Le borse europee guardano più ad Apple che ad Amazon


l future dell’indice Dax di Francoforte è in rialzo di oltre l’1%, in continuità con il +3% del Nasdaq. Le comunicazioni del trimestre dei due grandi nomi del tech hanno ridimensionato gli entusiasmi, ma stamattina le borse dell’Asia salgono di slancio. Rimbalza l’euro. BTP a 2,71% di rendimento, mai visto dal 2019. Generali: molto probabile la vittoria della lista del cda.


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Lo stato di salute delle aziende, più di quello dell’economia, sta guidando Wall Street in queste ultime ore. L’inaspettata discesa del Pil, in parte spiegabile con il balzo delle importazioni, non ha impedito al Nasdaq di mettere a segno un fortissimo rimbalzo (+3%). Non c’è stato solo il doppio effetto Meta (+17%) e PayPal (+12%), anche fuori dal mondo tech si sono visti ampi guadagni. L’S&P500 ha chiuso in rialzo del 2,5%. Dow Jones +1,8%. Il tono è cambiato di colpo con l’arrivo delle trimestrali. Il future del Nasdaq è in calo dello 0,6%

AMAZON

La società ha registrato un rallentamento delle vendite e la prima perdita trimestrale dal 2015: rosso da 3,8 miliardi di dollari, sul quale pesano gli effetti negativi dell'investimento in Rivian, il produttore di veicoli elettrici che aspira a diventare la nuova Tesla e che ha perso piu' del 65% del suo valore quest'anno. I ricavi di Amazon nel primo trimestre sono saliti del 7% a 116,4 miliardi di dollari, in deciso rallentamento rispetto al +44% dello stesso periodo dello scorso anno. "La pandemia e la guerra in Ucraina hanno portato una crescita e sfide inusuali", ha affermato l'amministratore delegato Andy Jassy. A deludere gli analisti non sono solo i risultati trimestrali ma anche le stime per il periodo aprile-giugno, quando i ricavi sono previsti fra i 116 e i 121 miliardi.

APPLE

-2% nel post market, dopo un iniziale +4%. I ricavi sono saliti del 9% a 94,9 miliardi di dollari, 4 miliardi più del previsto. Utile per azione sopra le previsioni e margine lordo pari al 43,7%, 43% era quello atteso. I ricavi della divisione smartphone sono saliti del 5,5% a 50,5 miliari di dollari. "Il trimestre è un testamento alla nostra attenzione senza sosta nell'innovazione e nell'abilità di creare i prodotti e i servizi migliori al mondo", afferma l’amministratore delegato Tim Cook. Lo stesso Cook ha però ammesso che Apple non è “immune” ai problemi della logistica. L’impatto sulle vendite nel trimestre in corso, secondo il cfo Luca Maestri sarà tra 4 e 8 miliardi di dollari.

TESLA

Elon Musk ha venduto azioni per circa 4 miliardi di dollari nel corso della settimana, lo si è appreso dalle comunicazioni obbligatorie alla SEC.

ASIA, PACIFICO e DAX

Quasi tutte su stamattina le borse dell’Asia Pacifico, è sulla parità l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen. L’Hang Seng Tech è in rialzo del 6% nel finale di seduta. Nikkei di Tokyo +1,7%. Il future dell’indice Dax di Francoforte è in rialzo dell’1%.

UCRAINA

Ieri sera il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto al Congresso 33 miliardi di dollari a sostegno dell'Ucraina - una drastica escalation nei finanziamenti statunitensi per la guerra contro la Russia - in aggiunta a nuovi strumenti legali per sottrarre asset agli oligarchi russi. L'ingente richiesta di finanziamento include oltre 20 miliardi di dollari per armi, munizioni e altre forme di aiuti militari, oltre a 8,5 miliardi di dollari di sostegno economico diretto al governo ucraino e 3 miliardi di dollari in aiuti umanitari e di sicurezza alimentare. "Abbiamo bisogno di questa legge per aiutare l'Ucraina nella sua lotta per la libertà", ha detto Biden dalla Casa Bianca. Sia la Camera che il Senato hanno approvato una misura che consentirà a Joe Biden di usare una legge della seconda guerra mondiale per fornire piu' rapidamente armi all'Ucraina. Ora manca la firma del presidente.

Il petrolio Brent, ieri in forte recupero, stamattina si spinge a 108 dollari il barile, +1%. Il gas di riferimento per l’Europa ha chiuso in calo del 9% a 97 euro per megawatt-ora.

IL GAS DIVIDE L’EUROPA

La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, ha consigliato alle aziende dell'UE di non sottostare alle richieste di pagamento in rubli. “Tuttavia, alcune delle più grandi compagnie energetiche europee sembrerebbero invece che si stiano muovendo per conformarsi al nuovo sistema di pagamento”, scriveva ieri pomeriggio in una nota Gabriel Debach, market analyst di eToro. “La notizia, se confermata, minerebbe notevolmente l’unità europea riportando sensibilmente il peso dalla politica estera dell’UE ai margini della geopolitica.

VALUTE

Stamattina l’euro rimbalza dai minimi degli ultimi sei anni, +0,3%. Si riprendono le principali monete del pianeta, messe alle corde dal dollaro nelle ultime sedute. Dollaro AU +0,7%, Corona Svezia +0,5%

CRIPTOVALUTE

El Salvador non è più l'unico paese a riconoscere Bitcoin come moneta a corso legale. Anche la Repubblica Centrafricana ha dichiarato la sua adesione nell’adozione di Bitcoin, delineando quindi un quadro di maggiore interesse a livello globale. Lo stesso Debach commenta: “Il Bitcoin può infatti rappresentare una soluzione finanziaria per la maggior parte degli africani che non possono permettersi un conto in banca. Ovviamente la strada sarà tortuosa, con il Fondo Monetario Internazionale che ha criticato la decisione, avvisando di grandi rischi associati all'uso di bitcoin per la stabilità finanziaria, l'integrità finanziaria e la protezione dei consumatori. Ad ogni modo c’è già chi guarda oltre, con il Tonga possibile prossimo Stato ad accettare Bitcoin, essendo il paese più dipendente dalle rimesse del mondo e con commissioni tradizionali che possono superare perfino il 30%.”

EMERGENTI: VINCE CHI È LONTANO DALLA GUERRA

Marco Piersimoni, Senior Investment Manager e Flora Dishnica, Product Specialist di Pictet Asset Management, consigliano di puntare sul Sud Africa, sul Brasile e sull’America Latina, ovvero, sui paesi lontani dal conflitto che “continueranno a sovra-performare l’universo dei Paesi emergenti. Almeno fino a quando le tensioni geopolitiche non si affievoliranno”. Nella nota diffusa ieri, Pictet spiega che l’America Latina è “in grado non solo di soddisfare autonomamente il proprio fabbisogno di energia, ma anche di esportare buona parte della propria produzione. In questo continente, “tra il 20% e il 45% degli indici azionari è costituito da settori energy e materials, già premiati dagli investitori ben prima dello scoppio della guerra per le prospettive di risalita dei prezzi delle materie prime.

Paesi come il Cile ad esempio, il più grande produttore al mondo di rame, non può che beneficiare anche dalle prospettive di una più rapida transizione energetica tramite la produzione da fonti rinnovabili dove proprio il rame è uno tra i componenti più importanti per lo stoccaggio e distribuzione di energia rinnovabile. O ancora il Sud Africa, Paese esportatore di metalli come ferro e platino che ha visto di recente incrementare i ricavi dal commercio, a sostegno del bilancio dello Stato e della valuta”.

Da evitare le aree vicine alla guerra, come “Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e via dicendo, danneggiate non solo per le importazioni da Russia e Ucraina ma anche attraverso altri canali dell’economia, come il turismo”. Anche la Turchia è da escludere, perché “il 70% del grano viene importato dalla Russia e il 15% dall’Ucraina, ma la Turchia soffre anche del calo del flusso dei viaggiatori, da sempre molto legato al turismo russo”.

APRILE CRUDELE

Inizia oggi l’ultima seduta di aprile, mese che, a meno di rally travolgente, dovrebbe essere negativo per Piazza Affari, per Francoforte, ma soprattutto per il Nasdaq. Quest’anno, aprile si è discostato dalla media storica. Maggio, che in borsa non è un mese amato, potrebbe essere il mese dell’emersione dei primi segnali di rallentamento della crescita, con una perdita del potere d’acquisto dei salari reali che comincia a frenare la domanda. Nelle prossime settimana ci potrebbe quindi essere una stabilizzazione dei tassi di mercato.

Il decennale a dieci anni, a 2,86% anticipano già pienamente i dieci rialzi che la Fed ha telegrafato e sono su livelli interessanti, a meno di ipotizzare uno scenario di tassi Fed ben al di sopra del tasso di equilibrio di lungo termine espresso in mediana dai membri Fed.

“Tra un anno, molto probabilmente il rendimento del decennale sarà più basso di quello di oggi”, dice Jimmy Chang, capo degli investimenti a Rockefeller Financial a Bloomberg TV “credo che ad un certo punto l'economia inizia a indebolirsi, la Fed sarà meno aggressiva, forse anche entrare in una modalità di pausa, diciamo, all'inizio del prossimo anno”. Un ripiegamento dei tassi darebbe ossigeno ai tech, pesantemente colpiti dalle vendite nelle ultime settimane.

TITOLI

Generali. I giochi per l'assemblea sono fatti e si profila un'affluenza record, anche oltre il 70%, con la probabile vittoria - secondo gli osservatori - della lista del cda uscente e la riconferma del ceo Philippe Donnet.

Eni S&P ha assegnato il rating preliminare a lungo termine "BBB" a Plenitude, dice una nota della società del gruppo Eni per il retail e le energie rinnovabili. 

Unipol. L’assemblea ha nominato giovedi il nuovo cda il quale ha nominato Carlo Cimbri presidente e Matteo Laterza direttore generale.

CNH Industrial. Non riscontra al momento problemi nello stabilimento polacco di Plock a seguito della decisione russa di interrompere le forniture di gas al Paese. 

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