Le banche soffrono a Wall Street, le borse correggono, cade il bitcoin


L’S&P500 ha perso l’1,9%: tutti e undici gli indici settoriali sono scesi, ma il peggiore è stato di gran lunga quello della finanza. JP Morgan -5%.
Oracle in calo nell’after hour, deludono i ricavi dei software basati sul cloud. Forti acquisti sui bond alla vigilia del dato sull’occupazione. Il decennale USA è stamattina a 3,80%, 15 punti base in meno di ieri


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Lo storno di mercato anticipato da molti strategist nelle ultime settimane è arrivato improvvisamente ieri sera, dopo un avvio in rialzo, solo parzialmente disturbato dalle preoccupanti novità riguardanti due importanti banche regionali degli Stati Uniti, Wall Street ha girato al ribasso, chiudendo con un calo del Nasdaq del 2,1%.

L’S&P500 ha perso l’1,9%: tutti e undici gli indici settoriali sono scesi, ma il peggiore è stato di gran lunga quello della finanza. JP Morgan -5%. E’ stata una giornata difficile per i titoli bancari in quanto sono arrivati nel giro di poche ore le notizie riguardanti la messa in liquidazione di Silvergate e la perdita miliardaria registrata da SVB Financial.

La controllante della Silicon Valley Bank ha perso quasi due miliardi di dollari a causa dello smobilizzo rapido delle sue riserve in obbligazioni, a seguito del rosso colossale, è stato annunciato un aumento di capitale da 2,2 miliardi di dollari.

Tra gli effetti collaterali della discesa dei titoli delle banche, c’è la perdita di quota delle criptvalute, non solo perché Silvergate è saltata a causa del crack di FTX, ma anche perché la vicenda SVB mostra quanto siano disastrose le corse a smobilizzare le posizioni da parte dei clienti delle società finanziarie. Il bitcoin ha perso ieri l’8%.

Il Nasdaq ha perso il 2,1%. Il future dell’indice dei tech è in calo dello 0,5%. A mercati chiuso, da Oracle è arrivata un’altra delusione, la società dei software per la gestione dei dati ha registrato una crescita dei ricavi dei prodotti basati sul cloud, non così brillante.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in ribasso, il future del Dax di Francoforte perde l’1,5%.

AIUTI DI STATO

La Commissione europea ha annunciato finalmente ieri un allentamento straordinario delle regole sugli aiuti di Stato, che rimarrà in vigore fino alla fine del 2025. Nelle intenzioni dell’esecutivo comunitario, il nuovo impianto normativo - che prevede anche la cosiddetta matching clause - dovrebbe consentire ai Ventisette di meglio contrastare la concorrenza non sempre leale di Cina e Stati Uniti.

BOND

Negli Stati Uniti, forse a seguito dell’inaspettato aumento delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione, si sono scatenati gli acquisti, soprattutto sulle duration corte. Il biennale degli Stati Uniti ha registrato una delle variazione di rendimento più ampie da inizio anno. Il decennale USA è stamattina a 3,80%, 15 punti base in meno di ieri.

Il Bund a dieci anni ha chiuso a 2,63%, il due anni a 3,34%. E’ ormai da parecchio giorni che il biennale della Germania rende più o meno quel che rendono gli analoghi di Portogallo, Spagna e Grecia. Anche lo spread con l’Italia è molto basso.

Non è stata la periferia ad accorciare le distanza sull’area core dell’Europa, dietro a questa anomalia ci sono soprattutto effetti tecnici. Cosimo Marasciulo, deputy head of euro fixed income di Amundi ha detto al Sole24Ore che buona parte della migliore performance dei Pigs rispetto alla Germania sui titoli a breve scadenza è frutto di un gigantesco motivo tecnico: è diminuita la domanda di titoli da dare in garanzia (come «collaterale») a fronte di operazioni in derivati o dei Tltro della Bce.

INFLAZIONE

Oggi il dato sull’inflazione fornirà nuove indicazioni sulla traiettoria del caro vita. Intanto il mercato sembra voler guardare al fatto che l’inflazione si stia allontanando dal picco, non al fatto che resti alta.

Luca Vallarino, Responsabile Ufficio Trading Desk di IMPact Sgr ha elencato ieri in una nota le ragioni che giustificano il proseguimento del rialzo dei tassi.

“Il mercato del lavoro come quello americano, con un tasso di disoccupazione ai minimi da 54 anni sembra remare nella direzione contraria ed ostacolare quindi un aggiustamento rapido dello squilibrio inflazionistico”.

I mercati, sia quello delle azioni che delle obbligazioni di lungo periodo, scommettono sua una “disinflazione rapidissima”, ma questa aspettativa si scontra con il fatto che ciò, “non è mai avvenuto nella storia economica recente e soprattutto senza che si verificasse una profonda fase di recessione”.

Storicamente, prosegue Vallarino, quando l’inflazione cresce così tanto come accaduto nelle economie avanzate negli ultimi mesi, sono necessari anni perché ritorni a livelli accettabili. Negli ultimi quarant’anni ci sono voluti in media 10 anni perché l’inflazione tornasse al 2% dopo aver superato un livello del 5%.

ASIA PACIFICO

Il Nikkei di Tokyo chiude in ribasso dell’1,7%. Hang Seng di Hong Kong -2,5%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -1%. S&P ASX200 di Sidney -2,2%.

Stanotte la banca centrale del Giappone ha confermato il tasso sul deposito a -0,1%, il target del rendimento del bond decennale a zero. Le novità, nella politica monetaria, dovrebbero arrivare più avanti nel corso dell’anno, dopo l’insediamento del nuovo governatore Kazuo Ueda.

L’agenzia Xinhua ha riferito stanotte che la sessione plenaria del 14/mo Congresso nazionale del popolo della Cina, il ramo legislativo del parlamento cinese, ha approvato il piano di riforma e di ristrutturazione del Consiglio di Stato (il governo centrale).

Tra i cambiamenti principali, figura l'istituzione di una supercommissione statale su vigilanza e regolamentazione finanziaria che assumerà parte del mandato della Banca centrale (Pboc) o assorbirà del tutto le attuali autorità di regolamentazione sulla protezione dei consumatori e degli investitori.

Prevista, poi, la creazione di uno State Data Bureau, a rimarcare l'importanza dei big data nell’aiuto all'azione del governo sull'adozione delle misure più praticabili ed efficaci per la soluzione dei problemi.

MERCATI EMERGENTI

Il 2023 è iniziato nei mercati delle economie emergenti con una corsa all’emissione di bond. Barron's segnalava che a inizio gennaio erano state collocate obbligazioni per 39 miliardi di dollari, quasi la metà del totale di tutto il 2022.

Chris Cooke, Portfolio Manager, Emerging Markets Debt di Columbia Threadneedle Investments spiegava ieri in una nota che il boom ha principalmente questa motivazione. “L'aumento dei tassi d'interesse nei mercati sviluppati ha fatto sì che parte dei flussi, normalmente destinati alla "ricerca di rendimento" nei mercati emergenti, siano rimasti nel mercato locale nel 2022.

Inoltre, la guerra in Ucraina ha scatenato l'incertezza e frenato la propensione al rischio degli investitori”. Il gestore spiega nella nota che “la volatilità dei tassi d'interesse dovrebbe attenuarsi man mano che la Federal Reserve statunitense si avvicinerà al picco.

Gli investitori stanno già guardando oltre, ai tassi reali globali, prima stabili e poi in calo, e questo avvantaggia gli asset di rischio, compreso il debito dei mercati emergenti”.

TITOLI

Leonardo vede nel 2023 ricavi a 15,0–15,6 miliardi dopo aver chiuso il 2022 con ricavi in aumento del 4,7% a perimetro omogeneo a 14,71 miliardi.

Safilo prevede che le vendite nette raggiungano circa 1,3 miliardi nel 2027, con un tasso di crescita annuo composto nei 5 anni di circa il 4%, guidato da una crescita sostenuta dei marchi di proprietà, che si prevede superino il 50% dei ricavi del Gruppo entro la fine del piano. Il margine Ebitda adj è atteso tra il 12% e il 13% delle vendite nel 2027.

Revo Insurance non è interessata a investire in Eurovita perché ha un business completamente diverso ma guarda a opportunità di espansione all'estero, ma non tramite acquisizioni. Lo ha detto Alberto Minali in un'intervista a Reuters dopo la diffusione dei conti 2022.

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