Lusso europeo in attesa di LVMH. Burberry brilla: +76% in un anno

Lusso europeo in attesa di LVMH. Burberry brilla:  +76% in un anno

Il settore guarda ai conti di LVMH, attesi stasera con ricavi stimati in calo del 5%. Deutsche Bank scommette sulla ripresa, promuovendo LVMH e Burberry a “Buy”. La maison britannica è la star di Borsa, mentre il comparto cerca stabilità tra rallentamento cinese, euro forte e super-rialzo dell’oro

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Da Deutsche Bank un importante upgrade per LVMH e Burberry

Questa sera (martedì 14 ottobre), a mercati chiusi, LVMH comunicherà i risultati del terzo trimestre. Il consensus di mercato stima ricavi a 18,1 miliardi di euro, in calo del 5% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il dato sarà un importante test per l’intero comparto del lusso, reduce da due anni difficili e da una parziale risalita dei corsi azionari negli ultimi mesi. Quattro giorni fa Deutsche Bank ha acceso un segnale di ottimismo sul settore, promuovendo sia LVMH sia Burberry da Hold a Buy e alzando i target price rispettivamente da 520 euro a 635 euro e da 1200 pence a 1500 pence. Per la banca tedesca, il comparto resta in una fase di divergenza: LVMH continua a rappresentare il benchmark del lusso europeo, grazie a una struttura solida e una presenza globale, mentre Burberry si distingue come una delle storie più promettenti di rilancio.

La Cina resta la grande incognita per tutto il settore

L’ottimismo di Deutsche Bank riflette un sentiment in miglioramento, la stabilizzazione della domanda asiatica e i primi segnali di ripresa in Cina, che resta il principale catalizzatore per l’intero settore. Tuttavia, come osserva Bloomberg, il contesto resta complesso: la ripresa cinese procede a scatti, i consumi interni restano deboli e il rafforzamento dell’euro – in crescita del 12% sul dollaro da inizio anno – pesa sui margini delle maison europee, che realizzano gran parte dei ricavi fuori dall’area euro.

Il sollievo dopo la minaccia dei dazi Usa

Dopo un primo semestre deludente, l’indice che misura l’andamento dei titoli del lusso europeo è salito del 14% negli ultimi due mesi, in scia a un relief rally alimentato dal ridimensionamento dei timori legati ai dazi statunitensi. Il mercato, però, resta esigente: “Il recente rally ha alzato l’asticella”, ha dichiarato a Bloomberg Bünyamin Ak di Flossbach von Storch, avvertendo che aspettative troppo vaghe potrebbero tradursi in reazioni negative sui titoli.

Nel dettaglio, Deutsche Bank prevede per LVMH vendite trimestrali pari a 17,8 miliardi di euro, un dato inferiore a quello del consensus. La divisione Fashion & Leather Goods dovrebbe accusare una flessione del 3%. Gli analisti segnalano comunque un miglioramento rispetto al secondo trimestre e ritengono che eventuali debolezze nel breve possano rappresentare occasioni d’ingresso per investitori di lungo periodo.

LVMH, tuttavia, deve fronteggiare anche nuove pressioni: il forte aumento del prezzo dell’oro, salito oltre i 4.000 dollari l’oncia, rischia di comprimere i margini della divisione Watches & Jewelry, in particolare per Tiffany.

Burberry: il mercato scommette su un marketing più efficace

Parallelamente, Burberry è diventata la rivelazione dell’anno. Il titolo ha messo a segno un +76% negli ultimi dodici mesi, distanziando nettamente i concorrenti: Kering +29%, Hermès -4,9% e LVMH -16%. L’upgrade di Deutsche Bank conferma un cambio di narrativa: la banca riconosce i progressi della maison britannica sotto la guida del CEO Joshua Schulman, impegnato nel rafforzare l’identità del marchio e nel rilancio dei capispalla, storici punti di forza del brand. Secondo Bloomberg, i segnali di miglioramento sono ancora iniziali, ma il mercato scommette sul ritorno alle radici britanniche e su una maggiore efficacia delle strategie di marketing.

Grandi attese per il rilancio di Kering

Burberry, come osservano diversi gestori, è diventata una delle “scommesse di ristrutturazione e rilancio” preferite dagli investitori, insieme a Kering, che ha ritrovato slancio con l’arrivo del nuovo CEO Luca de Meo e il debutto creativo di Demna alla guida di Gucci. Nonostante le vendite trimestrali del gruppo francese siano attese in calo del 12% a 3,3 miliardi di euro, Panbianco segnala i primi riscontri positivi dalle nuove collezioni, con un titolo raddoppiato dai minimi di aprile.

Il quadro generale resta comunque disomogeneo, mentre le valutazioni sono tornate su multipli elevati (circa 25 volte gli utili attesi). Richemont e Moncler mantengono invece un profilo più prudente, in attesa di conferme operative.

L’attenzione del mercato resta concentrata sulla Cina, il cui andamento sarà decisivo per i conti del 2025 e del 2026. Secondo Deutsche Bank, solo nel primo trimestre del 2026 il settore potrà mostrare un’accelerazione significativa delle vendite. Fino ad allora, il lusso europeo dovrà affrontare un percorso di assestamento, bilanciando innovazione, contenimento dei costi e rinnovata attrattiva dei brand.

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