Leonardo, perché gli analisti puntano a un rialzo del 40%


La società preannuncia buoni risultati per il 2021. Il confronto dei multipli mostra un’enorme sottovalutazione rispetto ai grandi gruppi Usa della difesa. Pesa la eccessiva diversificazione del business e il il Ceo Profumo punta sulle tecnologie digitali per la sicurezza


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Il free cash flow operativo sarà il doppio delle previsioni.

Omaggiata dagli analisti con una forte percentuale di raccomandazioni Buy (12 su un totale di 16 broker che coprono il titolo), Leonardo si prende cura delle coronarie degli investitori e dopo la brutta botta di martedì 25 gennaio, quando l’azione era scesa di colpo del 6%, manda segnali rassicuranti sull’andamento del business. Con una nota diffusa giovedì sera, la società italiana della Difesa e dell’Aerospazio ha annunciato che il 2021 si è chiuso con un free cash flow operativo di 200 milioni di euro, praticamente il doppio dell’obiettivo iniziale del management. Solo due giorni prima Intesa Sanpaolo, che raccomanda ai suoi clienti di comprare azioni Leonardo (Add) con target price a 8,2 euro, aveva ricordato che l’obiettivo di free cash flow operativo del 2001 era di 100 milioni di euro.

Venerdì mattina a Piazza Affari, mentre l’indice FtseMib perde l’1,3%, l’azione Leonardo è fra le migliori con un rialzo dello 0,8% a 6,45 euro. Nel comunicato la società ha anche precisato che ordini, ricavi  ed Ebitda del 2021 saranno nella parte alta delle indicazioni che il management aveva fornito al mercato, e questo grazie al buon andamento del business militare, al minor assorbimento di cassa della divisione Aerostrutture e alla generale azione di riduzione dei costi. I conti del quarto trimestre e dell’intero anno 2021 saranno annunciati il 10 marzo.

Kuwait, Leonardo smentisce. Il titolo recupera: dall’inizio dell’anno +1,3%.

Intanto il titolo ha recuperato quota e la performance da inizio anno è tornata positiva (+1,3%). Negli ultimi 12 mesi l’azione Leonardo è salita del 13%. Gli analisti si aspettano un’accelerazione al rialzo del titolo, visto che la media dei target price a 12 mesi è 9,05 euro, il che implica una previsione di rialzo del 41%.

L’“inciampo” di martedì è stato causato da una notizia proveniente dal Kuwait, diffusa dall’agenzia americana Ap, secondo cui nel Paese arabo sarebbe in corso un’inchiesta con accuse di corruzione nei confronti di due alti ufficiali delle forze armate per l’acquisto di aerei da combattimento Eurofighter Typhoon. Leonardo e il governo italiano furono gli attori chiave della trattativa che nel 2016 portò alla firma dell’importante commessa del valore complessivo di 8,7 miliardi di dollari.   Leonardo realizza circa il 36% del valore dell'intero programma con un ruolo chiave nella componente aeronautica e in quella dell'elettronica di bordo. Secondo AP, il costo elevato del contratto ha creato alcune perplessità, soprattutto se confrontato con acquisti simili di aerei da combattimento in altri Paesi del Medio Oriente. Secondo un analista, questo contratto è di grande importanza per Leonardo, in quanto contribuisce per il 10-15% ai ricavi stimati per il 2022.

Con un comunicato Leonardo ha specificato di non essere oggetto di indagini in Kuwait e ha sottolineato che il programma Eurofighter del Paese arabo procede in linea con gli step previsti dal contratto.

Redditività in crescita: nel 2023 margine operativo all’8,7%.

Tornando ai conti di Leonardo, uno degli elementi chiave su cui si basa la fiducia degli analisti è il progressivo miglioramento della redditività del gruppo. Il consensus  prevede un netto incremento del margine operativo nel 2021 al 7,7% dal 6,9% del 2020, e una continua progressione nei prossimi due anni fino ad arrivare all’8,7% nel 2023.

Il confronto dei multipli con i grandi gruppi americani della difesa e dell’aerospazio mostra un’impressionante sottovalutazione di Leonardo.  La società italiana capitalizza 3,6 miliardi di euro, pari a solo 5,6 volte gli utili previsti nel 2022 (639 milioni di euro). Lockheed Martin ha un P/E di 13,9 volte, Raytheon di 21 volte. Ancora, il valore di impresa di Leonardo (Ev) è pari a 4 volte l’Ebitda del 2022, contro le 11 volte di Lockheed Martin e le 13 volte di Raytheon.

Profumo vuole vendere i cannoni e i siluri.

Evidentemente Leonardo paga un atteggiamento di sfiducia del mercato verso un’azienda controllata per il 30% dal governo italiano, che per decenni ha dovuto mantenere la propria presenza in attività esterne al core business per motivi sociali e politici.

Oggi il management del gruppo, guidato da Alessandro Profumo, punta a rafforzare il core business basato sulle tecnologie digitali per la difesa e la sicurezza. Per questo punta a vendere alcune controllate come Oto Melara (cannoni navali) e Wass (siluri), mentre si rafforza in altri settori con l’acquisto del 25% della tedesca Hensoldt (sensori per la sicurezza).

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