Lo slancio positivo delle azioni dal giorno della liberazione può continuare per il resto del 2025?

Il momentum sembra crescere a favore di ulteriori rialzi, specialmente mentre un quadro tecnico migliore si combina con una storia fondamentale positiva.
A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM
Seconda lettura dell’inflazione della Germania YoY di giugno, che è attesa non scostarsi dal 2% della lettura flash (+2.1% a maggio), in uscita oggi alle 8:00. Produzione industriale dell’Italia MoM di maggio alle 10:00 (stima +0.1% contro +1% di aprile). Richieste USA settimanali alla disoccupazione alle 14:30 (stima 245k contro 233k della scorsa settimana).
È sotto gli occhi di tutti come le azioni statunitensi abbiano compiuto una straordinaria ripresa dopo la brusca correzione di mercato di inizio anno e del giorno della liberazione. La domanda che si fanno gli investitori è se questo slancio positivo possa continuare per il resto del 2025?
L'S&P 500 ha chiuso il secondo trimestre con il maggiore avanzamento trimestrale dall'ultimo trimestre del 2023, coronando la forte performance con nuovi massimi storici consecutivi. Come sappiamo, diversi fattori spiegano l'aumento delle azioni: progressi nelle politiche tariffarie, risultati degli utili migliori del previsto, un rinnovato entusiasmo per l'intelligenza artificiale (AI) e una serie di dati economici solidi, inclusi un'inflazione in moderazione e dati stabili sull'occupazione. Questi fattori positivi di mercato hanno riportato l'S&P 500 in territorio positivo, con l'indice in crescita del 5.5% complessivo nei primi sei mesi dell'anno. Dal 1950, quando l'indice ha reso tra il 5% e il 10% nella prima metà dell'anno, le azioni sono state in rialzo nell'85.7% dei casi anche nella seconda metà dell’anno, guadagnando in media il 6.1%.
Recenti segnali di miglioramento delle condizioni di mercato sottostanti aggiungono ottimismo al mercato azionario. Da un punto di vista dell’analisi tecnica, l'S&P 500 ha riparato parte del suo danno tecnico dopo aver formato la sua prima "golden cross" in oltre due anni, ovvero quando la media mobile a 50 giorni dell'indice supera quella a 200 giorni. Storicamente, le golden cross sono state segnali rialzisti per le azioni, con l'S&P 500 in crescita in media del 6,8% e del 10,7% nei periodi di sei e dodici mesi successivi, secondo i dati dal 1950. Le azioni hanno guadagnato il 48,3% dall'ultima volta che il segnale si è verificato nel febbraio 2023.
Le misure dell'ampiezza di mercato mostrano anche le prime indicazioni di una partecipazione più ampia al trend rialzista. Le azioni tecnologiche a grande capitalizzazione hanno guidato in gran parte questo rally, con le Magnificent 7 che rappresentano il 42,9% del rendimento totale dell'S&P 500 dal minimo di aprile. Ora l'81,5% dei membri dell'S&P 500 si trova sopra la loro media mobile a 50 giorni, il livello più alto da settembre 2024 e ben lontano dal minimo del 5,8% di aprile. Ciò suggerisce che la ripresa potrebbe estendersi oltre i soli beneficiari dell'AI.
Anche il sentiment degli investitori sembra essersi orientato verso una tendenza più positiva. Ad aprile, la lettura ribassista del sondaggio sul sentiment dell'American Association of Individual Investors ha toccato il terzo livello più alto mai registrato, dietro a marzo 2009 e ottobre 1990. In totale, il sentiment ribassista è rimasto sopra il 50% per 11 settimane consecutive, il periodo più lungo nella storia del sondaggio. Da allora, il pessimismo degli investitori è diminuito, con il sentiment ribassista ora sotto il 33,1%. Il recente crollo della volatilità ha probabilmente contribuito a rafforzare la fiducia, con l'Indice di Volatilità (VIX) in calo del 67,8% dal suo picco di inizio aprile.
Il momentum sembra crescere a favore di ulteriori rialzi, specialmente mentre un quadro tecnico migliore si combina con una storia fondamentale positiva. Dobbiamo mettere in conto che comunque i rischi per le prospettive di breve termine non sono diminuiti. Continuiamo quindi a monitorare il potenziale di eventuali pull back legati alle tariffe, alla resilienza economica e agli utili, così come qualsiasi escalation delle tensioni geopolitiche e la situazione del crescente debito statunitense.
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