Leonardo e Fincantieri volano sull’aumento delle spese militari in Germania

I tedeschi portano al 2% del Pil le spese del settore militare dopo anni in cui i governi precedenti ne prevedevano una riduzione e alcuni analisti ritengono che questo aumento potrebbe aprire il campo a decisioni analoghe da parte di altri stati, favorendo le società del settore.

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Strappano Leonardo e Fincantieri

Dopo pochi giorni dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina si torna a parlare di riarmo con la Germania che aumenta le proprie spese militari, sostenendo i titoli di Piazza Affari coinvolti nell’industria militare.

Se sui mercati europei prevale il rosso da selloff a causa del peggiorare della guerra, in forte controtendenza a Piazza Affari troviamo Leonardo e Fincantieri.

Il titolo Leonardo arriva a guadagnare oltre il 15% dopo circa un’ora di contrattazioni, toccando un massimo di 8,21 euro per azioni.

Guadagni a doppia cifra anche per Fincantieri, arrivata a crescere dell’11%, superando quota 60 euro per azione e tornando così ai livelli pre-guerra di inizio febbraio.

Maggiori spese militari in Germania

Ieri dalla Germania annunciavano l’aumento annuale delle spese militari pari a oltre il 2% del Pil rispetto all’attuale 1,5% e corrispondente a 20 miliardi di euro ogni anno.

I tedeschi, che stanzieranno quest’anno 100 miliardi di euro per rafforzare l’esercito, impegneranno in Ucraina sia finanziamenti diretti che parte del proprio esercito.

L’aumento delle spese è stato definito “necessario” dal Ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, proprio alla luce dell’aggressione russa in Ucraina, in quanto la Germania risulta geograficamente vicina alla Russia.

Se i precedenti governi tedeschi avevano previsto una riduzione delle spese per il settore militare, questo “calo non è più appropriato”, riteneva Lindner, in quanto “la difesa resta una priorità politica”, mentre “per molti anni le forze armate sono state gestite per molti, molti anni in maniera logorante”.

Le conseguenze sulle società secondo gli analisti

Le due società hanno un’esposizione diretta nel business militare, “attraverso il 25% detenuto in Hendsoldt” per Leonardo, sottolineano gli analisti di Equita Sim.

Per quanto riguarda Fincantieri, notano da Equita, “il business militare rappresenta circa il 25% dei volumi complessivi” e “garantisce margini migliori rispetto al settore croceristico e un miglior profilo dei pagamenti”.

L'esposizione delle società coinvolte nel settore militare potrebbe essere destinata ad aumentare “alla luce dell’attuale contesto", aggiungono dalla sim milanese, in quanto “la posizione presa dalla Germania può essere seguita da altri annunci di aumento delle spese militari da parte di Paesi occidentali”.

L’aumento della percentuale del Pil investita in armamenti risulta considerevole, vista la differenza tra l’1,5% del prodotto nazionale speso in Italia e il 2% a cui si arriverà in Germania.

Si tratta, nota da Banca Akros, di un annuncio “positivo e non scontato” dai prezzi di borsa.

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