Maxi taglio della FED, ma niente panico
Anche per effetto delle rassicurazioni sulla solidità dell’economia contenute nelle previsioni su Pil e occupazione dei membri del Federal Open Market Committee della banca centrale, il mezzo punto percentuale di riduzione del costo del denaro è stato accolto bene in Asia.
"L'economia è forte e siamo impegnati a mantenerla così forte", ha assicurato il presidente della Fed, le previsioni del board sembrano confermalo. La crescita media del Pil è stimata restare "solida" al +2% con un tasso di disoccupazione al 4,4% alla fine di quest'anno e un'inflazione al 2,1% nel 2025.
Wall Street ha chiuso in lieve ribasso, dopo che l’S&P500 aveva toccato i massimi della storia. Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in rialzo di circa l’1%. Il tasso di rendimento del Treasury Note a dieci anni si è portato al 3,71%, circa dieci punti base sopra i minimi di inizio settimana. Il biennale è al 3,63%. Differenziale tra le due scadenze in aumento a 9 punti base.
Goldman Sachs ha detto la sua in un report di ieri. “Dal 1955, tutte le recessioni statunitensi sono state precedute da un'inversione della curva dei rendimenti, ma la dis-inversione non è sempre stata un indicatore affidabile dell'imminenza di una recessione
La sforbiciata ai tassi d’interesse è arrivata, il taglio da mezzo punto percentuale ha dato il via alla nuova stagione della politica monetaria.
Il mercato l’ha prima presa bene, poi così così e successivamente, nel corso della notte, molto bene. Stamattina il future del Dax di Francoforte guadagna l’1%, in sintonia con i future di Wall Street. Sono tutte in positivo le borse dell’Asia Pacifico, con il Nikkei in rialzo del 2,5% per effetto della discesa dello yen.
FED
La banca centrale ha annunciato ieri la prima riduzione dei tassi dal 2020. La decisione di portare il costo del denaro ad una forchetta compresa fra il 4,75% e il 5% punta a prevenire che il graduale raffreddamento del mercato del lavoro si trasformi in un completo stop. La dimensione del taglio mostra la determinazione nel raggiungimento dell'obiettivo di un atterraggio morbido per l'economia, evitando una tanto temuta recessione. A questo fine, il costo del denaro - emerge dalle dot-plot della Fed - scenderà probabilmente di altro mezzo punto entro la fine dell’anno.
"Ci muoveremo velocemente o lentamente" a seconda delle necessità, ha detto Jerome Powell, sottolineando che la Fed deciderà riunione per riunione e che non si può guardare all'attuale taglio di 50 punti base e pensare che sia la nuova velocità andando avanti. "L'economia è forte e siamo impegnati a mantenerla così forte", ha assicurato il presidente della Fed, le previsioni del board sembrano confermarlo. La crescita media del Pil è stimata restare "solida" al +2% con un tasso di disoccupazione al 4,4% alla fine di quest'anno e un'inflazione al 2,1% nel 2025. "Abbiamo guadagnato una maggiore fiducia in merito a un calo sostenibile dell'inflazione verso il 2%, e riteniamo che i rischi per centrare i nostri obiettivi sull'occupazione e l'inflazione siano più bilanciati. Le prospettive economiche sono incerte, e saremo attenti ai rischi", ha assicurato la Fed nel comunicato diffuso al termine della riunione, dal quale emerge che la decisone non è stata unanime. La governatrice Michelle Bowman, infatti, avrebbe preferito un taglio di un quarto di punto. Con la decisione odierna, la banca centrale ha scontentato quei democratici che chiedevano un taglio di 75 punti base e tutti i repubblicani che premevano invece per rimandare ogni decisione a dopo il voto.
Le obbligazioni sono deboli, un assestamento dopo i continui guadagni delle ultime settimane. Il rischio di recessione è parzialmente rientrato e risale la propensione al rischio: il bitcoin guadagna il 3%.
Il tasso di rendimento del Treasury Note a dieci anni si è portato al 3,71%, circa dieci punti base sopra i minimi di inizio settimana. Il biennale è al 3,63%. Differenziale tra le due scadenze in aumento a 9 punti base.
Bund tedesco a 2,18%.
DISCORSI SULLA CURVA
Il differenziale dieci anni – due anni è tornato in positivo dopo 26 mesi in negativo, l’evento ha richiamato l’attenzione di moltissimi osservatori, in quanto è capitato parecchie volte che questo cambiamento della curva abbia anticipato l’arrivo della recessione. Goldman Sachs ha detto la sua in un report di ieri. “Dal 1955, tutte le recessioni statunitensi sono state precedute da un'inversione della curva dei rendimenti, ma la dis-inversione non è sempre stata un indicatore affidabile dell'imminenza di una recessione” scrivono gli analisti Andrea Ferrario e Christian Muelle-Glissmann. “Le dis-inversioni seguite da un brusco irripidimento della curva hanno avuto un legame più forte con la recessione, in quanto si sono verificate tipicamente in concomitanza con l'aumento dei tassi di disoccupazione”.
Goldman Sachs prosegue nell’analisi storica dei cicli affermando che la performance dei mercati finanziari post cambiamento del profilo, è stata guidata soprattutto dal successivo contesto di crescita. “Finché si è evitata una recessione, i titoli azionari hanno tendenzialmente realizzato rendimenti piuttosto bassi ma positivi”.
Goldman Sachs ritiene che la probabilità di una recessione negli Stati Uniti non sia elevata, “ di conseguenza riteniamo che il rischio di un mercato orso rimanga basso. Tuttavia, esiste il rischio di ulteriori ribassi azionari nel breve termine”.
HONG KONG
L’indice Hang Seng è in rialzo dell’1,9%. Salgono soprattutto le società dell’immobiliare dopo che la città ha tagliato il suo tasso d'interesse di base per la prima volta dal 2020, rispecchiando l'allentamento della politica della Federal Reserve. L'Autorità Monetaria di Hong Kong ha abbassato i tassi di mezzo punto percentuale, portandoli al 5,25% giovedì, dal livello più alto dal 2007. La mossa era ampiamente prevista, dato che la città ha una valuta agganciata al biglietto verde e segue la Fed a ruota. "I prezzi delle case in caduta libera potrebbero finalmente arrestare il loro declino nel 2025, dato che i tagli dei tassi della Fed aprono la strada a finanziamenti ipotecari più convenienti", hanno scritto in una nota gli analisti di Bloomberg Intelligence guidati da Patrick Wong.
TITOLI
Media For Europe. “Abbiamo tutti i fondamentali in crescita. Ricavi in crescita, risultato operativo in crescita, utile in crescita, posizione finanziaria netta migliorata dalla fine dell’anno scorso di 240 milioni. Ultimissimo, il nostro titolo cresce di più della media di tutti i broadcaster in Europa”. Così Pier Silvio Berlusconi ai microfoni del Tg5 ieri alle edizione delle 20, con alle spalle la riunione del Cda che ha dato il via libera ai conti del primo semestre dell’anno che saranno comunicati in mattinata oggi, prima dell’avvio della giornata di Borsa.
Unicredit. Il governo italiano guarda con favore al tentativo di una fusione con la tedesca Commerzbank a patto che venga mantenuto in Italia il principale centro operativo. Lo riferiscono a Reuters fonti vicine al dossier
Stellantis rischia una nuova catena di scioperi negli Stati Uniti da parte del sindacato United Auto Workers, che già nel 2023 aveva messo in ginocchio i tre grandi produttori di auto Usa con un maxi-sciopero di sei settimane.
Pubblicità. A luglio gli investimenti pubblicitari in Italia sono cresciuti del 10,5%, portando la raccolta dei primi sette mesi a +6,2%, grazie principalmente alla tv cresciuta a doppia cifra (+29,1%) per gli eventi sportivi estivi. Lo comunica la società di misurazione dell'audience Nielsen che stima una chiusura d'anno migliore del previsto
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