Leonardo spinta dai venti di guerra
Il ritorno del conflitto in Medio Oriente spinge gli investitori a scommettere sui titoli del settore della Difesa oltre a quello dell’energia e quello della società italiana è sostenuto anche dalle positive prospettive future nell’aerostruttura.
Balzo Leonardo
Leonardo in controtendenza a Piazza Affari, con la borsa indebolita dai nuovi venti di guerra in Medio Oriente dove l’attacco di Hamas sul territorio israeliano ha portato alla strage di civili più grave della storia del Paese con oltre 700 deceduti e la risposta di Israele che ha aggiunto altri 400 morti dopo i bombardamenti su Gaza.
Le azioni della società italiana arrivano a guadagnare il 5% nella prima ora di contrattazioni di questo inizio settimana, toccando un massimo di 13,655 euro.
Il titolo Leonardo, con un +60% da inizio anno, è il decimo miglior titolo dell'indice Stoxx 600, fermo a +4,60%.
Tra i titoli del settore Difesa si mettono in luce anche Rheinmetall a Francoforte (+5%), Thales a Parigi (+4%), Bae Systems a Londra (+4%) e Avio a Milano (+3%).
La guerra spinge nuovamente i prezzi del petrolio, con greggio WTI (85 dollari) e Brent (86,70 dollari) in crescita del 3%, così come i titoli legati all’energia come Eni, Saipem e Tenaris, tra i pochi positivi tra le blu chip del FTSE MIB (-0,80%). Tornano gli acquisti anche sull’oro, salito dell’1% a 1.864 dollari l’oncia.
Il sostegno al titolo
“I venti di guerra in Israele hanno riacceso i fari sui titoli della Difesa”, sottolineano da WebSim Intermonte, che su Leonardo mantengono una raccomandazione ‘interessante’, con target price di 14 euro.
La società, inoltre, beneficia anche di un comunicato stampa diffuso da un sindacato, dal quale emergono prospettive positive nell'aerostruttura (cash drag di 250 milioni di euro nel 2023 incluso nel target FCF di gruppo di 600 milioni di euro).
I carichi di lavoro previsti per il 2024 coprono tutti i 4.137 dipendenti della divisione, sono confermati miglioramenti in ATR e si prospetta un potenziale nuovo importante contratto entro fine anno.
“Riteniamo che l’obiettivo del pareggio nel settore dell’aerostruttura entro il 2025 potrebbe essere migliorato”, concludono da WebSim.
Delisting Leonardo Drs
Nel frattempo, Leonardo ha annunciato il delisting della controllata Drs dalla borsa di Tel Aviv, dove aveva debuttato nel novembre 2022 a seguito della fusione con l’israeliana Rada Electronics.
L’addio alla borsa per la società attiva nell’elettronica per la Difesa, avverrà in data 27 dicembre e le sue azioni resteranno negoziabili solo al Nasdaq, dove viaggia con una crescita del 34,5% da inizio anno.
La decisione sarebbe stata presa con l’obiettivo di semplificare l’approccio ai mercati dei capitali da parte della società, secondo fonti di mercato, alla luce di una significativa diminuzione degli azionisti israeliana ereditati da Rada e confluiti in Leonardo Drs, scesi ormai sotto il 5%.
Come conseguenza del delisting, si legge nella documentazione inviata alla SEC, “tutte le azioni negoziate sul Tel Aviv Stock Exchange (Tase) dovranno essere trasferite al Nasdaq, dove potranno continuare a essere scambiate”, e la società “continuerà inoltre a presentare relazioni pubbliche in conformità con le norme e i regolamenti del Nasdaq e della Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti”.
Il delisting da Tel Aviv non sposterà comunque gli impegni di Leonardo e della stessa Leonardo Drs sul mercato e sui clienti israeliani.
La controllata terrà una giornata di incontri con gli investitori il 14 marzo 2024 nel centro di Manhattan, vicino al Nasdaq MarketSite, mentre il prossimo 2 novembre verranno invece pubblicati i numeri del terzo trimestre.
Sulla base della guidance aggiornate per il 2023, la controllata del gruppo guidato dall’amministratore delegato Roberto Cingolani prevede ricavi fino a 2,8 miliardi di dollari e un ebitda rettificato fino a 328 milioni.
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