Maxipremio del 20% in arrivo con il certificate di Barclays sulle banche italiane

Comunicazione Pubblicitaria Certificati
25/11/2024 09:45

Il 6 dicembre, il certificate di Barclays con Isin XS2897736570 su Banca MPS, BPER, Banco BPM e Intesa Sanpaolo staccherà un Maxipremio del 20% se nessuno dei sottostanti sarà crollato alla data di valutazione del 70% dal livello iniziale. Si passa poi a premi trimestrali con memoria dell'1% (4% annuo) se nessuno dei sottostanti sarà crollato alle date di valutazione del 45% dal livello iniziale.

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Si scalda il risiko bancario con l’Opa di Unicredit su Banco Bpm. Il 6 dicembre, il certificate di Barclays con Isin XS2897736570 su Banca MPS , BPER, Banco BPM e Intesa Sanpaolo staccherà un Maxipremio del 20% se nessuno dei sottostanti sarà crollato alla data di valutazione del 70% dal livello iniziale. Si passa poi a premi trimestrali con memoria dell'1% (4% annuo) se nessuno dei sottostanti sarà crollato alle date di valutazione del 45% dal livello iniziale.

Cedole con Effetto memoria per recuperare eventuali premi trimestrali non staccati. Rimborso anticipato dopo 9 mesi. A scadenza protezione del capitale fino a cali del 45% dei sottostanti dal livello iniziale. Durata tre anni.

Maxipremio in arrivo

Subito un maxi-premio praticamente certa pari al 20% dell’investimento, e poi 11 premi trimestrali dell’1%. Sono questi gli strumenti con cui il nuovo certificate di Barclays sulle migliori banche italiane promette di remunerare gli investitori.

Identificato dal codice Isin XS2897736570, questo certificate è stato emesso lo scorso 15 novembre a un valore nominale di 100 euro, e oggi è possibile acquistarlo sul mercato secondario a circa 100 euro.

Due sono le caratteristiche che rendono questo prodotto molto interessante:

  • la prima è il maxi-premio da 20 euro, che sarà staccata il prossimo 6 dicembre a condizione che alla data di osservazione del 3 dicembre nessuno dei sottostanti accusi un ribasso superiore al 70% rispetto al Valore iniziale (strike);
  • la seconda è la grande qualità dei sottostanti, quattro fra le principali banche italiane, ognuna protagonista di una storia di successo negli ultimi 12 mesi e tutte con prospettive molto positive per gli anni a venire. Le banche sono MontePaschi, Bper (Banca Popolare dell’Emila Romagna), Banco BPM e Intesa Sanpaolo.

Maxi-premio del 20% per chi compra entro il 5 dicembre

Per ottenere il maxi-premio del 20% l’investitore dovrà avere inserito il certificate nel proprio portafoglio entro il 5 dicembre, ultimo giorno utile per acquistare il prodotto con il diritto al “cedolone”. Due giorni prima, il 3 dicembre, è la data di osservazione in cui si accerterà che nessuno dei quattro sottostanti sarà sceso di oltre il 70% rispetto agli strike, che sono i prezzi di chiusura dello scorso 15 novembre.

Al momento, delle quattro banche che sottostanno al certificate XS2897736570, quella con la performance peggiore è Intesa Sanpaolo che è scesa del 7,8% dal Valore iniziale. Bisogna precisare, però, che più di metà di questo ribasso è dovuto allo stacco del dividendo dello scorso 18 novembre, quando le azioni Intesa hanno pagato una cedola di 17 centesimi, pari al 4,3% della chiusura precedente.

Di seguito i livelli di riferimento del certificato:

Il vantaggio fiscale del maxi-premio

Il maxi-bonus è particolarmente appetibile per gli investitori che hanno nello zainetto fiscale minusvalenze vicine alla scadenza. Infatti, poiché le cedole dei certificate sono considerate “redditi diversi”, si prestano a compensare le minus. Il 26% di compensazione su un premio del 20%, è pari a un risparmio “fiscale” del 5,2%, ovviamente si tratta di tasse già pagate per cui si chiede il rimborso a fronte delle minus registrate ma che, senza una compensazione con plusvalenze da redditi diversi vanno spesso perse.

Premi trimestrali con memoria dell’1%. Barriera al 55%

Una volta staccato il maxi-premio, questo prodotto pagherà premi trimestrali con memoria dell’1%. Il primo bonus arriverà a maggio 2025, con data di osservazione il 15 maggio. Le cedole trimestrali sono condizionate al rispetto di una barriera al 55%, il che vuole dire che sono ammessi ribassi fino a un massimo del 45%.

Nel caso in cui a una data di osservazione anche solo uno dei sottostanti quotasse al di sotto della barriera, il premio non verrà pagato, ma resterà nella memoria del prodotto e verrà corrisposto alla prima scadenza successiva in cui tutti e quattro i sottostanti saranno tornati sopra la barriera.

Quindi, basterà che tutti i sottostanti si trovino sopra la barriera all’ultima data di osservazione (15 novembre 2027) per avere la certezza di incassare tutte le 11 cedole trimestrali previste e chiudere l’investimento con un rendimento medio annuo del 10,3%, rendimento che sale di molto in caso di rimborso anticipato.

Barriera a difesa del capitale al 55% del valore iniziale

Una caratteristica interessante del certificate XS2897736570 è la barriera a difesa del capitale, collocata al 55% del Valore iniziale. Vuole dire che alla scadenza finale, nel novembre 2027, il certificate verrà rimborsato al 100% del suo valore di emissione (100 euro) anche se uno, due, o tutti e quattro i sottostanti dovessero avere quotazioni inferiori al Valore iniziale. La protezione garantisce fino a un ribasso massimo del 45%. Nel caso di un ribasso maggiore, l’investitore andrà incontro a una perdita.

Rendimento ancora più alto con il rimborso anticipato

Il rendimento potrebbe diventare sensibilmente più alto in caso di rimborso anticipato. Il prodotto, infatti, prevede la possibilità dell’autocall (rimborso anticipato) a partire dalla data di osservazione dell’agosto 2025. Se quel giorno, e in tutte le successive date di osservazione, tutti e quattro i sottostanti mostreranno prezzi di chiusura pari o superiori ai Valori iniziali, il certificate verrà ritirato.

Agli investitori spetterà un rimborso pari al 100% del Valore nominale (100 euro), il pagamento dell’ultimo premio trimestrale e degli eventuali premi non pagati e conservati in memoria. Da quel momento nessun altro premio sarà più pagato.

E’ evidente che tanto prima dovesse scattare l’autocall, tanto più alto sarebbe il rendimento medio annuo del prodotto.

Ad esempio, in caso di rimborso già ad agosto 2025, chi compra oggi il certificate a 100 euro chiuderebbe l’investimento fra nove mesi con 20 euro di maxi-cedola e 2 euro di premi trimestrali. Il rendimento in nove mesi sarebbe del 22%, pari a un rendimento medio annuo del 29,3%.

Se invece il rimborso anticipato avvenisse dopo 18 mesi, a maggio 2026, il totale delle cedole incassate sarebbe di 25 euro, e il rendimento medio annuo sarebbe del 16,6% (su un investimento di 100 euro).

Due possibili scenari alla scadenza naturale del certificate

Se non dovesse scattare l’autocall, alla scadenza finale del 15 novembre 2027 ci potranno essere due ipotesi.

  • Se alla scadenza finale tutti e quattro i sottostanti quoteranno sopra la barriera o allo stesso livello, il certificate verrà rimborsato al valore d’emissione di 100 euro. L’investitore riceverà l’ultimo premio e i premi eventualmente non pagati e trattenuti nella memoria.
  • Se invece alla scadenza finale anche solo uno dei sottostanti dovesse quotare sotto la barriera, il certificate verrà rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei sottostanti. Ipotizziamo che il peggiore accusi un ribasso del 60% dal Valore iniziale: il certificate verrà rimborsato a 40 euro (40% del Valore iniziale).

Focus sui sottostanti

Stamattina si è avuta la notizia dell’Opa lanciata da Unicredit su Bpm, operazione che scalda il risiko bancario. I dossier sul tavolo sono diversi, dalla costituzione di un terzo polo, fino all’ingresso di un big europeo in Italia, con una scalata su una banca italiana sullo stile Unicredit-Commerzbank.

Il tutto avviene mentre, solo qualche settimana fa, Bpm aveva lanciato un’Opa su Anima che le permette di salire, tra le sue quote e quelle di Anima, al 9% di Mps.

La situazione è ancora più complessa se si aggiungono le partecipazioni di Unipol in Bper il 24,6% (19,8% diretto +4,77% con equity swap) Popolare Sondrio, 19,7%.

Non si può nemmeno scommettere che galassia Mediobanca- Generali resti a guardare dopo l’ingresso di Delfin e Caltagirone in Mps.

E’ un po’ come avere degli eserciti schierati, più si armano più si intrecciano i confini (le partecipazioni) e più facile che scoppiano altri conflitti che per fortuna in Borsa si risolvono a colpi di Opa.

Le sinergie che si creeranno con le fusioni, il taglio costi che, sommate a premi di controllo, potrebbero far salire i multipli di valutazione del settore. Nonostante le buone perfomance in Borsa il comparto bancario italiano quota ancora a livelli interessanti con un P/E vicino le 6,5 volte e un prezzo sul tangible equity inferiore a 1 volta (dati Bloomberg per il comparto bancario italiano)

Bper

Bper ha chiuso il terzo trimestre 2024 con un utile consolidato di pertinenza della capogruppo di 457,3 milioni, in forte rialzo rispetto ai 290,7 milioni del 2023. L’utile per azione dei primi nove mesi è salito a 0,804 euro, dagli 0,512 euro del primo semestre 2024.

Il management ha confermato la guidance sui risultati del 2024, con la previsione di un utile di circa 1,3 miliardi di euro. E’ stato aggiornato, migliorandolo, l’obiettivo dell’indicatore di solidità patrimoniale Cet 1, inizialmente atteso oltre il 14,5% e ora previsto a un livello di circa il 15%.

All’inizio di ottobre l’istituto guidato dal Ceo Gianni Franco Papa ha presentato il nuovo piano industriale 2024-2027 che prevede più utili e una decisa impennata della remunerazione degli azionisti. Il dividendo cumulato cash del periodo 2024-2027 sarà di 3,2 miliardi, con un payoutmedio del 75% contro il 29% pagato sul 2023. Il ritorno sul capitale tangibile (Rote) a fine piano sarà del 16%, mantenendo un Cet 1 al 14,5%.

Il 10 ottobre, il giorno della presentazione del piano, il titolo Bper è salito del 7% e non è più sceso. Oggi la media dei target price è 6,83 euro e indica un potenziale di rialzo del titolo del 15%.

Intesa Sanpaolo

Giovedì 31 ottobre Intesa Sanpaolo ha sorpreso investitori e analisti con risultati dei primi nove mesi dell’anno nettamente migliori delle attese. L’utile netto del periodo gennaio-settembre è cresciuto del 17,1% a 7,1 miliardi di euro, di cui 2,4 miliardi realizzati nel terzo trimestre. L’andamento della prima banca italiana è così confortante anche per il futuro, che il Ceo Carlo Messina, solitamente prudente, non ha esitato a dire che l’obiettivo di utile del 2025, finora indicato a “oltre 8,5 miliardi di euro”, viene alzato a quota 9 miliardi.

L’azione Intesa Sanpaolo negli ultimi 12 mesi è salita del 42%, contro il +13,8% dell’indice FtseMib, il +9,8% dell’EuroStoxx 50.

I buoni risultati presentati giovedì 31 ottobre sono il frutto della crescita dei proventi operativi netti, saliti dell’8,5% rispetto ai primi nove mesi 2023, grazie a interessi netti saliti dell’11,5%, commissioni nette cresciute del 7,9%, e a un risultato dell’attività assicurativa migliorato del 2,8%. Tutto ciò ha permesso di compensare l’aumento dei costi, saliti soltanto dello 0,8%. Il risultato è per Intesa Sanpaolo un rapporto cost/income che si attesta al 39,1%, tra i più bassi nell’ambito delle maggiori banche europee.

La media dei target price degli analisti è 4,5 euro, un obiettivo di prezzo che indica un potenziale di rialzo del 24%.

Banco BPM

Banco BPM è la protagonista dell’ultima importante operazione di consolidamento nel settore bancario italiano. Dopo l’acquisto del 100% di Anima, società di gestione del risparmio, la banca milanese ha acquistato dal MEF il 5% di MontePaschi. Nella stessa operazione Anima ha acquistato il 3% della banca senese, che si è andato ad aggiungere all’1% già posseduto. In questo modo, il gruppo Banco BPM è diventato il secondo azionista del MontePaschi con il 9%, dietro al governo che è rimasto titolare dell’11,7%.

Ancora non si sa che tipo di integrazione sarà possibile fra le due banche e con che tempi. Di certo, però, sono state gettate le basi per la nascita del terzo polo bancario italiano dietro a Intesa Sanpaolo e a Unicredit.

L’acquisto del 100% di Anima si distingue per il forte razionale industriale che permetterà a Banco BPM di aumentare sensibilmente il contributo commissioni senza impatti rilevanti a livello di capitale. Oggi l’insieme delle tre società, Banco BPM, Anima e MontePaschi, capitalizza oltre 20 miliardi di euro.

Il mercato ha mostrato di apprezzare l’operazione e l’azione Banco BPM segna un rialzo del 36% dall’inizio dell’anno. Il target price medio degli analisti è 7,55 euro e indica un potenziale di rialzo del 12% rispetto alla quotazione attuale.

Monte Paschi

Anche MontePaschi è spinta in Borsa dai venti del consolidamento bancario. Dall’inizio dell’anno il titolo è salito dell’83%. Dopo mesi di voci sulla possibile privatizzazione della banca, l’operazione è avvenuta a metà novembre con l’ingresso del gruppo Banco BPM (diventato il secondo azionista dietro al governo con il 9%), insieme a due azionisti privati di primissimo piano, Delfin (famiglia Del Vecchio) e Caltagirone, che hanno acquistato ognuno il 3,5% della banca senese.

Intanto i risultati del terzo trimestre sono stati superiori alle attese. Il margine di interesse, pur diminuendo del 2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, si è attestato a 596 milioni, sopra le stime degli analisti. Rispetto al trimestre precedente il margine è salito del 2% nonostante il calo dei tassi (l’Euribor a tre mesi è sceso di 25 punti base nel periodo). I ricavi hanno superato la soglia del miliardo di euro (+6% su base annua). L'utile operativo si è attestato a 539 milioni (+6%). Equita aveva previsto un risultato operativo di 486 milioni. Infine l'utile netto del periodo si è attestato a 407 milioni.

La media dei target price degli analisti è 6,82 euro, un obiettivo di prezzo del 14% più alto della quotazione attuale.

Attenzione: Il Certificate XS2897736570 è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.

Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento.
Barclays gode di un buon rating:

  • A1 da parte di Moody

  • A+ da parte di S&P

I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione.
Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.

Questo articolo è stato scritto grazie alla sponsorizzazione di un emittente o di un intermediario. Le informazioni in esso contenute non devono essere considerate né interpretate come consulenza in materia di investimenti. Eventuali punti di vista e/o opinioni espressi non sono intesi e non devono essere interpretate come raccomandazioni o consigli di investimento, fiscali e/o legali. Orafinanza.it non si assume alcuna responsabilità per azioni, costi, spese, danni e perdite subiti a seguito di informazioni, punti di vista o opinioni presenti su questo sito. Prima di intraprendere decisioni di investimento, invitiamo gli utenti a leggere la documentazione regolamentare sempre disponibile per legge sul sito dell'emittente ed ottenere una consulenza professionale.

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