In arrivo il maxi-premio del 18,5% per il certificate sui bancari italiani

Comunicazione Pubblicitaria Certificati
16/06/2025 08:45

Il certificate di Barclays con ISIN XS3025601025 su Banca MPS, Banco BPM e UniCredit staccherà un maxi-premio certo del 18,5% tra due giorni, il prossimo 18 giugno. Basterà comprare il prodotto entro domani per avere diritto al "cedolone". Si passa poi a premi trimestrali con memoria dell'1%, barriera cedolare al 60% del valore iniziale. Possibilità di scadenza anticipata a partire da febbraio 2026 con il peggiore dei sottostanti almeno uguale al livello iniziale. Scadenza tre anni e protezione del capitale fino a cali del 40% dei sottostanti dal valore iniziale. Il certificate scambia sulla parità a 100 euro.

Scopri le soluzioni di investimento

Con tutti i certificate di Orafinanza.it


Maxi-premio del 18,5% per chi compra entro il 17 giugno

Mercoledì 18 giugno in arrivo un maxi-premio certo pari al 18,5% del nominale (100 euro) e poi 11 premi trimestrali dell’1%. Sono questi i vantaggi offerti dal nuovo certificate firmato Barclays con ISIN XS3025601025 scritto su Banca MPS, Banco BPM e UniCredit, che oggi è possibile acquistare sul mercato secondario sulla pari a 100 euro.

Per incassare il maxi-premio del 18,5% (18,50 euro) l’investitore dovrà avere inserito il certificate nel proprio portafoglio entro il 17 giugno, ultimo giorno utile per acquistare il prodotto con il diritto al “cedolone”. Tre giorni fa, il 13 giugno, è stata la data di osservazione in cui si è accertato che il peggiore dei tre sottostanti non è sceso di oltre il 40% rispetto al livello iniziale.

Al momento, delle tre banche sottostanti, UniCredit si trova sopra il livello iniziale con +1,2%, Banco BPM è in calo del -1,8% e Banca MPS del -12,5% dal valore iniziale, penalizzata dallo stacco del dividendo (pari al 10,6%) che assorbirà man mano che matura la nuova cedola. Di seguito i livelli di riferimento del certificato:

Da non dimenticare che il maxi-premio è particolarmente appetibile per gli investitori con minusvalenze vicine alla scadenza all’interno del proprio zainetto fiscale. Essendo le cedole dei certificate considerate “redditi diversi”, si prestano a compensare eventuali perdite fiscali entro un periodo massimo di quattro anni dalla loro realizzazione. Il 26% di compensazione su un premio del 18,5%, è pari a un risparmio “fiscale” del 4,81%, ovviamente si tratta di tasse già pagate per cui si chiede il rimborso a fronte delle minusvalenze registrate ma che, senza una compensazione con plusvalenze da redditi diversi vanno spesso perse.

Premi trimestrali con memoria dell’1%, barriera al 60%

Una volta staccato il maxi-premio, questo prodotto pagherà premi trimestrali con memoria dell’1% sul nominale (100 euro), condizionate al rispetto di una barriera al 60%, il che vuole dire che sono ammessi ribassi del peggiore dei sottostanti fino a un massimo del 40% del livello iniziale.

Nel caso in cui a una data di osservazione anche solo uno dei sottostanti quotasse al di sotto della barriera, il premio non verrà pagato, ma resterà nella memoria del prodotto e verrà corrisposto alla prima data di valutazione successiva in cui tutti i sottostanti saranno tornati sopra la barriera.

Quindi, basterà che tutti i sottostanti si trovino sopra la barriera all’ultima data di osservazione (15 maggio 2028) per avere la certezza di incassare tutte le 12 cedole trimestrali previste e chiudere l’investimento con 29,50 euro di premi. Acquistando il certificato oggi a 100 euro, il rendimento totale è del 29,5% in poco meno di tre anni (2,91 anni), pari a un ritorno annualizzato del 10,14%.

In genere con lo stacco della Maxicedola, il prezzo del certificate cala del valore vicino a quello distribuito. Una strategia potrebbe essere quella di incassare il maxi premio e aspettare che il certificate si riporti vicino a 100 per massimizzare il rendimento nel tempo.

Ad aiutare il certificate a portarsi vicino al valore nominale di 100 euro prima della scadenza è il meccanismo di autocall, per cui il prodotto viene rimborsato in anticipo a 100 euro se i sottostanti si porteranno sul livello iniziale alle date di valutazione a partire da quella di febbraio, ovvero tra 8 mesi.

Rendimento ancora più alto in caso di autocall

Il rendimento potrebbe diventare sensibilmente più alto in caso di rimborso anticipato. Il prodotto, infatti, prevede la possibilità dell’autocall (rimborso anticipato) a partire dalla data di osservazione del 16 febbraio 2026. Se quel giorno, e in tutte le successive date di osservazione, tutti e tre i sottostanti mostreranno prezzi di chiusura pari o superiori ai valori iniziali, il certificate verrà ritirato.

Agli investitori spetterà un rimborso pari al 100% del valore nominale (100 euro), il pagamento dell’ultimo premio trimestrale e degli eventuali bonus non pagati e conservati in memoria. Da quel momento nessun altro premio sarà più pagato.

È evidente che tanto prima dovesse scattare l’autocall, tanto più alto sarebbe il rendimento medio annuo del prodotto. Ad esempio, in caso di rimborso già a febbraio 2026, chi compra oggi il certificate a 100 euro chiuderebbe l’investimento fra otto mesi con 18,50 euro di maxi-cedola e 2 euro di premi trimestrali. Il rendimento in otto mesi sarebbe del 20,5%, pari a un ritorno annualizzato del 30,75% (20,5%/8mesi*12mesi).

Se, invece, il rimborso anticipato avvenisse a febbraio 2027 (dopo 20 mesi), il totale delle cedole incassate sarebbe di 24,50 euro e il rendimento medio annuo scenderebbe al 14,7% (su un investimento di 100 euro).

Due possibili scenari alla scadenza naturale

Qualora durante la vita del certificate (ISIN XS3025601025) non si verificasse il rimborso anticipato, alla naturale scadenza (15 maggio 2028) gli investitori si troveranno di fronte a due scenari distinti, direttamente legati all’andamento dei sottostanti. La barriera di protezione del capitale è fissata al 60% del valore iniziale e viene osservata unicamente alla scadenza, offrendo protezione contro ribassi fino al 40% dei sottostanti dal livello iniziale.

Nel primo scenario, se alla data di valutazione finale, il peggiore tra i sottostanti (Banca MPS, UniCredit e Banco BPM) si manterrà al di sopra o pari alla barriera, il certificate verrà rimborsato al valore nominale di 100 euro. A questo importo si sommeranno l’ultima cedola di 1 euro e gli eventuali premi non pagati e trattenuti nella memoria, per un totale di 29,50 euro. Considerato il prezzo di acquisto di 100 euro, il rendimento complessivo raggiungerebbe il 29,5% in un orizzonte temporale di poco meno di tre anni (10,14% annualizzato).

Nel secondo scenario, se anche solo uno dei sottostanti scendesse sotto la barriera alla scadenza, il rimborso del capitale sarebbe commisurato alla performance del titolo peggiore. Ad esempio, un ribasso del 50% del worst of comporterebbe un rimborso pari a 50 euro, a cui però si aggiungerebbero le eventuali cedole già incassate durante la vita del prodotto che andrebbero a mitigare la perdita sul capitale. Di certo ad oggi ci sono i 18,5 euro di maxicedola.

Attualmente, i sottostanti mostrano un margine di sicurezza rispetto alla barriera: Banca MPS è distante il 31,5%, Banco BPM il 38,9% e UniCredit il 40,7%, rafforzando le probabilità di uno scenario favorevole a scadenza.

Risiko bancario italiano ricco di colpi di scena

Il 2025 si conferma l’anno del risiko bancario in Italia grazie a una stagione intensa di operazioni di fusione e acquisizione (M&A) che stanno ridefinendo gli equilibri del credito nazionale.

Sotto i riflettori Banca MPS, che a metà aprile ha approvato con l’86,40% dei consensi l’aumento di capitale a servizio dell’Ops (offerta pubblica di scambio) su Mediobanca. Il via libera arriva pochi giorni dopo che il governo ha fatto sapere che non eserciterà il golden power. L’Ops è sul 100% del capitale sociale di Mediobanca e prevede che per ogni 10 azioni portate in adesione siano corrisposte 23 azioni di nuova emissione di Banca MPS. L’istituto di piazzetta Cuccia ha sin da subito rigettato l’offerta, lanciata il 24 gennaio, in quanto “non concordata e fortemente distruttiva di valore”.

Con l’offerta su Mediobanca, Banca MPS si candida a regista per la nascita del terzo polo bancario italiano, integrando la rete retail della banca senese con le competenze di piazzetta Cuccia nell'investment banking e nell'asset management. L’operazione, secondo gli analisti, potrebbe partire tra fine giugno e inizio luglio e concludersi entro i primi di agosto. Ma la partita si è complicata dopo l'annuncio da parte di Mediobanca di un'Ops su Banca Generali da 6,3 miliardi di euro, finanziata interamente in azioni Assicurazioni Generali già in portafoglio.

Banco BPM sta diventando un attore sempre più centrale nella nascita del terzo polo in Italia. Il cda di Piazza Meda si è mostrato favorevole all’aumento di capitale di Banca MPS per la scalata in Mediobanca, così come lo sono Caltagirone e Delfin (primo e secondo socio privato di MPS) e il MEF, che detiene ancora l’11,73% delle azioni. Dal canto suo, però, Banco BPM ha più volte ribadito la sua strategia stand-alone e che non intende chiedere l’autorizzazione per poter eventualmente superare la soglia del 10% nella banca senese.

A inizio aprile, Banco BPM ha completato con successo l'Opa (offerta pubblica di acquisto) su Anima, acquisendo l'89,95% del capitale e superando ampiamente la soglia strategica del 66,67% inizialmente fissata. L’operazione ha rafforzato il posizionamento strategico di Piazza Meda, che è finita nel mirino di UniCredit: il 28 aprile è partita l’Ops su Banco BPM.

Tuttavia, l'operazione di UniCredit si scontra con le stringenti condizioni imposte dal governo italiano nell'ambito del golden power, tra cui l’obbligo per almeno cinque anni di non ridurre gli investimenti di Anima in titoli di emittenti italiani (circa 90 miliardi di euro di titoli governativi) e la cessazione di tutte le attività in Russia entro nove mesi, ossia metà gennaio 2026. Il ceo di UniCredit, Andrea Orcel, ha espresso perplessità sulle prescrizioni del decreto e preannunciato un ricorso al TAR del Lazio, con il supporto dell’UE per ottenere un chiarimento formale sull’applicazione del golden power, non adottato invece per l’operazione MPS-Mediobanca.

A maggio UniCredit ha ottenuto da Consob una sospensione dell’offerta fino al 21 giugno. Il tempo aggiuntivo dovrebbe appunto servire per chiarire gli aspetti legali sul dpcm con cui a Pasqua il governo è intervenuto sull’operazione. Dopo un periodo di scontri si è riaperto il dialogo.

UniCredit, si legge in una nota, ha spiegato di "aver preso atto del tenore della risposta fornita dal MEF e in cambio ha ritirato la richiesta di misure provvisorie per consentire un dialogo costruttivo” con lo stesso Ministero, aggiungendo che "mantiene la propria posizione sul merito del golden power, ma ha chiesto che la sentenza del Tar del Lazio sia accelerata per fare definitiva chiarezza". Si attende ora la decisione da parte del Tar il 9 luglio.

Intanto, la Commissione europea ha inviato una lettera a UniCredit contenente la decisione di non avviare un’indagine approfondita sull’Ops su Banco Bpm, pertanto l’offerta è stata autorizzata a partire da ieri ai sensi del regolamento sulle sovvenzioni estere. Il via libera arriva dopo la chiusura dell’esame preliminare, conclusasi positivamente.

Parallelamente, l'attenzione si concentra sull’altra preda di Unicredit, la banca tedesca Commerzbank, di cui la banca di piazza Gae Aulenti detiene una quota del 28%. L'amministratore delegato Andrea Orcel ha sottolineato che i negoziati con il nuovo governo tedesco richiederanno tempo. Dopo il via libera della Bce e dell’antitrust tedesco per l'incremento della partecipazione fino al 29,99% dell’istituto tedesco, restano da ottenere ulteriori autorizzazioni, con una possibile conclusione dell'iter non prima dell'estate o dell'inizio dell'autunno.

Il parere degli analisti sulle tre banche italiane

Il sentiment degli analisti sui tre titoli sottostanti si conferma complessivamente positivo, rafforzando ulteriormente le prospettive favorevoli per il prodotto.

Banca MPS è seguita da 9 analisti: di questi, 3 raccomandano l’acquisto (buy), 3 suggeriscono di mantenere la posizione (hold) e 1 ha un giudizio di vendita (sell). Il target price medio si attesta a 8,07 euro, con un upside potenziale del 14% rispetto alle quotazioni correnti su Piazza Affari.

Su Banco BPM, il sentiment si presenta mediamente neutrale, ma privo di indicazioni negative: 5 analisti consigliano buy e 10 suggeriscono hold. Il prezzo obiettivo medio è di 10,68 euro, che implica un potenziale di crescita del 7% rispetto ai prezzi attuali.

Il quadro più favorevole riguarda UniCredit, coperta da 22 analisti: 14 raccomandano buy, 6 indicano hold e 2 consigliano sell. Il target price medio è pari a 59,62 euro, con un potenziale upside del 5% sui corsi attuali.

La combinazione tra distanza dalle barriere e prospettive positive degli analisti dovrebbe offrire una cornice di relativa tranquillità per gli investitori che valutano l'acquisto del certificate.

Attenzione: Il Certificate XS3025601025 è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.

Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento.
Barclays gode di un buon rating:

  • A1 da parte di Moody

  • A+ da parte di S&P

I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione.
Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.

Questo articolo è stato scritto grazie alla sponsorizzazione di un emittente o di un intermediario. Le informazioni in esso contenute non devono essere considerate né interpretate come consulenza in materia di investimenti. Eventuali punti di vista e/o opinioni espressi non sono intesi e non devono essere interpretate come raccomandazioni o consigli di investimento, fiscali e/o legali. Orafinanza.it non si assume alcuna responsabilità per azioni, costi, spese, danni e perdite subiti a seguito di informazioni, punti di vista o opinioni presenti su questo sito. Prima di intraprendere decisioni di investimento, invitiamo gli utenti a leggere la documentazione regolamentare sempre disponibile per legge sul sito dell'emittente ed ottenere una consulenza professionale.

La Finestra sui Mercati

Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!

Ho letto e accetto l'informativa sulla privacy
Leggi la nostra guida sugli ETF

Bond a 20 anni in sterline

Ogni anno cumula cedole del 10%. Richiamabile dal secondo anno.

Chi siamo

Orafinanza.it è il sito d'informazione e approfondimento nel mondo della finanza. Una redazione di giornalisti e analisti finanziari propone quotidianamente idee e approfondimenti per accompagnarti nei tuoi investimenti.

Approfondimenti, guide e tutorial ti renderanno un esperto nel settore della finanza permettendoti di gestire al meglio i tuoi investimenti.

Maggiori Informazioni


Feed Rss

Dubbi o domande?

Scrivici un messaggio e ti risponderemo il prima possibile.

Ho letto e accetto l'informativa sulla privacy



Orafinanza.it
è un progetto di Fucina del Tag srl


V.le Monza, 259
20126 Milano
P.IVA 12077140965


Note legali
Privacy
Cookie Policy

OraFinanza.it è una testata giornalistica a tema economico e finanziario. Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 50 del 07/04/2022

La redazione di OraFinanza.it