Luci su Nexi dopo voci su interesse di Cdp per la Rni

Indiscrezioni di stampa parlano di una trattativa della società con Cassa Depositi e Prestiti per la vendita della Rete Nazionale Interbancaria (Rni) della società dei pagamenti digitali e alcuni analisti definiscono “positiva” l’eventuale vendita.

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Nexi protagonista

Nexi in testa tra la blu chip del FTSE MIB nella prima ora di scambi a Piazza Affari, spinta dalle indiscrezioni di stampa di un possibile interesse di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) per la Rete Nazionale Interbancaria (Rni).

Le azioni della società di pagamenti digitali iniziano la seduta con un +3% e salgono a 5,59 euro, tornando così ai livelli di metà novembre. Ancora fortemente negativo, invece, l’andamento del titolo da inizio 2024, con un calo del 24% rispetto ai livelli di inizio gennaio (7,31 euro).

Cdp interessata a Rni

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Cdp (azionista di Nexi con il 14,5%) starebbe valutando la possibilità di acquisire la Rni di Nexi, dopo che negli ultimi mesi la società di pagamenti aveva trattato la vendita della sua unit di soluzioni per il banking digitale al fondo F2i, trattative poi fallite a causa delle divergenze sul prezzo, oltre al fatto che Cdp non sarebbe stata del tutto convinta dell'opportunità industriale dell'operazione.

L'infrastruttura è lunga circa 208 mila chilometri che consente a istituti di credito, Poste Italiane, Banca d'Italia e altri attori finanziari di regolare i rapporti di dare e avere generati dalle transazioni degli utenti. Il business fa parte della divisione Digital Banking Solutions, che nel 2023 aveva generato 383 milioni euro di ricavi (11% dei ricavi di gruppo) e 151 milioni di Ebitda (9% dell'Ebitda di gruppo).

Evento positivo secondo analisti

Sempre secondo la stampa, Nexi avrebbe valutato la Rni circa 800 milioni. Nel caso si concretizzasse una vendita, “questo sarebbe a nostro avviso un evento positivo”, secondo gli analisti di Equita Sim, che sul titolo confermano la raccomandazione ‘buy’ e il prezzo obiettivo di 9,5 euro, ricordando che “la dismissione di alcuni asset non core della divisione Dbs, tra cui la Rni, fanno parte della strategia di Nexi già annunciata”.

Secondo gli esperti, con questa operazione Nexi “deconsoliderebbe un asset con un profilo di crescita inferiore rispetto a quello del Merchant acquiring e la società otterrebbe risorse finanziarie che potrebbero essere utilizzate per accelerare il deleverage (il debito netto/Ebitda 2025 stimiamo possa scendere dalle attuali 2,2 volte a circa 1,8 volte) e sostenere la remunerazione degli azionisti (dopo 500 milioni di buyback nel 2024)".

La cessione sarebbe “positiva” anche secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo che mantengono la raccomandazione d’acquisto (buy) sul titolo e il target price di 8,6 euro. Per gli esperti della banca torinese si tratta di un “asset sensibile a livello di interesse nazionale, ma non core per Nexi”, mentre questa vendita è stata spesso considerata come “un trigger per un takeover su Nexi alla luce dei benefici in termini di deleveraging e la potenziale semplificazione in termini di via libera golden power”.

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