Le componenti di un superciclo nel settore dell’energia pulita

Il petrolio, benché rimane importante per molti settori, è destinato a scomparire come combustibile fossile. “Le tecnologie necessarie per il passaggio all’energia pulita ci sono - spiegano Pascal Dudle, Matthias Fawer e Marco Lenfers (Vontobel) - La crescita esponenziale delle energie rinnovabili, sostenuta dai miglioramenti tecnologici dell'ultimo decennio, ne è un buon esempio. Oggi, per una nuova installazione, il costo dell'elettricità prodotta dall'energia eolica e solare è minore di quello proveniente dal nucleare o dal carbone, e leggermente inferiore a quello derivante dal gas naturale. L'anno scorso quasi il 90% dell'aumento della capacità energetica totale in tutto il mondo è stato ottenuto grazie alla crescita dell'energia eolica, solare e idroelettrica”.

I governi globali stanno annunciando leggi e politiche chiave, oltre a massicci pacchetti per le infrastrutture ecologiche: ne è un esempio il Green Deal dell'Unione Europea (UE) volto a raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi e azzerare le emissioni di carbonio del blocco commerciale entro il 2050.

Anche gli Stati Uniti, dopo lo sfratto di Trump, sono tornati sull’arena del clima globale: i Democratici hanno presentato un disegno di legge sul clima di ampia portata finalizzato ad azzerare completamente le emissioni di carbonio dell'economia statunitense entro il 2050, favorendo altresì investimenti multimiliardari in infrastrutture ecocompatibili.

La Cina, mira a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2060. Si tratta di uno sforzo che secondo Goldman Sachs richiederebbe investimenti per 16 trilioni di USD.

“Se questi progetti saranno realizzati o meno sarà argomento di dibattito. Comunque la si guardi, i governi sprecheranno denaro”, commenta il team di Vontobel.

Secondo il team di Vontobel, “ci troviamo proprio alla vigilia di un superciclo, che riuscirà a tirare fuori il meglio delle capacità di innovazione delle aziende, e potrebbe infine accendere i portafogli di investimento”.

Come muoversi in questa moltitudine di portafogli potenzialmente validi?

Per offrire alcune linee guida, “possiamo concentrarci sulle infrastrutture di energia pulita, che comprendono produttori di apparecchiature per l'energia, fornitori di smart grid, soluzioni di trasmissione e servizi di pubblica utilità”.

“Nei prossimi trent’anni, l'investimento cumulativo mondiale nella produzione di nuova energia dovrebbe superare i 15.000 miliardi di dollari, due terzi dei quali saranno destinati a infrastrutture per l'energia solare ed eolica”.

Tuttavia, il problema dell’eolico e del solare è che producono un surplus di energia in alcune stagioni, mentre non ne producono affatto in altre. La miglior alternativa per ovviare a tale problematica sono le smart grid. Smart grid è un insieme di reti elettriche e di tecnologie che, grazie allo scambio reciproco d’informazioni, permettono di gestire e monitorare la distribuzione di energia elettrica da tutte le fonti di produzione e soddisfare le diverse richieste di elettricità degli utenti collegati, produttori e consumatori in maniera più efficiente, razionale e sicura. Le smart grid hanno quindi la capacità di ridurre in misura significativa l'impatto ambientale dell'intero sistema di approvvigionamento elettrico.

“Tra le società operanti nel settore delle smart grid possiamo nominare la statunitense Itron. Sui mercati emergenti, Jiangsu Zhongtian Technologies (ZTT), produttore cinese di cavi di trasmissione dell’energia per le interconnessioni ad alto voltaggio tra reti o l’integrazione di fonti di energia rinnovabili, potrebbe essere un titolo interessante”, commenta il team Vontobel.

Il trasporto a basse emissioni è un altro pilastro nel settore. “Le società a cui pensiamo in questo settore sono la giapponese Nidec, produttrice di motori elettrici e componenti per l’industria automotive altamente efficienti, o la tedesca Continental, produttrice di componenti per veicoli ibridi ed elettrici, nonché di pneumatici a bassa resistenza al rotolamento”.

Anche se i viaggi a basse emissioni in futuro si affiderano sempre più spesso alle batterie, al momento la loro capacità è limitata. Utilizzare l’idrogeno come mezzo di stoccaggio dell’energia potrebbe rappresentare una soluzione al problema, ma al momento è un metodo di produzione economico ma inquinante. “In pochi anni sarà probabile ottenere idrogeno dalle fonti rinnovabili, passaggio che si potrebbe accelerare con l’introduzione di sussidi o di una tassa sulle emissioni di carbonio”. Nel settore delle batterie il team Vontobel nomina la sudcoreana Samsung SDI, i cui prodotti vengono utilizzati nei veicoli elettrici e nelle soluzioni per lo stoccaggio elettrico, soprattutto in combinazione con la produzione di energia rinnovabile. Nel settore dell’idrogeno, l’attenzione è invece puntata sulla francese Air Liquide, che gestisce una serie di stazioni di rifornimento di idrogeno per automobili, camion e autobus.

In conclusione, “nei prossimi trent'anni ci aspettiamo molte opportunità interessanti per gli investitori a lungo termine nel settore energetico. Ciò dovrebbe infine consentire a chi è al volante di premere il pedale dell’acceleratore senza rimorsi”.