Leonardo cede i satelliti di GES per 450 milioni


La vendita non modifica la guidance 2022 che prevede un indebitamento netto del gruppo di Leonardo pari a circa 3,1 miliardi di euro.


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La cessione di GES

Leonardo sotto i riflettori dopo la cessione di Global Enterprise Solutions (GES), il maggior fornitore di comunicazioni satellitari commerciali per il governo degli Stati Uniti, comunicata questa mattina.

In particolare, la controllata statunitense Drs ha firmato un accordo vincolante per la vendita dell’attività di comunicazione satellitare di GES a SES per un una cifra intorno ai 450 milioni di dollari (al lordo della tassazione).

L’operazione si chiuderà a metà del 2022 ed è soggetta alle autorizzazioni tipiche di questo tipo di operazioni, spiega la nota diffusa da Leonardo.

La notizia ha attirato gli acquisti sul titolo Leonardo in apertura di seduta a Piazza Affari, spingendo le azioni della società a guadagnare oltre il 2%, per poi ripiegare leggermente, ma con un trend (1,5%) sempre superiore a quello del Ftse Mib (+1%).

Confermata la guidance

La vendita non modifica i piani di Leonardo per l’anno in corso e la società ha confermato la guidance 2022 che prevede un indebitamento netto di gruppo pari a circa 3,1 miliardi di euro.

La cessione, infatti, rappresenta “un ulteriore passo avanti nell’esecuzione del Piano Industriale”, spiega l’amministratore delegato, Alessandro Profumo.

L’operazione annunciata oggi conferma anche l’impegno a raggiungere i nostri obiettivi, in linea con la guidance 2022”, aggiunge il manager, definendo SES quale “partner industriale migliore per garantire lo sviluppo del business di GES nel lungo periodo, a beneficio di tutti i nostri stakeholder”.

La view degli analisti

La cessione è stata effettuata ad un prezzo pattuito “superiore alle previsioni”, ritengono da Banca Imi, aggiungendo che “per questo, anche se il management ha mantenuto invariata la guidance sull'indebitamento, il completamento della cessione possa avere un impatto positivo sul titolo valutabile in 0,50 euro a fronte di un target di prezzo di 10,7 attuale”.

Secondo gli analisti di Banca Akros, anche se i numeri di Ges non sono noti, i ricavi della divisione sono stimabili in circa 250 milioni di dollari.

Secondo il broker, l'operazione è “positiva per Leonardo e sembra evitare il ricorso ad aumenti di capitale da parte del gruppo mentre restano sul piatto le altre operazioni (l'ipo di Drs e la vendita di Oto Melara e Wass) in grado di portare liquidità in cassa”.

Il bando per il cloud

Leonardo resta protagonista di questa mattina anche per la sua partecipazione al gruppo di compagnie guidato da TIM e composto anche da Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) e Sogei che hanno ufficializzato l’offerta finale destinata alla realizzazione del Polo Strategico Nazionale (PSN) nell’ambito della gara europea per l’erogazione di servizi cloud per la pubblica amministrazione.

La proposta era stata selezionata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento per la Trasformazione Digitale) quale riferimento ai fini dell’avvio della gara, in quanto valutata pienamente rispondente alle esigenze espresse nella Strategia Cloud Italia.

In caso di aggiudicazione della gara, le società coinvolte dovranno costituire una joint venture in forma di società per azioni, finalizzata all’erogazione di soluzioni e servizi cloud a sostegno della PA per assicurare il maggior livello possibile di efficienza, sicurezza e affidabilità dei dati.

La gara rientra nel piano di accelerazione della trasformazione digitale, fissando l’obiettivo di fornire servizi innovativi a cittadini e imprese come previsto dal PNRR e dagli interventi normativi in materia di infrastrutture digitali.

Cos’è il Polo Strategico Nazionale

Il Polo Strategico Nazionale è l'infrastruttura che permette alla pubblica amministrazione italiana di disporre di un ‘cloud nazionale’.

Nel piano è previsto l’obbligo di migrare sul cloud per almeno il 75% delle PA, tra cui le amministrazioni centrali (circa 200), le Asl e gli enti locali (Regioni, città metropolitane e Comuni con più di 250 mila abitanti).

Per la realizzazione del progetto sono stati stanziati 1,9 miliardi di euro all’interno del PNRR, in quanto si tratta di un argomento non solo tecnologico, ma anche economico e politico.

La Strategia Italia Cloud, infatti, prevede tra gli obiettivi principali “l’autonomia tecnologica” vista la predominanza nel settore di soggetti extra-europei che potrebbe far restare gli Stati in condizioni di “debolezza contrattuale” e soggetti al rischio di “modifiche unilaterali delle condizioni dei servizi forniti”.

In sostanza, l’attuale sistema rischi di far restare le amministrazioni succubi di un fornitore che potrebbe non avere gli stessi interessi del Paese in cui opera.

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