittive, aggravate dalle ultime mosse della banca centrale giapponese.
BoJ hawkish
Alle quattro (ore italiane) di questa mattina la banca centrale del Giappone (Bank of Japan) rivedeva la soglia di tolleranza del rendimento del bond decennale a 0%-0,5% rispetto alla precedente fascia di 25 punti, confermando i tassi di interesse a -0,1% e anticipando per gennaio un aumento temporaneo degli acquisti di bond a 9 mila miliardi di yen al mese rispetto ai precedenti 7.300 miliardi.
La mossa a sorpresa della BoJ faceva aumentare i tassi di interesse del Treasury Note degli Stati Uniti a 10 anni, saliti a 3,65% dal 3,50% di ieri, mentre quelli a due anni tornavano a 4,28%.
L’adozione di una politica monetaria più restrittiva da parte di una banca centrale fino a questo momento espansiva, veniva interpretata come un segno del possibile proseguimento delle politiche di rialzo dei tassi delle altre banche centrali.
Fed e BCE
Le decisioni della banca giapponese arrivano dopo l’aumento dei tassi di interesse della settimana scorsa da parte delle banche centrali e delle previsioni relative al picco dei tassi da parte dei banchieri della Fed, ora attesi al 5,1% (valore mediano) nel 2023, in salita dal 4,6% di tre mesi fa. Inoltre, l’istituto centrale non prevede di ridurre i tassi prima del 2024.
“Ampiamente attesi dai mercati, i rialzi dei tassi dello 0,50% da parte della Fed e poi della Banca centrale europea rivelano un cambio di passo ma non di musica. Le due banche centrali hanno infatti, di concerto, smesso di aumentare i tassi dello 0,75%” però “la loro posizione rimane immutata e restrittiva, mentre è stata scartata l'ipotesi di un pivot nei prossimi mesi”, sottolinea Clement Inbona, gestore di La Financiere de l'Echiquier.
“E' ancora troppo presto per dichiarare di aver vinto la battaglia contro l'inflazione ed è quindi prematuro pensare di dismettere l’approccio restrittivo”, avvisa Inbona.
Dati macro
Oggi erano attesi alcuni dati economici relativi al mercato edilizio americano di novembre. Il Dipartimento del Commercio USA ha comunicato un calo dello 0,5% per i nuovi cantieri, attestatosi a 1,427 milioni di unità, in miglioramento rispetto al -2,1% di ottobre (dato rivisto dal -4,2%), mentre le previsioni si fermavano a 1,400 milioni. Il numero mostra, inoltre, un calo del 16,4% rispetto al dato di novembre 2021.
I permessi edilizi rilasciati dalle autorità competenti hanno registrato nello stesso periodo un decremento dell'11,2% a 1,342 milioni di unità, dopo il -3,3% registrato il mese precedente, con gli analisti che si attendevano una diminuzione a 1,485 milioni: si tratta di un calo del 22,4% rispetto a novembre 2021.
Notizie societarie principali e pre-market
Meta (+0,20%): non completerà l’acquisizione prima del 31 gennaio di Within Unlimited, azienda produttrice della popolare app per il fitness Supernatural, come risulta da un documento depositato martedì in tribunale.
Amazon (+0,30%): raggiunto accordo con l’Unione europea relativamente a due indagini antitrust che permetteranno di evitare una multa fino al 10% del suo fatturato mondiale.
Walt Disney (-0,20%): ieri ha ridotto la sua guidance per gli incassi del primo weekend di programmazione del nuovo film ‘Avatar: The Way of Water’, uno dei più costosi di sempre nella storia di Hollywood ma che ha ottenuto solo 53 milioni di dollari nei primi due giorni di uscita.
Gilead (-3%): presentati dati considerati deludenti relativi alla fase intermedia della sperimentazione della terapia contro il cancro realizzata insieme a Arcus Biosciences (-12%), con la riduzione o la distruzione dei tumori nel 41% dei pazienti mentre le attese erano per il 60%.
Lucid Group (+6%): ieri ha annunciato il completamento dell’offerta di azioni sul mercato da 1,5 miliardi di dollari precedentemente annunciato.
Verona Pharma (+38%): la sua terapia sperimentale per le malattie polmonari ha raggiunto l’obiettivo principale del suo studio di fase avanzata, con miglioramenti statisticamente significativi riscontrati nella funzione polmonare.
Raccomandazioni analisti
Apple
JP Morgan: ‘buy’ e prezzo obiettivo ridotto a 190 USD dai precedenti 200 dollari.
Nike
JP Morgan: ‘buy’ e target price aumentato da 120 USD a 127 dollari.
Semrush
Morgan Stanley: ‘neutral’ e prezzo obiettivo diminuito da 13 USD a 10 dollari.
Spotify
Morgan Stanley: ‘buy’ e target price ridotto a 105 USD dai precedenti 115 dollari.
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