Leonardo risponde alle accuse di Boeing e il titolo rimbalza


Il gruppo ha diffuso un comunicato nel quale si specificava che le parti difettose fornite a Boeing erano state acquistate da un subfornitore. La notizia attirava gli acquisti sul titolo Leonardo (+2%) in apertura di contrattazioni di oggi, recuperando, però, solo parte delle vendite di ieri (-7%).


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Le precisazioni di Leonardo

Le parti fornite a Boeing e prodotte impropriamente sono state realizzate da un subfornitore. Con questa precisazione Leonardo cerca di difendersi dalle accuse arrivate ieri al gruppo italiano da parte della stessa società americana e dalle autorità statunitensi.

In particolare, un comunicato diffuso da Leonardo individuava il subfornitore italiano Manufacturing Processes Specification S.r.l. (MPS). Inoltre, il gruppo ricordava nella stessa nota che il subfornitore è sotto indagine da parte della magistratura, per cui Leonardo si considera “parte lesa” e “non si assumerà potenziali oneri al riguardo”.

A seguito di quanto avvenuto, Manufacturing Processes Specification non è più un fornitore di Leonardo, aggiungevano dal gruppo.

Le accuse a Leonardo e il crollo in borsa

Ieri un comunicato rilasciato da Boeing Co e dalla Federal Aviation Administration (Faa) avvisava che alcune parti in titanio con le quali viene realizzato il jet 787 Dreamliner erano state prodotte impropriamente nel corso degli ultimi tre anni.

Da Boeing specificavano che le parti in questione erano state fornite da Leonardo Spa, specificando anche che la società italiana aveva acquistato questi componenti da Manufacturing Processes Specification.

Nonostante questa indicazione, il titolo Leonardo ieri chiudeva con un crollo del 7% a Piazza Affari, mentre, a seguito delle precisazioni ufficiali arrivate ieri sera, le azioni della società oggi aprivano in rialzo, arrivando a crescere del 2% dopo pochi minuti dall’inizio degli scambi, toccando un massimo di 6,866 euro.

La view di Equita Sim

La precisazione di Leonardo potrebbe non evitare problemi futuri al gruppo, sul quale peseranno i rischi di un proseguimento in tribunale della vicenda, oltre a quelli sulla reputazione della società.

Gli esperti di Equita Sim non escludono “a priori contenziosi”, mentre la “reazione del titolo di ieri scontava già il rischio di eventuali oneri non ricorrenti”.

Inoltre, aggiungono dalla sim milanese, “resta il problema reputazionale per la divisione aerostrutture (produzione di fusoliere e parti di ali per Boeing, Airbus e ATR) da anni in pessime condizioni”.

La divisione potrebbe registrare un fatturato di oltre 600 milioni nel 2021 secondo Equita, rappresentando circa il 5% del fatturato del gruppo, di cui circa la metà proveniente da Boeing con possibili perdite a livello operativo di 150 milioni (14% dell’Ebita di gruppo).

Il free cash flow è previsto negativo sul totale di gruppo per una cifra superiore a 100 milioni, ma dalla sim confidano in un piano di riorganizzazione/conversione della divisione da presentare al momento della pubblicazione dei risultati del terzo trimestre.

Il piano, concludono da Equita, potrebbe rappresentare la svolta dopo anni in cui non sono stati fatti interventi strutturali.

Anche a seguito degli eventi di queste ore, Equita mantiene la raccomandazione ‘buy’ sul titolo Leonardo, con un target price di 8,8 euro, pur avvisando sulla caratteristica di rischio dell’investimento.

Ancora problemi per Boeing

Dalla Faa specificavano che i problemi riscontrati sull’aereo prodotto da Boeing non influenzerà l’immediata sicurezza dei voli.

Nel dettaglio, i problemi riguardavano i raccordi per assicurare le travi ribassate in una sezione della fusoliera, oltre ad altri componenti e dalla società americana annunciavano che i velivoli non consegnati verranno riparati di conseguenza.

I problemi riscontrati in queste ore rappresentano l’ennesimo capitolo delle difficoltà che sta avendo Boeing con i suoi modelli 787 che hanno spinto ad un taglio della produzione e allo stop delle consegne.

Già nel settembre 2020, la Faa aveva comunicato l’apertura di un’indagine a seguito dell’individuazione di alcuni difetti alla produzione, spingendo alcune compagnie aeree che utilizzavano questo modello a lasciare a terra otto jet.

Le consegne del 787 erano state riprese a marzo scorso dopo cinque mesi di sospensione, ma a maggio erano state nuovamente fermate a causa dei dubbi espressi dalla Faa sul merito e sul metodo d’ispezione utilizzato da Boeing.

Arrivata l’estate, la Faa comunicava che alcuni modelli Dreamliner presentano problemi in termini di qualità manifatturiera vicino all’ogiva dell’aereo. A quel punto, l’ente imponeva a Boeing di riparare il difetto prima di riprendere le consegne ai clienti.

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